L'altro
L'amante
Il personaggio chiave del romanzo; una sorta di grande Romantico del mondo pagano.
Guardiacaccia di pofessione, solitario,lontano dalla modernita', Lawrence , dipinge questo personaggio come l'incarnazione di una concezione esistenziale naturalistica.
Istinto, carnalita', sesso, fisicita', corporeita', sono le tracce piu' evidenti e forti, del suo carattere.
Quasi un Dio Pan umano.
E' la gioia dei sensi, e' la felicita' del corpo.
Oliver e' la rappresentazione piu' assoluta di quello che comunemente si intende per terreno.
Il sesso e' il contatto piu' alto; quello piu' sincero perche' il piu' intimo aspetto dell'istinto e' proprio quello che si manifesta con il corpo.
Quest'uomo sara' per tutto il romanzo, il vero bastian contrario di tutte le concezioni etiche morali, religiose, ma soprattutto dei pregiudizi e delle paure ataviche che l'uomo ha di se' e delle proprie esigenze.
Al di sopra dell'opinione comune, pubblica; al di sopra dei pettegolezzi e delle maldicenze; al di sopra di una vita industriale che impoverisce e allontana sempre piu' l'uomo dalla sua natura, per trasformalo in macchina,- questo guardiacaccia- sara' il liberatore e l'annunciatore di verita' primordiali che l'uomo puo' solo rinnegare, ma non cancellare definitivamente.
Un personaggio chiave, anzi, il personaggio cardine di tutto il racconto.
Nonostante questo, anche in lui qualcosa non convince, anzi lo fa apparire in modo inquietatamente, ambiguo...
Sembra, che al di la' di tutto, che vi sia qualcosa di grossolano, di troppo volgare in questo tipo di carattere.
Non interiorizza, non risplende di luce propria attiva.
La carnalita' di Oliver e' limitata, castrata al sesso,solo al sesso e ai sensi.
L'istinto non e' solo questo, ma e' molto di piu' ancora.
Lawrence, sembra che non si accorga di questo: o forse fu una sua scelta precisa.
Non saprei dire, ma cosi' dipinto, questo paladino della fisicita', ci appare monco, storpio, un po' malmesso.
Gli manca qualcosa.