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Esce In 30 Copie Viva Zapatero', Il j'Accuse Della Guzzanti

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    Prof V
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    00 16/09/2005 11:28
    Roma, 15 set. (Adnkronos) - Esce domani in 30 copie nelle sale cinematografiche delle maggiori citta' italiane ''Viva Zapatero'', il documentario satirico di Sabina Guzzanti sulla liberta' d'espressione in Italia, acclamato alla Mostra del Cinema di Venezia e gia' venduto in Spagna, Francia e Svizzera. Il film-documentario, che partendo dalla chiusura del programma 'Raiot' nell'autunno del 2003 propone impietoso confronto con la liberta' di satira e di stampa negli altri Paesi europei, e' stato proiettato lunedi' scorso anche a Bruxelles, alla presenza di alcuni eurodeputati, ed e' stato invitato fuori concorso al festival di San Sebastian.
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    Askani
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    00 23/09/2005 08:59
    Ma nn l'ha visto nessuno?
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    Dale Cooper
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    00 07/10/2005 00:55
    La Guzzanti è un po' troppo faziosa nella sua critica alla politica... troppo di parte... anche per quello viene censurata...

    Meglio il fratello Corrado come comico... almeno lui prende in giro entrambe le parti del governo...
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    cammarata
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    00 12/10/2005 14:46
    Pieno di spunti e cose da discutere questo documentario - sketch - riflessione politica di Sabina Guzzanti.
    Intanto si parte da una "didascalia" del genere satira, riferito alla sua dimensione libertina politica e di informazione. La "satira" non è lo sfottò, la riproposizione di tic e vizi dei politici tipica di molti programmi "leggeri" (come quelli del bagaglino per intenderci) , la satira è opinione servita sotto forma teatrale e caricaturale. Poi si verifica che l'Italia è al 77° posto nella classifica "free press" mondiale sulla libertà di stampa.
    Infine si giunge alla tesi, sostenuta in particolare in un intervista a Furio Colombo (tra l'altro ex direttore dell'Unità, cacciato dalla sinistra stessa), che questo clima dell'informazione e della libertà di stampa strozzata è preludio alla consolidazione di un agglomerato politico analogo a quello fascista. Da discuterne. In questi ultimi anni sono stati fatti fuori molti giornalisti, nel silenzio pure dei colleghi. De Bortoli cacciato dal Corriere, Colombo, Biagi Santoro e Luttazzi, la stessa Guzzanti e altri (tra l'altro raccolti nel libro di Marco Travaglio "Regime")

    Che ne pensate?
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    cammarata
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    00 12/10/2005 14:49
    scusate sono cecato non avevo visto quest'altra discussione
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    Emanuele Brunetto
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    00 12/10/2005 14:51
    unite le due discussioni [SM=x245565]
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    cammarata
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    00 12/10/2005 14:53
    allora rispondi emanuele!
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    Emanuele Brunetto
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    00 12/10/2005 14:56
    ...ma non ho visto il film...[SM=x245522]
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    cammarata
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    00 12/10/2005 15:03
    non c'è bisogno di vederlo..alla fine parla di quello che ho scritto io e vittorio su. io vorrei discutere della libertà di stampa in italia, non del film in se
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    Emanuele Brunetto
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    00 12/10/2005 15:07
    bah, mi sa tanto di mania di persecuzione il vostro discorso...
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    cammarata
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    00 12/10/2005 15:23
    guarda che il discorso sia più pesante del reale forse è vero. Fatto sta che l'Italia sta al 77° posto mondiale (e gli Stati del mondo sono circa 150) nella libertà di stampa. Quello di cui si discute è CENSURA, CONTROLLO DEL GOVERNO SUI MEZZI STAMPA, cose che in Italia avvengono da sempre. Col governo Berlusconi la pressione sulla libertà di stampa si è ulteriormente intensificata, ma in questo Paese la politica è sempre stata immischiata all'informazione.

    qua c'è la classifica completa

    http://www.freedomhouse.org/research/pressurvey/allscore2005.pdf

    siamo dietro tonga,ghana,mali
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    Emanuele Brunetto
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    00 12/10/2005 15:24
    Sono sempre restio a credere a queste classifiche, mi piacerebbe conoscere anche i parametri in base ai quali vengono stilate.
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    cammarata
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    00 12/10/2005 15:35
    questo sito è l'espressione di una pubblicazione della indagine sulla libertà di stampa più riconosciuta al mondo, un'organizzazione internazionale che come quella "ISO" per i prodotti pubblica dal 1980 i dati su questa cosa.
    ecco i parametri di valutazione, così come stralciato da un sito di commento in italiano:

    sul sito di Freedomhouse è possibile trovare la documentazione completa delle loro indagini, della loro metodologia, dei loro strumenti e riferimenti. Noi riteniamo utile estrarre una sintesi riguardante l’Italia e indicarvi alcune considerazioni significative.

    Freedom house divide, secondo un ratig finale, (calcolato su 3 valori: quanto pesano le pressioni politiche, quanto pesano le pressioni istituzionali, quanto quelle economiche?) i paesi in tre grandi macro categorie:

    i Free (liberi), ovvero quelli che assicurano la libertà e indipendenza della stampa e delle opinioni dei cittadini dal livello ottimale (che, nella loro scala numerica, equivale a 0 – zero-), al livello sufficiente, (che equivale a 30).

    I Partially Free (parzialmente liberi), che si muovono nella scala valutativa entro i limiti da 31 a 61, dove 31 è un Paese che non assicura la accettabile indipendenza e libertà di opinione, e 61 è un Paese solo formalmente libero.

    I Not Free, (non liberi), Paesi cioè che, oltre il ratig 62, salgono sulla scala della limitazione e del controllo fino al livello 100, Paesi cioè che soffrono di un “controllo totale” su stampa e opinione pubblica.



    Per facilitare una immediata comprensione del quadro generale di libertà, le Nazioni sono elencate in una classifica con al primo posto il paese più libero (e che quindi avrà un grado di oppressione bassissimo), e con all’ultimo posto il paese meno libero (con il rating di oppressione più alto)

    in particolare sull'Italia:
    La libertà di stampa a livello mondiale ha subito un sostanziale declino nel 2003…Questo è il secondo anno consecutivo che il livello globale di libertà per i mezzi di informazione declina, soprattutto nelle americhe, nell’europa centrale e orientale, e nell’ex unione sovietica... Nel 2003, persino un paese di lunga tradizione democratica come l’Italia è stata testimone di un declino della libertà dei media, dimostrando che le minacce alla libertà di espressione sono diffuse ovunque e possono emergere in qualunque contesto politico.

    cmq se vuoi ci sono scritti in inglese tutti i parametri di valutazione per fare la classifica a questo link:
    http://www.freedomhouse.org/research/pressurvey/methodology2005.pdf




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    virus81
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    00 12/10/2005 15:55

    Scritto da: cammarata 12/10/2005 14.46
    Infine si giunge alla tesi, sostenuta in particolare in un intervista a Furio Colombo (tra l'altro ex direttore dell'Unità, cacciato dalla sinistra stessa), che questo clima dell'informazione e della libertà di stampa strozzata è preludio alla consolidazione di un agglomerato politico analogo a quello fascista. Da discuterne. In questi ultimi anni sono stati fatti fuori molti giornalisti, nel silenzio pure dei colleghi. De Bortoli cacciato dal Corriere, Colombo, Biagi Santoro e Luttazzi, la stessa Guzzanti e altri (tra l'altro raccolti nel libro di Marco Travaglio "Regime")


    Dire che rischiamo di tornare ai tempi del fascismo mi sembra una sciocchezza ma del resto Furio Colombo non è nuovo a queste uscite. Per quanto riguarda i giornalisti cacciati: De Bortoli non è stato cacciato certamente da Berlusconi, a Santoro gli era stata data la possibilità di ritornare ma lui ha preteso a tutti i costi la prima serata e quando gliel'hanno negata ha preferito continuare a fare il martire; la Guzzanti fa politica spacciandola per intrattenimento e non mi sembra una cosa corretta. Su Luttazzi (ma anche lui non è mica un giornalista) e soprattutto Biagi posso essere d'accordo che il loro allontanamento sia stato perlomeno discutibile ma da qui a parlare di dittatura nel campo dell'informazione ce ne passa.
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    00 13/10/2005 14:19
    dittatura non è il termine esatto. estrema interferenza si.
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    Emanuele Brunetto
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    00 13/10/2005 14:53

    Scritto da: Prof V 13/10/2005 14.19
    dittatura non è il termine esatto. estrema interferenza si.



    ecco, magari questo termine si può accettare...
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    cammarata
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    00 14/10/2005 13:57
    dittatura non è un termine adatto, è un termine tabù.
    ieri sera da marzullo, programma che non vedo mai e che ora cercherò di guardare, c'era un tizio che presentava un libro "conversazioni sulla destra". in questo libro viene narrata la coscienza politica della destra, con marzullo che faceva (era evidente) non tanto delle domande, quanto un supporto ad una discussione prestabilita. La destra vuole fare pulizia attorno alla sua immagine, vuole proporsi a poco a poco per quello che non è, ovvero un modello culturale popolare. Quest'autore, di cui non ricordo il nome, parlava di Gentile, altri pensatori poco conosciuti, sostenendo che la destra era la parte più importante della vita politica e culturale di questo paese. Non ha parlato di terrorismo (lo ha fatto), non ha accennato al nome di Mussolini, sicuramente il più grande statista italiano di questo secolo, ovviamente il suo nome è tabù pure per una persona di destra. E io non sono di destra. Quello che vedo non è il nascere di una dittatura, non sono nè tempi nè situazioni adatte, ormai pure il popolo ha da dire la "sua". Però la può dire in "certi modi", nell'ambito di una creazione politico-storica che cerca di riammettere anche Dio e la sua presenza nella società. Insomma, ipocrisia corruzione e potere alla luce del sole. Berlusconi è solo la figura di questo tran tran. Così come lo era Mussolini. Leggi ad hoc come quella sulle televisioni e quella Cirami (e altre che sicuramente non conosco) , ora la riforma proporzionale (ieri Berlusconi alla radio: "sicuramente questa legge può creare problemi a diversi partiti, evitando la loro ammissione in parlamento in diverse regioni "roccaforte"). I toni non sono fascisti, la sofisticazione psicologica di controllo sulle masse è molto più sviluppata di quella di cento anni fa.

    Vorrei dire altro, spero in un dibattito, non è chiaro quello che sta avvenendo, sicuramente è un periodo che va interpretato, e non snobbato. Il concetto di dittatura e di "forte pressione" come dici tu, vanno sempre più a coincidere.
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    00 15/10/2005 02:56
    caro adriano,

    personalmente quello che più mi soprende è l'assenza di una coscienza critica all'interno di una certa destra, quella che tra virgolette, si dichiara più liberale. allo stesso modo bisognerebbe aprire un grandissimo dibattito sulle colpe della sinistra e di un signore con i baffi.
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    cammarata
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    00 15/10/2005 03:41
    se parli di stalin non ti capisco
    saresti[SM=x245574]
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    00 15/10/2005 14:28
    Re:

    Scritto da: cammarata 15/10/2005 3.41
    se parli di stalin non ti capisco
    saresti[SM=x245574]



    ma no, quale stalin [SM=x245520]
    mi riferivo a massimo...