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Cannes 2006 - 59esima edizione

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2006 15:30
21/05/2006 03:16
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Almodovar oggi di scena con "Volver", grande omaggio all'universo
femminile con la Cruz e Carmen Maura. E gli uomini? Cattivi o assenti...


Il bello delle donne secondo Pedro
già conquista la platea di Cannes
Madri, sorelle, figlie, ritorni dall'aldilà: tre generazioni a confronto
E il pubblico della Croisette gli tributa un grande applauso

di CLAUDIA MORGOGLIONE


Pedro Almodovar a Cannes
Donne, donne e ancora donne. Madri, soprattutto, ma anche figlie, sorelle, amiche. Spesso vittime, a volte carnefici, ma pronte a non rassegnarsi al proprio destino. Deboli, in apparenza, ma in realtà forti. Fortissime. Un universo femminile così, solo un autore sensibile come Pedro Almodovar può raccontarlo davvero dall'interno, con tenerezza e con grande amore: come accade in Volver, ultima fatica del regista spagnolo, oggi in concorso - tra gli applausi - al Festival di Cannes, e già nelle nostre sale con distribuzione Warner Bros. Un film importante anche per le prove d'attrici che contiene, col duetto tra due "storiche" muse del regista - Carmen Maura e Penelope Cruz.

Il tutto in una commedia con accenti drammatici, e col tocco ironico-noir tipicamente almodovariano. In cui il regista lascia le tematiche omosex a tinte forti della sua pellicola precedente, La Mala educacion. Per tornare ad approfondire il mistero e la grandezza del sentimento materno, già al centro di Tutto su mia madre: solo che lì era un rapporto mamma-figlio, in uno sfondo di lutto, di assenza; qui invece siamo in un ambiente esclusivamente femminile, e dunque il sentimento che viene indagato è quello madre-figlia. Senza sentimenti di perdita irreparabile, ma - anzi - con un ritorno: come indica il titolo, che in spagnolo significa "tornare".

E a riapparire dal nulla, nella vita di due sorelle, è la madre defunta (Carmen Maura). Prima di mostrarla sulla scena, però, il regista si concentra sulle sue figlie. A cominciare dalla protagonista del film, (Raimunda), una Penelope Cruz con look alla Sophia Loren d'epoca, e dalla bellezza incredibile (nessuno riesce a fotografarla bene come Almodovar). Originaria di un paesino della Mancha ventoso e suggestivo, la nostra eroina vive a Madrid, arrangiandosi come può con mille lavoretti, per mantenere una figlia quattordicenne e un marito disoccupato.

Solo che una sera, tornando a casa, Raimunda deve affrontare una tragedia: il consorte ha tentato di violentare la figlia, lei ha reagito e le cose sono finite male. Così, impegnata a proteggere a tutti i costi la ragazza, la donna non può partecipare al funerale di una zia da lei molto amata, nel suo villaggio d'origine: cosa che invece fa sua sorella Sole (Lola Duenas, già vista in Parla con lei), che di mestiere fa la parrucchiera abusiva (sempre a Madrid). E qui accade l'imprevisto: Sole, infatti, rivede la madre, morta in un incendio tre anni prima, ma che a quanto sembra è tornata dall'aldilà. Decisa a vivere con lei.

Da questo momento in poi, la storia si dipana con una serie di sviluppi e di imprevisti. Fino alla rivelazione di una serie di verità difficili: ma questo quartetto di donne incredibili - le due sorelle, la madre, la figlia di Raimunda - riuscirà ad affrontare la situazione. Con amore e solidarietà.

Ma, al di là dei personaggi femminili - a cui va aggiunto un altro ruolo molto importante all'interno della storia, quello dell'amica di famiglia Agustina - c'è un secondo elemento forte, in Volver. E cioè i luoghi. In primo luogo, il villaggio d'origine delle nostre eroine, un paesino della Mancha piccolo e popolato soprattutto da donne, più longeve dei loro uomini. Un posto perennemente spazzato da un vento caldo che favorisce il dilagare degli incendi, che dà alla popolazione un tasso di insanità mentale superiore alla media, in cui nessuno si stupisce a parlare di fantasmi. Ma c'è anche la Madrid delle periferie, multietnica e solidale, in cui vivono le due sorelle.

Luoghi, e personaggi, fortemente connotati. Per una "storia - come ha spiegato lo stesso Almodovar - di tre generazioni di donne che sopravvivono al vento, al fuoco e perfino alla morte, grazie alla bontà, al coraggio e a una vitalità infinita". Un film che è anche un atto d'amore del regista verso la componente femminile della sua famiglia: "Le mie sorelle sono state le principali consulenti, sia per tutto ciò che succedeva nella regione della Mancha, sia nelle case di Madrid".

Il risultato è un omaggio alle donne come raramente se ne vedono, sul grande schermo. E gli uomini? Nel film, quasi non appaiono. E quando accade, o quando vengono citati nei racconti delle protagoniste, è quasi esclusivamente in chiave negativa. Proprio per questo la pellicola rappresenta una bella sfida, per il pubblico maschile che andrà a vederla.

fonte:repubblica.it
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