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Cannes 2006 - 59esima edizione

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2006 15:30
16/05/2006 15:14
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Tutti i film in concorso

"Volver" di Pedro Almodovar
"Red Road" di Andrea Arnold
"La raison du plus faible" di Lucas Belvaux
"Indigenes" di Rachid Bouchareb
"Iklimler" di Nuri Bilge Ceylan
"Marie-Antoinette" di Sofia Coppola
"Juventude en marcha" di Pedro Costa
"El labirinto del fauno" di Guillermo Del Toro
"Babel" di Alejandro Gonzalez Inarritu
"Laitakaupungin Valot" di Aki Kaurismaki
"Southland Tales" di Richard Kelly
"Fast Food Nation" di Richard Linklater
"The wind that shakes the barley" di Ken Loach
"Summer Palace" di Lou Ye
"Il Caimano" di Nanni Moretti
"L'amico di famiglia" di Paolo Sorrentino
Un certain regard

"Paris, je t'aime" film collettivo
"Bled Number One" di Rabah Ameur-Zaimeche
"Il regista di matrimoni" di Marco Bellocchio
"Cronica de una fuga" di Israel Adrian Caetano
"Ten Canoes" di Rolf De Heer
"Hamaca Paraguaya" di Paz Encina
"Uro" di Stefan Faldbakken
"Suburban Mayhem" di Paul Goldman
"Z Odzysku" di Slawomir Fabicki
"Salvador Puig Antich" di Manuel Huerga
"977" di Nikolay Khomeriki
"Cum Mi-Am Petrecut Sfarsiful lumii" di Catalin Mitulescu
"Serambi" di Garin Nugroho
"Taxidermie" di Gyorgy Palfi
"Gwai Wik" di Oxide pang Chun e Danny Pang
"Bihisht faqat baroi Murdagon" di Djamshed Usmonov
"El violin" di Francisco Vargas
"You Am I" di Kristijonas Vildziunas
"Luxury Car" di Wang Chao
"The unforgiven" di Yoon Jong-bin
16/05/2006 21:43
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si parte domani con "il codice da vinci"
18/05/2006 14:14
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Cannes, avvio deludente con il Codice da Vinci
La 59esima edizione del Festival è iniziata ieri.


L’apertura, affidata all’attesa trasposizione cinematografica del best-seller di Dan Brown, Il Codice Da Vinci, alla prima proiezione ha deluso le attese che lo indicavano come un appuntamento caldo, se non incandescente. Sul film, fuori concorso, diretto da Ron Howard con Tom Hanks e Audrey Tautou, la Chiesa ha già ampiamente polemizzato.

Dopo la proiezione del thriller più atteso dell’anno, si entra nel vivo di un Festival che, secondo quanto ha dichiarato il direttore artistico Thierry Fremaux, “sarà a misura d’uomo”. “Se il 2005 è stato l'anno del ritorno dei grandi autori, il 2006 sarà tutto l'opposto” ha detto Fremaux.
Molto bella la locandina scelta per questa edizione, con La silhouette di Maggie Cheung in controluce. Un’inquadratura rubata a In the mood for love del grande cineasta taiwanese Wong Kar Wai, presidente della giuria internazionale. A presiedere l’intera manifestazione, invece, è Gilles Jacob. Fanno parte della giuria registi come il palestinese Elia Suleiman e l’argentina Lucrecia Martel e attori come Samuel L. Jackson, Zhang Ziyi, Tim Roth.

Per Nanni Moretti la Croisette di Cannes è un luogo familiare. Si potrebbe definirlo quasi un habituè del Festival. Sono passati diciotto anni da quando il regista romano si presentò per la prima volta alla manifestazione in costa azzurra con Ecce Bombo. Premiato nel 1993 per la miglior regia con Caro Diario, ha già vinto anche il premio più ambito, la palma d’oro, con La stanza del figlio, nel 2001. Non meraviglia che la sua ultima fatica, Il caimano, appaia tra i titoli in gara. Quasi una certezza la sua presenza, fin da prima dell’annuncio, vista la reazione entusiasta della selezionatrice del Festival per le opere italiane, Daniele Haymann,all’anteprima della pellicola.
Meno scontata la scelta dell’altro cineasta nostrano inserito nella lista dei concorrenti: il trentacinquenne Paolo Sorrentino, alla sua terza prova dietro la macchina da presa, con L’amico di famiglia. L’opera dell’autore napoletano, della quale abbiamo visto finora solo il trailer (l’uscita nelle sale è prevista in autunno), suscita curiosità. La trama ruota attorno alla figura di un usuraio interpretato da Angelo Rizzo, “l’amico di famiglia” appunto, che presta dei soldi ad un uomo intento ad organizzare il matrimonio della figlia. Del cast fa parte anche Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di assistente dell’usuraio.
Vale la pena di ricordare che nemmeno Sorrentino è una matricola alla Croisette. La sua partecipazione è un ritorno dopo gli applausi ricevuti due anni fa con Le conseguenze dell’amore.
I due registi in corsa per la palma d’oro non saranno, comunque, gli unici italiani in cartellone. Ci sarà Marco Bellocchio con il Regista di matrimoni nella sezione Un certain reagards, Mimmo Calopresti, fuori concorso con il documentario Volevo solo vivere e il film di Kim Rossi Stuart, Anche libero va bene, alla Quinzaine des Realisateur, sezione collaterale della kermsse; senza dimenticare Monica Bellucci, la attrice italiana più amata dai francesi, che siederà in giuria.

Tra gli autori dei diciannove film che si contenderanno la palma d’oro, non mancano, naturalmente, nomi importanti. Per esempio Pedro Almodovar con l’attesissimo Volver, interpretato da Penelope Cruz e Ken Loach con The wind that shakes the barley, ambientato in Irlanda nei primi del ‘900, che racconta la storia di due fratelli che si uniscono ad un gruppo di combattenti per l'indipendenza dalla Gran Bretagna.
E ancora, tra gli altri titoli, Marie- Antoinette di Sofia Coppola con Kirsten Dunst , Laitakaupungin Valot di Aki Kaurismaki. In concorso c’è anche il messicano Alejandro Gonzales Inarritu (autore di 21 grammi) con Babel; senza dimenticare i padroni di casa, con i tre film francesi: Selon Charlie di Nicole Garcia, Quand j'étais chanteur di Xavier Gianolli e Fiandre di Bruno Dumont.
C’è attesa anche per il nuovo film di Richard Kelly regista di Donnie Darko, cult-movie per il pubblico adolescente e per il terzo capitolo, fuori concorso, della saga degli X-Men, tratto dal fumetto della Marvel. Non mancano neppure i documentari con Fast Food Nation di Richard Linklater.
E’ annunciata poi la proiezione di 20 minuti di prewiew di World Trade Center di Oliver Stone, dedicato all’attacco alle torri gemelle di New York.
Una parata di star davvero impressionante farà da contorno alla proiezione dei film. Oltre ai nomi già citat,i ci saranno infatti Bruce Willis, Hugh Jackman, Halle Berry, Ian McKellen, Willem Dafoe, Cate Blanchett, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Gérard Depardieu, Juliette Binoche. Ma, se l’elenco delle stelle del cinema che sfileranno lungo la Croisette è notevole, i numeri del Festival non sono da meno: 55 pellicole provenienti da 30 Paesi, 48 prime mondiali, 800 cortometraggi.
Il compito di chiudere la kermesse, infine, è affidato a Transylvania di Toni Gatlif, sui cui titoli di coda,il 28 maggio, calerà il sipario per il 59esimo Festival di Cannes.



fonte:ilsole24ore


21/05/2006 03:12
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film del regista americano Richard Linklater
(ANSA)-CANNES,20 MAG - Grande appetito a Cannes per ''Fast Food Nation'' il film del regista americano Richard Linklater in concorso al Festival. E' un attacco ai fast food e alla qualita' dei loro prodotti e dei modi di produzione. Il film che e' tratto dal libro omonimo di Eric Schlosser e' infatti gia' stato acquistato da Germania, Francia e Gran Bretagna. Ma l'appetito verso questo film-denuncia contro certa industria americana suscita l'interesse di molti altri paesi.

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CANNES 59: “Anche libero va bene” distribuito in Francia
20/5/2006 – Il film d’esordio di Kim Rossi Stuart in autunno arriva anche nelle sale francesi.


Presente alla Quinzaine des Realisateurs e in corsa per la Camera d’Or, Anche libero va bene, in autunno sbarca nelle sale francesi, grazie alla casa di distribuzione MK2 che ha comprato i diritti del film.

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Almodovar oggi di scena con "Volver", grande omaggio all'universo
femminile con la Cruz e Carmen Maura. E gli uomini? Cattivi o assenti...


Il bello delle donne secondo Pedro
già conquista la platea di Cannes
Madri, sorelle, figlie, ritorni dall'aldilà: tre generazioni a confronto
E il pubblico della Croisette gli tributa un grande applauso

di CLAUDIA MORGOGLIONE


Pedro Almodovar a Cannes
Donne, donne e ancora donne. Madri, soprattutto, ma anche figlie, sorelle, amiche. Spesso vittime, a volte carnefici, ma pronte a non rassegnarsi al proprio destino. Deboli, in apparenza, ma in realtà forti. Fortissime. Un universo femminile così, solo un autore sensibile come Pedro Almodovar può raccontarlo davvero dall'interno, con tenerezza e con grande amore: come accade in Volver, ultima fatica del regista spagnolo, oggi in concorso - tra gli applausi - al Festival di Cannes, e già nelle nostre sale con distribuzione Warner Bros. Un film importante anche per le prove d'attrici che contiene, col duetto tra due "storiche" muse del regista - Carmen Maura e Penelope Cruz.

Il tutto in una commedia con accenti drammatici, e col tocco ironico-noir tipicamente almodovariano. In cui il regista lascia le tematiche omosex a tinte forti della sua pellicola precedente, La Mala educacion. Per tornare ad approfondire il mistero e la grandezza del sentimento materno, già al centro di Tutto su mia madre: solo che lì era un rapporto mamma-figlio, in uno sfondo di lutto, di assenza; qui invece siamo in un ambiente esclusivamente femminile, e dunque il sentimento che viene indagato è quello madre-figlia. Senza sentimenti di perdita irreparabile, ma - anzi - con un ritorno: come indica il titolo, che in spagnolo significa "tornare".

E a riapparire dal nulla, nella vita di due sorelle, è la madre defunta (Carmen Maura). Prima di mostrarla sulla scena, però, il regista si concentra sulle sue figlie. A cominciare dalla protagonista del film, (Raimunda), una Penelope Cruz con look alla Sophia Loren d'epoca, e dalla bellezza incredibile (nessuno riesce a fotografarla bene come Almodovar). Originaria di un paesino della Mancha ventoso e suggestivo, la nostra eroina vive a Madrid, arrangiandosi come può con mille lavoretti, per mantenere una figlia quattordicenne e un marito disoccupato.

Solo che una sera, tornando a casa, Raimunda deve affrontare una tragedia: il consorte ha tentato di violentare la figlia, lei ha reagito e le cose sono finite male. Così, impegnata a proteggere a tutti i costi la ragazza, la donna non può partecipare al funerale di una zia da lei molto amata, nel suo villaggio d'origine: cosa che invece fa sua sorella Sole (Lola Duenas, già vista in Parla con lei), che di mestiere fa la parrucchiera abusiva (sempre a Madrid). E qui accade l'imprevisto: Sole, infatti, rivede la madre, morta in un incendio tre anni prima, ma che a quanto sembra è tornata dall'aldilà. Decisa a vivere con lei.

Da questo momento in poi, la storia si dipana con una serie di sviluppi e di imprevisti. Fino alla rivelazione di una serie di verità difficili: ma questo quartetto di donne incredibili - le due sorelle, la madre, la figlia di Raimunda - riuscirà ad affrontare la situazione. Con amore e solidarietà.

Ma, al di là dei personaggi femminili - a cui va aggiunto un altro ruolo molto importante all'interno della storia, quello dell'amica di famiglia Agustina - c'è un secondo elemento forte, in Volver. E cioè i luoghi. In primo luogo, il villaggio d'origine delle nostre eroine, un paesino della Mancha piccolo e popolato soprattutto da donne, più longeve dei loro uomini. Un posto perennemente spazzato da un vento caldo che favorisce il dilagare degli incendi, che dà alla popolazione un tasso di insanità mentale superiore alla media, in cui nessuno si stupisce a parlare di fantasmi. Ma c'è anche la Madrid delle periferie, multietnica e solidale, in cui vivono le due sorelle.

Luoghi, e personaggi, fortemente connotati. Per una "storia - come ha spiegato lo stesso Almodovar - di tre generazioni di donne che sopravvivono al vento, al fuoco e perfino alla morte, grazie alla bontà, al coraggio e a una vitalità infinita". Un film che è anche un atto d'amore del regista verso la componente femminile della sua famiglia: "Le mie sorelle sono state le principali consulenti, sia per tutto ciò che succedeva nella regione della Mancha, sia nelle case di Madrid".

Il risultato è un omaggio alle donne come raramente se ne vedono, sul grande schermo. E gli uomini? Nel film, quasi non appaiono. E quando accade, o quando vengono citati nei racconti delle protagoniste, è quasi esclusivamente in chiave negativa. Proprio per questo la pellicola rappresenta una bella sfida, per il pubblico maschile che andrà a vederla.

fonte:repubblica.it
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Cannes: la parola a Ken Loach
18-05-2006 15:27

'Io non sono antinglese, critico solo il governo inglese, un popolo non si identifica necessariamente col suo governo'. Sono parole di Ken Loach, che ha presentato a Cannes "The wind that shakes the barley", dedicato alla resistenza irlandese durante l'occupazione inglese negli anni '20. 'E' sempre un buon momento - ha detto- per raccontare una storia come questa, che ci può insegnare qualcosa in un'epoca in cui l'America ha intrapreso una guerra illegale'.
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Cannes: in arrivo anche Sharon Stone
18-05-2006 15:34



Sharon Stone approderà al Festival di Cannes il 25 maggio. L'attrice è attesa per l'annuale gala benefico organizzato dall'associazione fondata da Liz Taylor per raccogliere fondi a favore della lotta contro l'Aids. L'evento si svolgerà nel lussuoso hotel Moulins de Mougins. Attesi anche Jeanne Moreau, Giorgio Armani, Elton John e il celebre fotografo di moda Peter Lindbergh.
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CANNES: PER IL CAIMANO DI MORETTI 5 MINUTI DI APPLAUSI DAL PUBBLICO
CANNES - Cinque minuti di sentiti applausi alla prima per il pubblico de 'Il caimano' di Nanni Moretti. Due minuti già nei titoli di coda del film e poi a fine proiezione ancora tre minuti con molti "bravo" scanditi dal pubblico del Grand Theatre Lumiere. Prima di andare via il regista Nanni Moretti, insieme al cast, ha salutato il pubblico della galleria alzando i pugni al cielo. Per il regista era la terza proiezione sulla croisette: ce n'erano già state due per la stampa. Nella prima, che si è svolta ieri mattina, c' era stato un breve e composto applauso, mentre, in quella pomeridiana, sempre dedicata agli addetti ai lavori, due applausi più sentiti.

E SULLA CROISETTE E' GIA' SFIDA TRA VENEZIA E ROMA
E' in corso il Festival di Cannes ma intanto sulla Croisette è già sfida tra Venezia e Roma. Il presidente della Biennale Davide Croff e il direttore della mostra Marco Muller hanno incontrato i giornalisti italiani e la stessa cosa faranno fra due giorni gli organizzatori della Festa di Roma. E Croff snocciola subito i primi dati positivi: "A riprova del fatto che siamo attivi sul fronte della ricerca dei fondi e non ci piangiamo addosso nonostante le difficoltà, quest'anno la Mostra può contare sul 25% in più di soldi ottenuti dagli sponsor rispetto allo scorso anno".

Croff sottolinea in particolare che "non solo i principali sponsor di sempre di Venezia hanno confermato la loro presenza, ma se ne sono aggiunti di nuovi e importanti, come la Fiat, che con la Lancia diventerà l'auto ufficiale del Festival proprio come accade con le principali case automobilistiche per le più importanti manifestazioni nel resto del mondo come Cannes e Berlino".

Sia Muller e Croff hanno sottolineato il successo della Mostra dello scorso anno che si è concretizzato anche nelle 23 nomination agli Oscar che alcuni dei film presentati a Venezia hanno ottenuto. "Vedremo circa 1600 film - ha detto Muller - 200 in più dello scorso anno e quindi finora la presenza di Roma non mi ha preoccupato perché tutto quello che ho chiesto di vedere mi è stato fatto vedere. Per spaventarmi - ha detto ironicamente - aspetto di leggere il programma della Festa Romana". Muller comunque ha sottolineato che "la scelta della data di Roma avrebbe potuto essere diversa, un po' più distante da Venezia". In ogni caso, ha ricordato, "ormai soprattutto per gli americani Venezia è un punto fermo per l'inaugurazione della stagione autunnale e, come dimostra la presenza massiccia della Hollywood Foreign Press, Venezia è considerata l'inizio ufficiale della gara per i Golden Globe e per gli Oscar".

Muller ha comunque confermato che si tenterà di rimanere all'interno dei circa 60 film mentre Croff si è augurato di aver un budget almeno uguale a quello dello scorso anno cioé di 8,5 milioni di euro. Due per adesso gli annunci che riguardano la Mostra: una retrospettiva su Joaquin Pedro De Andrade, uno dei padri del cinema novo brasiliano e la giuria del premio per l'opera prima 'Luigi De Laurentis' formata da Stefania Rocca, Guillermo Del Toro e Mohsen Makhmalbaf.

Intanto però la stampa internazionale comincia a sottolineare la presenza e l'attivismo della Festa di Roma. Secondo Screen sono quattro i titoli di un certo rilievo che il festival della capitale si sarebbe già accaparrato: 'Fur' in cui Nicole Kidman interpreta il ruolo della fotografa Diane Arbus, 'Fade to black', un thriller di Oliver Parker su Orson Welles; 'La sconosciuta' di Giuseppe Tornatore e 'The Golden Gate' di Emanuele Crialese. Ma a riprova che una piccola guerra é in corso quest' ultimo film non è stato neanche mai visto dai selezionatori di Roma e sembra invece che sia stato promesso a Venezia.



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23/05/2006 12:49
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CINEMA: CANNES, JUDE LAW E NATALIE PORTMAN PROTAGONISTI PER WONG KAR-WAI
Cannes, 23 mag. (Adnkronos) - Jude Law, Natalie Portman, Rachel Weisz e Norah Jones saranno i protagonisti di My Blueberry Nights, una commedia romantica che sara' il primo film in lingua inglese diretto da Wong Kar-wai. Secondo quanto riportato da Variety, la pre-produzione di My Blueberry Nights iniziera' subito dopo il festival di Cannes, dove Wong e' presidente di giuria. Nel film, la cantante Norah Jones interpretera' una giovane donna che viaggia attraverso l'America per scoprire il vero significato dell'amore, incontrando personaggi fuori dal comune. Prodotto da StudioCanal, My Blueberry Nights verra' girato quest'estate negli Stati Uniti. Wong Kar-wai, il cui ultimo film e' 2046, ha in progetto anche il thriller The Lady From Shanghai, con protagonista Nicole Kidman, che andra' in produzione nel 2007.

24/05/2006 01:02
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Moretti scherza su Codice da Vinci
'Meglio via Berlusconi o D'Alema vicepremier?' 'Entrambe'

(ANSA) - ROMA, 23 mag - Fingendosi in un multisala francese, Nanni Moretti, si e' collegato da Cannes con la trasmissione di Fiorello, Viva Radio2.Il regista de 'Il caimano' ha esordito imitando Fiorello e recitando il menu' dei film proiettati dal fantomatico cinema:"Sala 1 Codice da Vinci, sala 2 Codice da Vinci, sala 18 Codice da Vinci".Alla domanda: "Moretti e' piu' contento del fatto che non ci sia piu' Berlusconi o di D'Alema vicepremier?",ha risposto in francese maccheronico: "Entrambe le cose".
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Kaurismaki,un film sulla solitudine
In concorso per la Palma d'oro, fa parte di una trilogia

(ANSA) - CANNES, 23 MAG - Il film di Kaurismaki 'Le lumieres du Faubourg' racconta la solitudine di un uomo in un grigio quartiere di Helsinki. Koistinen divide la vita tra il lavoro e il bar vicino casa. Un giorno, proprio nel bar, incontrera' Mirja, una donna bella che sara' per lui fonte di guai. Il film e' l'ultima parte di una trilogia. Questa volta - spiega il regista - tratto il tema della solitudine di una persona che non puo' neppure sognare qualcosa''.
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“Volver” film da Palma d’Oro per la stampa francese
La pellicola di Almodòvar appare anche quella favorita secondo le indiscrezioni


Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni da festival che poi, alla fine, verranno puntualmente smentite. Volver sembra fino a questo momento il film favorito per la Palma d’Oro. L’opera di Almodòvar è quella comunque che è piaciuta di più alla stampa francese seguita dal film di Ken Loach e del turco Nuri Bilge Ceylan

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Nastro d'Argento a Mimmo Calopresti
Cannes, 23 mag. - (Adnkronos) - Nastro d'Argento a sorpresa per Mimmo Calopresti. Il premio - consegnato al regista nel corso del festival di Cannes, dove e' stato presentato il suo documentario sulla Shoah, Volevo solo vivere - e' quello mai ritirato nel 1999 per il soggetto di La parola amore esiste. ''E' una vera emozione e una sorpresa assoluta in un festival che segna per me quest'anno un momento particolarmente importante, considerata l'accoglienza del pubblico e della stampa internazionale per Volevo solo vivere'' dice il regista.

''E' in assoluto la prima volta che un Nastro d'Argento varca i confini nazionali'', spiega il presidente del sindacato dei giornalisti cinematografici (Sngci), Laura Delli Colli ''ma con questa consegna cosi' poco rituale abbiamo voluto sottolineare anche l'importanza che l'avventura professionale di Calopresti nel documentario ha vissuto con il successo di Cannes''.
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di Paolo Fiorelli e Rosa Baldocci


MARTEDI' 23 maggio

Ancora una volta i francesi hanno dimostrato la loro predilezione per Nanni Moretti, già premiato con la Palma díoro per «La stanza del figlio». «Il caimano» (che ha incassato in Italia 8 milioni di euro ed Ë già stato comprato da Belgio, Olanda, Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Grecia, America del sud) ha ricevuto un accoglienza tiepida alla proiezione per la stampa ma calorosissima a quella per il pubblico e l'autorevole «Le Monde» lo ha definito «un film sull'anima italiana, il suo film più forte, in cui i due personaggi Bonomo e Belusconi hanno in comune lo stesso vizio: quello della menzogna come arte di vivere sconfinante con la tragica buffoneria». Anche riguardo allo stile del film «Le Monde» non si è risparmiato in complimenti paragonandolo a «Il dittatore» di Chaplin e chiudendo l'articolo così: «Grande arte che permette a Moretti di firmare, alla sua maniera, il suo personale «8 e mezzo».
E mentre sfilavano sulla Croisette i protagonisti del terzo capitolo della saga degli X- Men al gran completo (ma il film per la regia di Brett Ratner ha lasciato freddina la critica e anche gli appassionati del fumetto), come al solito ha colpito duro il francese Bruno Dumont, già premiato a Cannes con il Grand Prix nel 1999, regista da tenere díocchio da tutti coloro che amano i film diversi. Con «Flandres», in concorso, Dumont mette in scena, senza fare sconti e concedere nulla (niente musica, pochissimi dialoghi, attori non professionisti), la storia di tre giovani contadini francesi costretti a partire per una guerra immaginaria ( ma potrebbe essere una delle tante in cui il mondo Ë coinvolto oggi) e del loro (in realtà se ne salverà uno solo) difficile ritorno. Quel che colpisce di Dumont è il realismo crudele, secco come uno schiaffo in piena faccia. La natura (la campagna brumosa e gelata dell'inverno e le pietraie deserte e polverose di un Paese lontano) mantiene la stessa indifferenza cieca e misteriosa dei gesti dell'uomo (fare l'amore, farsi male, uccidere, vendicarsi), animale destinato a una solitudine estrema. Questo líenunciato. Se non fosse che i corpi dei protagonisti diventano l'alfabeto per esprimere il dolore di anime che non sanno comunicare. Sguardi, gesti delle mani, lacrime, lasciano trasparire quello che non si è in grado di proferire. Lo spettatore ne esce sgomento ma conquistato. Anche se Dumont sa, e se ne assume il rischio, di «piacere soltanto a una minoranza».


[SM=x245518]
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di Paolo Fiorelli e Rosa Baldocci

LUNEDI' 22 maggio

Pubblico estasiato e commosso invece per «Babel» di Alejandro Gonzales Inarritu, che mescola star come Brad Pitt e Cate Blanchet ad attori sconosciuti e non professionisti. Chi conosce il regista di «21 grammi» sa che Inarritu ama giocare con i destini di uomini uniti da coincidenze insignificanti ma capaci di annullare distanza e tempo. Qui racconta le storie di quattro gruppi familiari in Marocco, America, Messico e Giappone, uniti a loro insaputa dalle conseguenze di un gesto in sé positivo, il dono di un fucile da caccia regalato da un dirigente giapponese a una guida marocchina durante una spedizione di caccia. Ma l'oggetto non è altro che un banale espediente per trovare il filo del racconto in una «Babel» di uomini che non sanno più comunicare. Inarritu, affascinante e travolgente, con una bellissima testa di riccioli scuri, parla senza farsi pregare. «Quello che tento di fare è unire, dimostrare che gli uomini sono interdipendenti e che sono simili al di là delle loro differenze. Tutti soffriamo per le stesse cose, per líimpossibilità di amare, per líincapacità di esprimerci. E quando le parole non comunicano, il corpo diventa un arma».
E allora osservate Brad Pitt, qui invecchiato con rughe sotto gli occhi e capelli striati di grigio. C'è un momento nel film in cui parla al telefono con il figlio piccolo e scoppia a piangere. Che fosse bravo si sapeva fin dai tempi di «Fight Club», ma qui va più in là, ci tocca emotivamente e strappa anche alla Blanchett (che nel film recita la parte della moglie) un complimento non comune: «Lavorare con Brad Ë come mangiare cioccolato».
Finita la proiezione di «Babel» corsa al pranzo della Film Commission Piemonte che annuncia l'apertura di una nuova sede a Roma, ma soprattutto il progetto di un film sceneggiato (e forse anche diretto, ma la cosa non è certa) dal tastierista dei Subsonica Boosta. Il titolo sarà «Un'ora e mezza», la storia un noir con molta azione ambientato a Torino. Protagonista Valerio Mastrandrea. (r.b.)

Che cosa ci fanno insieme Bruce Willis, la minirocker Avril Lavigne e il capitano dell'Entreprise Kirk (al secolo Wiliam Shatner)? Presentano “Over the Hedge”, l'ultima fatica di animazione della Dreamworks di Steven Spielberg. Nel film danno voce rispettivamente a un intrepido procione, a una piccola opossum e al suo papà. E hanno una missione impossibile da compiere: saccheggiare il frigorifero di una famiglia di “umani” per raccogliere a tempo di record tutte le riserve di cui hanno bisogno per l'inverno. Quando li abbiamo incontrati Bruce Willis, che sfoggiava una inquietante T-shirt col disegno di vari pugnali, aveva voglia di scherzare: «Per entrare nella parte sono andato ad abitare per quattro settimane con una famiglia di procioni», dice, improvvisando la parodia del “metodo hollywoodiano”. «Ma poi ho dovuto lasciarli perché avevamo qualche problema di comunicazione». L'attore d'azione che nella sua carriera ha «salvato sette volte il mondo», come ci tiene a precisare con un tocco di pignoleria, si è trovato a suo agio in una parte completamente comica. «La cosa più bella è stato quando ho portato a vedere il film i miei figli. Anche se più del mio personaggio hanno amato la tartaruga doppiata da Garry Shandling. E questo, devo ammettere, mi ha un po' spiazzato». Il più rilassato era comunque William Shatner, che sembra aver preso il viaggio a Cannes alla stregua di una vacanza premio. «Ma guardate che sole, che mare…» continuava a ripetere. Per poi spiegare: «Quando cominci ad avere la mia età, vivi giorno per giorno e assapori ogni momento». L'intrepido capitano Kirk sostiene di essersi divertito a interpretare un opossum, «anche se esteticamente fa un po' schifo» e annuncia che è stato contattato per apparire nel grande ritorno di Star Trek, che avverrà con un film diretto da J.J. Abrams. I fan possono stare tranquilli: dopo tante voci e dubbi, sembra proprio che l'Enterprise sia di nuovo sulla rampa di lancio.

Procioni a parte, il Festival ha pagato un commovente tributo alla memoria di Marcello Mastroianni, con la proiezione di «Marcello, una vita dolce», di Mario Canale e Annarosa Morri. È un documentario che ricostruisce la carriera e il lato privato del grande attore, unendo vecchie interviste, materiale d'archivio e nuove testimonianze raccolte tra chi ha avuto la fortuna di lavorare col divo de “La dolce vita”, da Mario Monicelli a Philippe Noiret, da Suso Cecchi D'Amico a Giuseppe Tornatore. La reazione è di una struggente nostalgia: si vorrebbe riavere qui Mastroianni con il suo stile compassato, l'umanità e la leggerezza che lo contraddistinguevano. E nella cascata di elogi, resta impagabile il racconto dei suoi “difetti”: dalla mania per la pasta e fagioli (che si faceva cucinare da Catherine Deneuve) a quella di stare sempre al telefono tra un ciak e l'altro, che faceva infuriare Fellini e Visconti. Invece non si infuria per niente, anche se ne avrebbe tutte le ragioni, l'apatico protagonista del nuovo film di Aki Kaurismaki, qui intitolato «Les Lumières du Faubourg» (vi risparmiamo l'intricatissimo titolo finnico). Chiuso nel suo muro di solitudine e fatalismo, non reagisce neppure quando viene apertamente raggirato da una donna che lo usa per conto di una banda criminale e lo fa finire, innocente, in prigione. Lo stile è talmente “kaurismakico” da far sospettare, nel regista, la maniera di sé stesso: inquadrature fisse in cui si muovono ( si fa per dire) personaggi statici come disegni o statue, dialoghi brevissimi e stralunati, disperanti immagini di periferie desolate e di umana solitudine.

Oliver Stone ha presentato una piccola parte del suo prossimo, attesissimo film, non ancora pronto, che racconterà l'attentato del 2001 alle Torri Gemelle di New York. Si tratta dei primi 20 minuti della pellicola. Protagonista Nicolas Cage nei panni di un poliziotto della Grande Mela. L'azione comincia proprioa all'alba dell'11 settembre. E il ritmo è pacato, contemplativo. Vediamo la città svegliarsi e animarsi lentamente, in un giorno che sembra uguale a mille altri. Poi, in crescendo, si scatena il dramma. Ma Stone non mostra il momento in cui gli aerei si abbattono sulle torri, perché segue il punto di vista del poliziotto Cage, al quale le notize arrivano in maniera confusa e frammentaria.
Finché il protagonista non si ritrova nell'ìinferno delle torri, in un quadro da Apocalisse biblica, tra fogli e ceneri roventi che piovono dal cielo. E alla fine si ritrova sepolto vivo sotto uno strato di macerie. L'ultima immagine che vediamo, dopo un attimo di silenzio, è quella degli occhi del protagonista che si aprono nel buio assoluto, anneriti, spaventati, iniettati di sangue. E certo viene voglia di sapere che cos'altro gli succederà.

Ora al festival arriva Nanni Moretti con il suo Caimano: ma questo ve lo racconterà Rosa Baldocci, a cui passo il testimone per il diario della seconda settimana di Cannes. Sperando che la prima non vi abbia deluso…

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26/05/2006 00:20
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Cannes, l'usura come arma di seduzione nel film di Sorrentino
di Wilfrid Exbrayat

CANNES (Reuters) - Seconda pellicola italiana in concorso al 59esimo Festival di Cannes, "L'amico di Famiglia" di Paolo Sorrentino racconta la storia insolita di un'attrazione tra una splendida bionda e un usurario brutto e cattivo.

Geremia (Giacomo Rizzo), un usurario che presta somme modeste a persone che non valgono di più, ha un solo amico, o almeno uno che passa come tale, Gino, nostalgico del country vestito solo con abiti da cow-boy (Fabrizio Bentivoglio).

"Amo creare personaggi che sono fuori contesto", ha detto Sorrentino di Gino. "E' un personaggio malinconico e la cultura del country ben si adatta alla malinconia".

Quando non riesce a farsi pagare, Geremia può sempre contare su due fratelli per convincerli a fare uno sforzo. Vive con la madre in un alloggio povero e oscuro.

Nella storia si inserisce il personaggio di Rosalba (Laura Chiatti), figlia di un uomo costretto a chiedere i favori di Geremia, il quale si farà rimborsare il prestito in natura.

"Il personaggio di Geremia è diventato man mano un concentrato del male", ha detto Sorrentino, il cui precedente lungometraggio "Le conseguenze dell'amore" era stato proiettato fuori concorso a Cannes nel 2004.

Ma questa relazione di repulsione si trasformerà presto in attrazione, turbata dalla partecipazione di Rosalba a un affare in cui Geremia perderà un milione di euro.

"Avevo in mente alcuni volti di (Federico) Fellini e la sua capacità di descrivere con pochi tocchi dei personaggi allo stesso tempo comici e tragici", ha spiegato Sorrentino.



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Cannes, applausi per Sorrentino ispirato a Céline
L´amico di famiglia di Paolo Sorrentino


E siamo a due. L´Italia ha sparato le sue cartucce nel concorso cannense: proiezione per i giornalisti de L'amico di famiglia. Che hanno risposto alle immagini del regista campano con un applauso. Qualcuno lo ha giudicato di cortesia, altri parlano di reazione tiepida. I telegiornali parlano di buona accoglienza. Ci si chiede se i giornalisti fossero tutti nella stessa sala. Il film, ispirato al "Viaggio al termine della notte" di Céline, si racconta sia complesso, disturbante, di non facile lettura. In Italia non si è ancora visto e uscirà nei prossimi mesi senza sfruttare il traino immediato della ribalta francese. Protagonista un usuraio, brutto fisicamente, disprezzabile come uomo. Geremia De Geremei (Giacomo Rizzo) però filosofeggia sulla sua figura. In fondo si sente "l'amico di famiglia" perchè non è peggiore degli altri. Presta soldi, il suo aiuto al prossimo, per cercare affetto. Li presta per matrimoni, per funerali, per far vivere «alla gente il suo sogno», ma poi torna per farsi pagare «per riportarli alla realtà». Suo braccio destro Gino (Fabrizio Bentivoglio), un solitario che ama il country e sogna di trasferirsi in Tennessee. Poi però nessuno nella vita si può sottrarre all´amore. O a quello che pare possa somigliargli. Entra in scena Rosalba (Laura Chiatti), figlia di un uomo indebitato con Geremia. La storia si rivolta.





Marie Antoniette di Sofia Coppola

Forse il padre, con più esperienza, di più chiare origini europee – e può comprendere meglio i meccanismi mentali – avrebbe dovuto avvertire la figlia. Francis doveva dire a Sofia: sei sicura che vuoi fare un film su una regina francese? Girato in Francia alla Reggia di Versailles? Ti daranno addosso. Sei americana e lo sciovinismo francese uscirà presto allo scoperto. E infatti. Il settimanale L´Express ha sottolineato che la Rivoluzione francese ha uno spazio di 10 secondi in fondo alla pellicola. E che un americano non è capace di fare film sulla storia francese. Così la confezione cool e super glamorous, con sontuosità e musica rock e wave innestata nella vicenda ottocentesca non è tanto piaciuta. Un paio di minuti di applausi e bordate di fischi. Non c´è stato un esito unanime alla proiezione per il pubblico di Marie Antoinette di Sofia Coppola. Per la proiezione di gala era presente anche il padre, Francis Ford Coppola, che – a differenza di quanto pensavamo - ha dichiarato di aver incoraggiato e sostenuto la figlia nel suo progetto.





Intanto si viene a sapere che Alain Delon rifiutò la parte di Luigi XV. La stessa regista lo ha raccontato in un'intervista all'edizione francese di Metro. «Ad Alain fu offerta la parte di Luigi XV, lo incontrai ma rifiutò perchè non riteneva fosse una buona idea che una americano facesse un film sulla storia francese», ha spiegato Sofia Coppola, «ognuno ha diritto alla sua opinione ma non mi sono lasciata scoraggiare e ho fatto il film».





11 settembre, appuntamento a Venezia

Sarà forse per la contiguità temporale con l´anniversario dell´atterramento delle Torri gemelli a New York. Il film World Trade Center, che Oliver Stone sta ultimando, sarà presentato in anteprima alla 63ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto - 9 settembre). Lo scrive l'Hollywood Reporter, secondo il quale al Lido ci saranno anche Home of the Brave, il dramma sulla guerra in Iraq diretto da Irwin Winkler, e Inland Empire di David Lynch. Del film di Stone sono stati presentati in anteprima 20 minuti alla stampa presente a Cannes e – sebbene sia considerato una specie di trailer – molti hanno espresso buoni giudizi.





Finale al cardio-palma

Tre quarti delle venti pellicole in concorso sono stati visti, giudicati, archiviati. Ma pare che, schivata anche la bolla di sapone "Sofia Coppola" (almeno per i critici), il favorito per la Palma d'oro era e resta Volver di Almodovar. Dal primo giorno ha fatto terra bruciata. Seguirebbero il turco Iklimer, Lights in the Dusk di Kaurismaki e per alcuni Babel di Inarritu. Il caimano è piazzato mentre la non entusiasta accoglienza per Sorrentino non promette sorprese per l´Italia. Per Volver è un plebiscito sia nelle medie ragionate realizzate da Le Film Francais che in quelle stilate da Screen con l'apporto di critici di vari paesi.





Resta l´incognita della giuria che potrebbe sempre partorire mostri di equilibri tra premiati, delusi e registi da risarcire. Il presidente di giuria, Wong Kar-Wai, si teme possa non amare troppo il cinema carnale e fantastico dello spagnolo. Lontano, tutto sommato, dal suo cinema sensuale ma visivamente algido. All'autore di In the mood for love (omaggiato nel manifesto di Cannes di quest'anno) potrebbe piacere di più Iklimer. Inoltre il cineasta cinese ha un solo connazionale in gara, Lou Ye con Summer Palace. Magari si batterà per un premio ad un film minacciato da vicino dalla censura. Qualcuno, come noi, tifa a scatola chiusa per Kaurismaki, che è quarto nelle medie di Screen preceduto da Babel di Inarritu.





Per il ruolo di miglior attrice la Kirsten Dunst di Marie Antoinette potrebbe avere qualche chance, francesi permettendo, ma la concorrenza di Penolope Cruz, dell'attrice di Kaurismaki (Maria Jarvenhelmi) e della non professionista Adelaide Leroux (Flandres) potrebbe essere forte.



Tra gli attori una chance ce l'ha anche l'italiano Silvio Orlando, che deve però vedersela con Janne Hyytiainen (il Koistinen di Lights in the Dusk), con il turco Ebru Ceylan (Iklimer), con l'inglese Cillian Murphy (The Wind that shakes the barley), molto apprerzzato. Alcuni hanno citato anche Brad Pitt (Babel) e Giacomo Rizzo de L'amico di famiglia. Manca qualcuno?

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Wim Wenders presenta “Chambre 666”
Il mediometraggio, realizzato nel 1982, sarà proiettato alla sala Buñuel, alle 19.15


In occasione della proiezione di The House Is Burning, primo film di Holger Ernst, Wim Wenders presenterà il suo Chambre 666, mediometraggio del 1982 in programma alle 19.15. In questa pellicola l’autore tedesco s’interroga sul fatto se il cinema sia un linguaggio sul punto di scomparire o un arte che sta per morire.

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Palma d'oro a Ken Loach

Emmanuelle Béart ha consegnato la Palma d'oro del 59° Festival di Cannes all'inglese Ken Loach per The Wind that shakes the Barley. Pedro Almodovar, superfavorito della vigilia, ha ottenuto il premio per la sceneggiatura e il premio all'insieme delle interpreti del film Volver, tra cui Penelope Cruz e Carmen Maura.
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