00 07/11/2007 16:09
Re: Re:
t.r.e., 23/10/2007 12.47:



Luogo comune? Beh io credo che gli impresari delle major non siano quei cattivissimi generali come l'immaginario comune è solito pensare, ma allo stesso tempo seguo la musica da abbastanza tempo per non poter ignorare che "numero di singoli, quali singoli, quella chitarra là devi metterla là, quel passaggio deve andare in radio, in 5 anni 5 dischi, gretest hits al 10°anno" siano tutte robe che (per carità non sono campi di concentramento) vanno di pari passo con un contratto discografico. Quando una band (vedi radiohead e nin) sono sopra la media artistica e dunque hanno idee diverse di immagine, di "concetto", di gestione del proprio oggetto arte, allora la coercizione diviene più netta. Ce ne parlava anche Agostino Tilotta degli Uzeda l'altra sera quando lo intervistavamo. Ci diceva che la "Touch and go", per la quale pubblicano, è un'etichetta sui generis che non fa sentire il suo fiato sul collo delle band, ma che Albini (Steve) gli raccontava come la Geffen gli chiese di ammorbidire nettamente almeno 2 pezzi di "In Utero" (Nirvana) per poterli passare in radio.

Insomma come al solito la verità sta nel mezzo: major non dittatori ma neanche sorridenti motivatori. Band non schiavizzate, ma neanche libere di gestire il prodotto musica come gli pare.
Se poi qualcuno mi dice che le label devono per forza curare i propri interessi economici grazie a politiche di immagine e di accessibilità della musica, allora si entra in un discorso diverso: L'arte e il Commercio
lasciamo perdere va...
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Una domanda molto semplice: quanto costa il biglietto di un live dei Radiohead?