00 06/05/2007 21:10
Ieri notte Karolina, una bambina polacca di cinque anni, è stata uccisa da un trentaduenne italiano. Secondo la prima ricostruzione, il killer aveva litigato con due polacchi in un bar. Un testimone l'ha anche sentito pronunciare la frase: "Vengo a spararti fino a casa". Promessa mantenuta. Solo che i due polacchi, dopo la lite, non sono andati a casa loro, ma a casa di amici. L'italiano non lo sapeva. Quando li ha visti entrare, si è avvicinato alla porta e ha sparato. All'errore sulla casa si è aggiunto quello sul bersaglio. Colpita alla fronte, Karolina è morta all'istante. La notizia è stata data sia dall'Ansa, sia dai notiziari radiofonici, con l'avverbio "accidentalmente".

Abbiamo effettuato una ricerca incrociando le parole "ombrello" e "accidentalmente" per verificare se l'avverbio sia mai stato utilizzato nel riferire la notizia dell'omicidio del metrò di Roma. Vicenda orribile che, per la dinamica e per l'arma del delitto, può effettivamente suscitare qualche dubbio sulla 'accidentalità' dell'evento. O, per usare un termine tecnico, sulla 'preterintenzionalità" dell'omicidio. Bene, l'avverbio in questione non compare mai.

Di certo è improprio il suo utilizzo nella vicenda della bambina polacca. I giuristi chiamano casi come questo "aberratio ictus". L'esempio di scuola coincide esattamente col fatto accaduto ieri notte: Tizio spara un colpo di pistola contro Caio ma, per errore di persona, colpisce Sempronio. Se ne occupa il codice penale, all'articolo 82: "Quando, per errore nell'uso dei mezzi di esecuzione del reato, o per un'altra causa, è cagionata offesa a persona diversa da quella alla quale l'offesa era diretta, il colpevole risponde come se avesse commesso il reato in danno della persona che voleva offendere".

In conclusione: l'omicidio, forse accidentale (lo stabiliranno i magistrati) commesso da una rumena su una ragazza italiana, è stato subito presentato come "volontario". Mentre l'omicidio certamente volontario commesso da un italiano su una bambina polacca è subito diventato "accidentale".

E' uno spunto di riflessione in vista della elaborazione del codice etico su stampa e immigrazione.

da REPUBBLICA.IT