00 01/03/2006 12:28
Un intervento di carabinieri e polizia si conclude nel pestaggio di un marocchino irregolare che aveva perso le staffe. Ma il filmato di un testimone che riprende la scena con il suo videofonino inchioda i responsabili. La vicenda è stata resa nota grazie a uno scoop della Gazzetta di Modena. Oggi Kataweb vi propone il video dell'accaduto.
Domenica 19 febbraio, ore 10 circa. Una donna chiama insistentemente la polizia al 113, da un palazzo di via Adda, a Sassuolo (la città dove pochi mesi fa l'amministrazione ha deciso di espropriare un intero palazzo per ragioni di ordine pubblico). E' uno degli edifici da anni al centro di problemi di integrazione e di ordine pubblico. La donna chiede aiuto per la presenza di un uomo, un marocchino già noto che dorme da tempo su un pianerottolo.

L'uomo, Idrissi il nome, clandestino, l'avrebbe minacciata e, il giorno prima, avrebbe mandato in frantumi la vetrata del palazzo dove hanno sede la Cisl e i Testimoni di Geova. Pochi giorni prima, in condizioni analoghe, aveva danneggiato un'ambulanza che lo aveva soccorso. L'immigrato, quella domenica, è ferito al cuoio capelluto, sanguina, presumibilmente per una colluttazione della sera precedente. In commissariato cedono alle insistenze: un sovrintendente si reca sul posto, da solo e in borghese.

Al suo arrivo il poliziotto, riferirà poi, si trova di fronte a un uomo presumibilmente ubriaco. Non riesce a gestire la situazione, chiede rinforzi. La centrale dei carabinieri invia in via Adda la pattuglia del Nucleo radiomobile della compagnia cittadina. A bordo un carabiniere e un vicebrigadiere. Al loro arrivo trovano il sovrintendente in auto, che li attende. Pochi istanti e il terzetto si trova di fronte Idrissi.

Secondo il rapporto dei carabinieri, l'uomo, in stato confusionale, lancia loro sassi e li affronta con il collo di una bottiglia rotta. Il vicebrigadiere riesce a sfilargliela di mano, ma non a convincerlo a salire sull'auto di servizio. La situazione si protrae per una decina di minuti, l'uomo sanguina e si oppone, finchè il vicebrigadiere riesce ad allacciare una manetta al polso di Idrissi, che a quel punto cambia atteggiamento. Si denuda quasi completamente, restando in mutande e si butta a terra. Intanto un gruppo di giovani magrebini attirati dalle urla si avvicina. Uno di loro, con un videofonino, registra la scena, mentre altri contestano l'operato dei tre operatori di polizia. Nasce un alterco, documentato dal video.

Idrissi viene accompagnato in ospedale dove gli suturano la ferita e gli diagnosticano otto giorni di prognosi. Tanti quanti ne avrà il vicebrigabiere, per un pugno al volto che nel filmato non compare. Tre giorni di prognosi per il sovrintendente di polizia. Idrissi viene quindi arrestato dalla polizia e l'indomani, lunedì, condannato in tribunale a Modena a sei mesi di reclusione per resistenza e lesioni. E' ancora in carcere.

Il filmato viene consegnato dall'autore all'associazione dei Giovani musulmani d'Italia, che ha una sezione anche a Sassuolo. E' mercoledì quando le immagini del pestaggio compaiono sulla "bacheca" del sito, con l'invito a valutare l'operato delle forze dell'ordine. La notizia si diffonde e i responsabili del sito decidono di oscurare il video, e di consegnarlo alla Digos della questura di Reggio Emilia, la citta dove risiede la responsabile del sito. Invitano gli immigrati a collaborare correttamente con le istituzioni, e chiedono che i responsabili dell'episodio vengano puniti. Gli stessi carabinieri di Sassuolo si procurano il filmato e lo trasmettono con una informativa alla procura della Repubblica di Modena. Da Roma il comando dell'Arma annuncia l'immediato trasferimento dei due militari e l'apertura di un procedimento disciplinare, ringraziando l'associazione dei Giovani musulmani, in attesa delle determinazioni della magistratura.

In città scoppia la polemica: cittadini organizzano una raccolta di firme per i due carabinieri, le associazioni sindacali di polizia prendono posizione denunciando anni di illegalità, il sindaco della Margherita e pressochè ogni partito politico intervengono. Tutti ad attestare solidarietà ai due carabinieri, ma quasi tutti a chiedere che se qualcuno ha sbagliato venga punito. Fanno eccezione An, che dichiara fiducia "a prescindere" nei carabinieri, e la Lega Nord: l'onorevole Mario Borghezio si precipita in caserma, sabato 25 febbraio, viene ricevuto dal comandante provinciale ma non lo fanno parlare coi due militari sotto inchiesta. I quali ieri, lunedì, a rapporto dal comandante provinciale hanno ricevuto la conferma: devono lasciare Sassuolo. Uno di loro, i carabiniere di 120 chili che nel filmato sale coi piedi sul clandestino a terra, è stato destinato a fare da piantone presso il comando di Bologna.

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