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NEWS DALL'IRAN

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    Askani
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    00 31/01/2006 10:28
    INTESA TRA I CINQUE GRANDI, L'IRAN SARA' DEFERITO ALL'ONU
    LONDRA - I cinque Paesi membri permanenti concordano sul deferimento dell'Iran al Consiglio di sicurezza dell'Onu per il suo programma nucleare. Lo hanno annunciato i cinque (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna). in un comunicato diffuso in nottata a Londra.

    I cinque Paesi membri permanenti "hanno convenuto che la riunione straordinaria del Consiglio (dei governatori) dell'Aiea di questa settimana dovrà sottoporre al Consiglio di sicurezza la sua decisione sui passi richiesti all'Iran", afferma un comunicato congiunto diffuso al termine di una riunione dei ministri degli Esteri di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, oltre che della Germania. "Il Consiglio di sicurezza dovrà attendere il rapporto del direttore generale (dell'Aiea Mohammed ElBaradei) al Consiglio dei governatori dell'Agenzia (...) prima di prendere una decisione per rafforzare l'autorità dell'Aiea", aggiunge il comunicato dei cinque 'grandi, che dispongono del diritto di veto in Consiglio di sicurezza.

    I ministri degli Esteri dei cinque "chiedono all'Iran di ripristinare pienamente la sospensione delle attività collegate all'arricchimento (dell' uranio), compresi ricerca e sviluppo, sotto la supervisione dell'Aiea", prosegue il comunicato congiunto, sottolineando peraltro che tutti devono continuare a adoperarsi per una soluzione diplomatica della crisi innescata dal programma nucleare iraniano. Secondo un alto responsabile americano, Russia e Cina, inizialmente riluttanti, si sono unite alla posizione di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, secondo cui l'Aiea dovrà adottare una posizione ferma. "E' il messaggio più forte che avremmo potuto sperare", ha detto il responsabile Usa, che ha letto il comunicato al termine della cena tra i capi delle diplomazie, durata oltre quattr'ore. Il comunicato congiunto precisa che i ministri hanno convenuto che il Consiglio di sicurezza dell'Onu debba aspettare il rapporto del direttore generale dell'Aiea ElBaradei - che dovrebbe essergli richiesto dal Consiglio dei governatori dei prossimi giorni e dovrebbe essere da lui presentato in una successiva riunione, probabilmente il 6 marzo - prima di decidere quali azioni concrete intraprendere. Secondo il ministro francese Philippe Douste-Blazy, i partecipanti alla cena hanno "auspicato che un messaggio fermo della comunità internazionale sia inviato in maniera unita alle autorità iraniane, le quali devono capire che occorre che sospendano le attività nucleari sensibili". "La via diplomatica, la migliore, potrà allora riprendere", ha detto il titolare del Quai d'Orsay in un incontro con la stampa. Il ministro francese si è felicitato dell'unità mostrata dai cinque 'grandi', vedendovi "un successo della diplomazia europea". Il documento comune, il primo pubblicato dai cinque sullo spinoso dossier del programma nucleare iraniano, e' stato adottato al termine di una cena a Londra cui hanno partecipato i ministri degli Esteri Condoleezza Rice (Usa), Serghiei Lavrov (Russia), Li Zhaoxing (Cina), Philippe Douste-Blazy (Francia) e Jack Straw (Gb), nella residenza di quest'ultimo. Era presente anche il capo della diplomazia tedesca, Frank-Walter Steinmeier. Secondo un alto responsabile statunitense, quella decisa stanotte dai cinque è l'azione più decisa nei confronti di Teheran da diversi anni a questa parte. La riunione straordinaria del Board dell'Agenzia internazionale dell'Energia atomica, con all'ordine del giorno il controverso programma nucleare iraniano (secondo l'Occidente mirerebbe alla fabbricazione di armi atomiche), è in programma a Vienna giovedì prossimo.
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    00 01/02/2006 09:56
    TEHERAN - Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha avvertito oggi "le potenze fantoccio e alcuni Paesi che vogliono calpestare i diritti del nostro popolo" che la nazione iraniana non cederà alla loro "falsa propaganda". "La nazione iraniana non si piegherà davanti al linguaggio della forza di alcuni Paesi che pensano di essere tutto il mondo" e continuerà nel suo programma nucleare. "Il nemico - ha detto Ahmadinejad - non vuole il nostro sviluppo scientifico e tecnologico. Ma la nazione iraniana continuerà sulla sua strada fino alla piena realizzazione dei suoi diritti".
    Tra i diritti che le autorità di Teheran ribadiscono costantemente c'é anche quello di dotarsi di un programma nucleare completo di un ciclo per l'arricchimento dell'uranio. Ahmadinejad ha detto che la centrale di Bushehr, costruita da tecnici russi con una capacità di 1.000 megawatt, entrerà in funzione entro la fine del 2006 e che Teheran intende costruire numerose altre centrali per arrivare a produrre 20.000 megawatt di elettricità dall'energia nucleare.

    Lunedì sera a Londra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Francia, Gran Bretagna, Usa, Russia e Cina), più la Germania, si sono espressi per il rinvio del caso nucleare iraniano allo stesso Consiglio. "La nazione iraniana - ha affermato Ahmadinejad, che parlava in un comizio nella città meridionale di Bushehr - continuerà sulla strada della gloria e della vittoria, nell'unità e nella virtù". Durante il comizio, trasmesso in diretta tv, molti cittadini presenti hanno gridato a gran voce di avere seri "problemi" economici e sociali, chiedendo al governo di Ahmadinejad di risolverli.

    NUCLEARE: AIEA, IRAN HA DOCUMENTI SU FABBRICAZIONE BOMBA
    Gli iraniani hanno mostrato agli ispettori dell'Aiea documenti riguardanti la fabbricazione di elementi destinati all'arma nucleare, pur esigendo che restassero sotto sigillo in Iran. Lo afferma l'Aiea in un documento di 15 pagine che verrà discusso nella riunione di domani a Vienna del Consiglio dei governatori, che dovrà decidere se rinviare il dossier nucleare iraniano al Consiglio di sicurezza dell'Onu, passo su cui concordano i 5 membri permanenti del Consiglio.

    L'Iran ha risposto affermando che ciò sarebbe la fine della ricerca di una soluzione diplomatica. Teheran, pur affermando di voler cercare una via d'uscita attraverso i negoziati, rifiuta di cedere sulla ripresa delle attività di "ricerca e sviluppo" sul combustibile nucleare. Il presidente Ahmadinejad ha ribadito che l'Iran "non rinuncerà ai propri diritti" e minacciato di sospendere l'applicazione di un protocollo che autorizza l'Aiea a condurre ispezioni più severe e a sorpresa dei suoi impianti nucleari.
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    Askani
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    00 01/02/2006 09:56
    STATO DELL'UNIONE: BUSH ALL'ATTACCO SU IRAN E TERRORISMO
    WASHINGTON - Un presidente George W. Bush all'offensiva su tutti i fronti - dall'Iran alle intercettazioni - nel suo discorso sullo Stato dell'Unione dove ha concesso molto spazio alla politica estera. Il suo discorso alle Camere riunite, trasmesso in diretta da tutte le maggiori Tv americane, è stato interrotto di frequente dagli applausi dei repubblicani mentre i democratici hanno scelto selettivamente le occasioni in cui unirsi all'applauso, come nell'omaggio iniziale, ad esempio, reso da Bush a Coretta King, la vedova di Martin Luther King, deceduta poche ore prima.

    Al discorso hanno assistito, come è tradizione, le massime cariche dello Stato, dai generali alla magistratura, con l'unica eccezione di un membro del governo, quest'anno è toccato al ministro dei veterani Jim Nicholson, tenuto lontano dal Congresso per garantire la continuità nel caso di una strage in occasione dell'evento annuale. Il presidente Bush ha detto che gli Stati Uniti intendono restare all'offensiva nella guerra al terrorismo e in Iraq. "Abbiamo ucciso o catturato molti leader di Al Qaida. Per gli altri arriverà presto il loro giorno - ha detto Bush - Siamo all'offensiva in Afghanistan e in Iraq, dove abbiamo un chiaro piano per la vittoria". "La strada per la vittoria è anche la strada che porterà le nostre truppe a casa. Mentre le forze irachene progressivamente assumono sempre più responsabilità saremo in grado di diminuire il livello delle nostre truppe - ha aggiunto il presidente - Ma queste decisioni devono essere prese dai nostri comandanti militari non dai politici a Washington".

    Tra gli ospiti di Bush nella tribuna d'onore, accanto alla first lady Laura, c'erano i familiari di un sergente dei marine ucciso in Iraq. Ma Cindy Sheehan, madre di un altro soldato ucciso in Iraq, diventata un simbolo della opposizione alla guerra è stata arrestata poco prima dell'inizio del discorso di Bush, nella tribuna del pubblico, dove era stata invitata da un deputato democratico. Parlando del Medio Oriente, Bush ha sottolineato che i palestinesi hanno votato nelle elezioni e che "adesso i leader di Hamas devono riconoscere Israele, disarmarsi, respingere il terrorismo e lavorare per una pace durevole". Bush ha descritto l'Iran come "una nazione tenuta in ostaggio da una piccola elite clericale che isola e reprime il suo popolo. Il regime di quel paese patrocina il terrorismo nei territori palestinesi e in Libano e questo deve finire".

    "Il governo iraniano sta sfidando il mondo con le sue ambizioni nucleari e le nazioni del mondo non devono consentire al regime iraniano di ottenere armi nuclearì, ha aggiunto il presidente americano. Parlando della lotta al terrorismo Bush ha chiesto al Congresso di "riautorizzare il Patriot Act" e notato che i dirottatori dell'11 settembre avevano avuto contatti telefonici dagli Usa con dirigenti di Al Qaida all'estero. "Così per prevenire un altro attacco, sulla base dell'autorità datami dalla Costituzione, ho autorizzato un programma di sorveglianza del terrorismo per controllare aggressivamente le comunicazioni internazionali dei sospetti terroristi di Al Qaida dall'America o con l'America", ha detto Bush difendendo il suo controverso programma di intercettazioni.

    Il presidente ha affermato che questo programma di sorveglianza "ha contribuito a prevenire attacchi terroristici e resta essenziale per la sicurezza dell'America". Sul piano economico Bush ha detto che l'America deve trovare nuove fonti di energia. "L'America soffre di dipendenza dal petrolio che è spesso importato da regioni instabili del mondo - ha detto Bush - La nostra meta è rendere l'etanolo pratico e competitivo entro sei anni. Dobbiamo, grazie anche all'uso di nuove tecnologie, rimpiazzare oltre il 75 per cento di importazioni di petrolio dal Medio Oriente entro il 2025".

    Bush ha annunciato un piano per migliorare l'istruzione incoraggiando 70 mila docenti a specializzarsi in corsi di più alto livello in matematica e scienze. Ha chiesto al Congresso di rendere permanenti gli sgravi fiscali da lui annunciati e di varare una legge che proibisca la clonazione umana. L'applauso più scrosciante si è levato quando Bush ha citato i nuovi giudici della Corte Suprema, John Roberts e Samuel Alito, appena confermati dal Congresso al nuovo incarico: l'italo-americano Alito, confermato proprio martedì, era al suo primo giorno di lavoro. La cerimonia di giuramento era stata affrettata proprio per consentirgli di partecipare al suo primo Stato dell'Unione nelle nuove vesti.
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    00 16/02/2006 13:18
    PARIGI - Per la prima volta, il capo della diplomazia francese Philippe Douste-Blazy ha definito il programma nucleare iraniano ''militare'' e ''clandestino''.

    ''Oggi e' molto semplice: nessun programma nucleare civile puo' spiegare il programma nucleare iraniano'', ha detto il ministro degli Esteri alla televisione France-2.

    ''Dunque, e' un programma nucleare iraniano militare clandestino'', ha aggiunto.

    L'Iran ha confermato martedi' scorso la ripresa dei suoi lavori di arricchimento dell'uranio nell'impianto di Natanz, nel centro dell'Iran, precisando che non e' per ora un programma su scala industriale.
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    Askani
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    00 08/04/2006 18:00
    WASHINGTON - L'amministrazione del presidente George W. Bush starebbe preparando una campagna di massicci bombardamenti contro l'Iran anche con l'impiego di armi nucleari, per distruggere gli impianti di Natanz dove Washington sospetta che la Repubblica islamica lavori a costruire la bomba atomica. Lo scrive la rivista americana New Yorker nel numero che uscirà lunedì.

    Secondo il prestigioso periodico, Bush e altri responsabili della Casa Bianca considerano il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad come un potenziale Adolf Hitler.

    "E' questo il nome che utilizzano", ha detto il noto giornalista investigativo Seymour Hersh, autore dell'articolo, che cita un ex responsabile di alto livello dei servizi segreti. Hersh ha al suo attivo, tra l'altro, inchieste come quella sulla strage di My Lai durante la guerra del Vietnam, per cui ottenne il Pulitzer, e più recentemente quella che ha portato alla luce le torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib.

    Nell'articolo, un anonimo consigliere del Pentagono afferma dal canto suo che "La Casa Bianca ritiene che la sola maniera di risolvere il problema è di cambiare la struttura di potere in Iran, e questo vuol dire la guerra".

    L'ex responsabile dei servizi segreti descrive i preparativi come "enormi", "febbrili" e "operativi", ha scritto Hersh. Un ex responsabile della Difesa afferma che i preparativi militari sono fondati sul presupposto che "bombardamenti sostenuti in Iran umilierebbero la dirigenza religiosa e porterebbero la popolazione a sollevarsi e a rovesciare il governo", scrive il New Yorker.

    Nelle ultime settimane, Bush ha avviato con discrezione una serie di consultazioni con senatori e membri della Camera dei rappresentanti per esplorare le opzioni nei riguardi dell'Iran. Una delle opzioni - scrive la rivista - comprende il possibile utilizzo di armi nucleari tattiche di distruzione di bunker, quali del bombe B61-11, per distruggere il principale impianto di produzione nucleare iraniano situato a Natanz, in Iran centrale, dove si concentrano le attività per l'arricchimento dell'uranio all'origine della grave crisi fra Teheran e la comunità internazionale.

    L'opzione nucleare ha però provocato divisioni fra i militari, secondo l'ex responsabile dell'intelligence citato; e addirittura la minaccia di dimissioni da parte di certi ufficiali dopo che è fallito un tentativo di far scartare questa opzione.

    "Fra i militari ci sono forti sentimenti di opposizione all'utilizzo di armi nucleari contro altri Paesi", scrive il New Yorker citando il consigliere del Pentagono. Questa fonte da parte sua prevede che bombardare l'Iran potrebbe provocare una "reazione a catena" di attacchi contro gli interessi e i cittadini americani nel mondo e potrebbe rafforzare gli Hezbollah, la milizia sciita libanese. "Se lo facessimo - afferma il consigliere - la metà meridionale dell'Iraq si incendierebbe".
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    Askani
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    00 10/04/2006 18:13
    (ANSA) - NEW YORK, 10 APR - Il presidente George Bush ha definito una 'pura illazione' l'intenzione di usare l'atomica contro impianti nucleari sotterranei iraniani. Il presidente degli Stati Uniti fa riferimento alle rivelazioni del settimanale New Yorker. 'Sono pure illazioni, del genere che circola spesso qui a Washington', ha detto Bush riprendendo dichiarazioni del suo portavoce Scott McClellan. McClellan aveva pero' ammesso che il Pentagono sta conducendo 'normali attivita' di programmazione militare'.
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    indifference
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    00 10/04/2006 20:42
    ***
    non mi stupirei se un domani gli USA buttassero delle armi atomiche contro l'iran. e non mi stupirei nemmeno se l'iran utilizzasse qualche arma nucleare..magari al centro di NewYork.
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    Doz3r
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    00 10/04/2006 22:33
    io invece questa volta penso proprio che gli USA, non attaccheranno, se non attraverso vie ufficiali quali l'ONU.

    credo che questa volta sensa il consenso dell'ONU, si troverebbero soli e non credo si muoveranno.

    almeno lo spero.
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    Askani
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    00 15/04/2006 11:48
    GERUSALEMME - Shimon Peres, numero due del partito al governo in Israele Kadima, ha detto oggi che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad fara' ''la stessa fine'' dell'iracheno Saddam Hussein.

    ''Cio' che dice il presidente iraniano ricorda quello che proclamava Saddam Hussein, e Ahmadinejad conoscera' la sua stessa fine'', Ha dichiarato Peres secondo quanto riferito dalla radio pubblica israeliana.

    ''Il presidente iraniano rappresenta Satana e non Dio. La storia ha gettato nell'immondizia questi dementi che impugnano la spada''.

    Il riferimento era alle dichiarazioni di ieri del presidente iraniano il quale ha ripetuto che a suo parere ''il regime sionista e' in via di sparizione'' ed ha messo in dubbio l'olocausto.
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    poisonedTooth
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    00 15/04/2006 21:37
    Spero che sia finita l'era delle guerre preventive. L'esperienza irachena ha fatto capire che una guerra non può mai essere motivata da buoni propositi. Abbattere un dittatore, instillare la democrazia, portare la libertà occidentale: bellissime cose, ma a chi demandiamo questo onere gravoso ? Ci fidiamo ? L'iraq è prossimo alla guerra civile, le armi di distruzione di massa NON si sono mai trovate e sono morti migliaia di uomini, fra civili e militari. Mi auguro che non ci sia mai una guerra contro l'Iran, e mi auguro che Israele ne resti fuori, comunque si decida di procedere: penso che sarebbe un grandissimo autogol per l'occidente. E una sconfitta.. e l'ennessima ammissione che l'occidente non sa più parlare, se non con le armi.

    Quanto a quell'animale di Ahmadinejad non penso che ci sia molto da dire, se non augurarsi che simili bestie non mettano più piede nella stanza dei bottoni...
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    Askani
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    00 16/04/2006 17:33
    ma poi io penso...ma questa gente nn muore mai di cancro....infarti....o cose del genere..???
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    Askani
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    00 06/09/2006 12:54
    CONSENTITEMI DI RISPONDERE A ENTRAMBI CON UN O'CA.. ATOMICO!!!
    BUSH: IRAN COME AL QAIDA
    Cinque anni dopo gli attacchi all'America dell'11 Settembre 2001, al Qaida è indebolita, ma resta pericolosa. E alla minaccia dell'estremismo sunnita costituita dall'organizzazione terroristica di Osama bin Laden si somma quella dell'estremismo sciita, alimentato dall'Iran, il cui presidente Mahmud Ahmadinejad è "un tiranno" e cui la comunità internazionale impedirà di dotarsi dell'atomica, perché è pericoloso come al Qaida. E' un discorso a 360 gradi quello che il presidente George W. Bush pronuncia, di fronte all'Associazione degli Ufficiali riunita a Washington, sulla guerra al terrorismo, che "continua perché sarebbe folle pensare di negoziare" con certi nemici: con c'é fronte del conflitto che non venga toccato, in presenza di rappresentanti dei Paesi di recente vittime del terrorismo.

    All'insegna della formula 'L'America è più sicura, ma non é ancora sicurà, Bush martella con le sue certezze l'opinione pubblica statunitense, mentre s'avvicina il V anniversario degli attacchi kamikaze dell'11 Settembre 2001 e quando il pallottoliere della morté del Pentagono s'appresta a contare 3.000 perdite sui fronti di guerra in Iraq e in Afghanistan. I militari americani morti nella lotta al terrorismo sono già arrivate a 2.985, con i due marines e il marinaio uccisi ieri in Iraq nella provincia di al Anbar, la più letale per le forze americane, roccaforte dell'insurrezione sunnita. Nel suo discorso, Bush cita le parole dei terroristi per scuotere l'America dai dubbi che l'attanagliano sulla vittoria in Iraq che, del conflitto, è "il fronte principale" -lo pensa pure al Qaida-. Il presidente dice: "Bin Laden e i suoi alleati hanno messo in chiaro le loro intenzioni come l'avevano fatto, prima di loro, Lenin e Hitler. Il problema è se noi presteremo ascolto, se faremo attenzione a quanto quel malvagio dice": Torna il paragone tra terrorismo integralista e totalitarismi del XX Secolo, anche se Bush, questa volta, non parla di islamo- fascisti.

    E il presidente aggiunge: "Coloro che ci attaccarono l'11 Settembre 2001 erano persone senza coscienza, ma non erano pazzi. E' gente che uccide in nome di un'ideologia chiara e mirata, un credo che è crudele ma non è folle". Se l'America non risponde, non tiene duro, se si ritira, la storia ne giudicherà il fallimento "con una chiarezza senza appello": "I terroristi credono che siamo un Paese in decadenza, ma si sbagliano". Gli Stati Uniti resteranno in Iraq fino alla vittoria. Il discorso di Bush echeggia i richiami storici ai cedimenti degli Anni Trenta di fronte al regime nazista, già sfruttati, in loro sortite, dal vicepresidente Dick Cheney e dal segretario alla difesa Donald Rumsfeld. E il segretario di Stato Condoleezza Rice approfondisce la prospettiva: paragona chi oggi predica la conciliazione con i terroristi e il ritiro dall'Iraq agli scettici dei tempi della Guerra Civile degli Stati Uniti, quella di Abramo Lincoln.

    In vista dell'anniversario dell'11 Settembre, ma soprattutto in funzione delle elezioni politiche di midterm del 7 novembre, che si giocano sull'irritazione per l'andamento del conflitto in Iraq e la paura di nuovi attacchi sul territorio americano, la Casa Bianca aggiorna la strategia nazionale antiterrorismo. Il nuovo documento in 23 pagine e cinque punti, gli stessi della versione di maggio, vanta progressi, sostiene che la rete di al Qaida "s'é degradata in modo significativo", ma aggiunge che il nemico ha intanto adattato le sue difese e i suoi strumenti ed è "ancora pericoloso". Il presidente, che riceve alla Casa Bianca un alleato arabo, lo sceicco del Kuwait Al-Saban, e la sua Amministrazione camminano verso le elezioni sul filo della paura degli americani: pensano che più riescono a sollecitarla, più voti i repubblicani prenderanno. Fran Townsend, consigliere speciale del presidente per la sicurezza interna e l'antiterrorismo, assicura che non c'é intenzione di alzare il livello d'allarme per l'11 settembre. Ma la pubblicazione della revisione della strategia avviene poco dopo che al Qaida ha rinnovato le sue minacce, con un video che, sabato, ha avuto protagonisti il 'numero due' dell'organizzazione terroristica Ayman al Zawahiri ed un adepto americano, Adam Yehiye Gadahn. La Townsend dice di non credere che la sortita dei terroristi sia un presagio di nuovi attacchi. Ma l'importante è lasciare il germe del dubbio nell'opinione pubblica: c'é la convinzione che crescerà, diventerà angoscia e produrrà il frutto di una vittoria alle urne.

    AHMADINEJAD A BUSH, NON SEI NULLA DAVANTI A DIO
    Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha risposto oggi a George W. Bush, che ieri aveva messo sullo stesso piano il pericolo appresentato dalla Repubblica islamica con quello di Al Qaida, affermando che il presidente americano non e' ''nulla davanti a Dio''. ''Siamo sicuri - ha aggiunto Ahmadinejad, citato dall'agenzia semi-ufficiale Fars - che il mondo si sta rapidamente incamminando verso il governo del nobile Islam di Maometto''.
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