00 19/04/2005 10:26
Ho letto circa i 3/4 del romanzo d'esordio di questo insegnante di letteratura francese: l'ho trovato pesante, autocelebrativo, eccessivamente citazionista(sia nei contenuti, sia nella forma proustiana) e un po' troppo sullo stile(che tra l'altro non tollero) Philip Roth.
Senza contare che in generale i "libri che parlano di ebrei" mi ha un po' rotto i coglioni(non certo per questioni razziali, bensì per l'inflazione pletorica).
Ora mi domando: tutto questo successo che sta avendo è dovuto alla qualità del romanzo(tra l'altro difficile, non certo un "codice da vinci")o alla immensa campagna pubblicitaria messa in piedi dalla Mondadori? Piperno ha dichiarato che lui, all'inizio, aveva prorposto il romanzo all'Adelphi, ma che questa avrebbe poi detto che non rientrava nella propria linea editoriale...bah.