NEWS DALL'IRAN

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Askani
00domenica 16 aprile 2006 17:33
ma poi io penso...ma questa gente nn muore mai di cancro....infarti....o cose del genere..???
Askani
00mercoledì 6 settembre 2006 12:54
CONSENTITEMI DI RISPONDERE A ENTRAMBI CON UN O'CA.. ATOMICO!!!
BUSH: IRAN COME AL QAIDA
Cinque anni dopo gli attacchi all'America dell'11 Settembre 2001, al Qaida è indebolita, ma resta pericolosa. E alla minaccia dell'estremismo sunnita costituita dall'organizzazione terroristica di Osama bin Laden si somma quella dell'estremismo sciita, alimentato dall'Iran, il cui presidente Mahmud Ahmadinejad è "un tiranno" e cui la comunità internazionale impedirà di dotarsi dell'atomica, perché è pericoloso come al Qaida. E' un discorso a 360 gradi quello che il presidente George W. Bush pronuncia, di fronte all'Associazione degli Ufficiali riunita a Washington, sulla guerra al terrorismo, che "continua perché sarebbe folle pensare di negoziare" con certi nemici: con c'é fronte del conflitto che non venga toccato, in presenza di rappresentanti dei Paesi di recente vittime del terrorismo.

All'insegna della formula 'L'America è più sicura, ma non é ancora sicurà, Bush martella con le sue certezze l'opinione pubblica statunitense, mentre s'avvicina il V anniversario degli attacchi kamikaze dell'11 Settembre 2001 e quando il pallottoliere della morté del Pentagono s'appresta a contare 3.000 perdite sui fronti di guerra in Iraq e in Afghanistan. I militari americani morti nella lotta al terrorismo sono già arrivate a 2.985, con i due marines e il marinaio uccisi ieri in Iraq nella provincia di al Anbar, la più letale per le forze americane, roccaforte dell'insurrezione sunnita. Nel suo discorso, Bush cita le parole dei terroristi per scuotere l'America dai dubbi che l'attanagliano sulla vittoria in Iraq che, del conflitto, è "il fronte principale" -lo pensa pure al Qaida-. Il presidente dice: "Bin Laden e i suoi alleati hanno messo in chiaro le loro intenzioni come l'avevano fatto, prima di loro, Lenin e Hitler. Il problema è se noi presteremo ascolto, se faremo attenzione a quanto quel malvagio dice": Torna il paragone tra terrorismo integralista e totalitarismi del XX Secolo, anche se Bush, questa volta, non parla di islamo- fascisti.

E il presidente aggiunge: "Coloro che ci attaccarono l'11 Settembre 2001 erano persone senza coscienza, ma non erano pazzi. E' gente che uccide in nome di un'ideologia chiara e mirata, un credo che è crudele ma non è folle". Se l'America non risponde, non tiene duro, se si ritira, la storia ne giudicherà il fallimento "con una chiarezza senza appello": "I terroristi credono che siamo un Paese in decadenza, ma si sbagliano". Gli Stati Uniti resteranno in Iraq fino alla vittoria. Il discorso di Bush echeggia i richiami storici ai cedimenti degli Anni Trenta di fronte al regime nazista, già sfruttati, in loro sortite, dal vicepresidente Dick Cheney e dal segretario alla difesa Donald Rumsfeld. E il segretario di Stato Condoleezza Rice approfondisce la prospettiva: paragona chi oggi predica la conciliazione con i terroristi e il ritiro dall'Iraq agli scettici dei tempi della Guerra Civile degli Stati Uniti, quella di Abramo Lincoln.

In vista dell'anniversario dell'11 Settembre, ma soprattutto in funzione delle elezioni politiche di midterm del 7 novembre, che si giocano sull'irritazione per l'andamento del conflitto in Iraq e la paura di nuovi attacchi sul territorio americano, la Casa Bianca aggiorna la strategia nazionale antiterrorismo. Il nuovo documento in 23 pagine e cinque punti, gli stessi della versione di maggio, vanta progressi, sostiene che la rete di al Qaida "s'é degradata in modo significativo", ma aggiunge che il nemico ha intanto adattato le sue difese e i suoi strumenti ed è "ancora pericoloso". Il presidente, che riceve alla Casa Bianca un alleato arabo, lo sceicco del Kuwait Al-Saban, e la sua Amministrazione camminano verso le elezioni sul filo della paura degli americani: pensano che più riescono a sollecitarla, più voti i repubblicani prenderanno. Fran Townsend, consigliere speciale del presidente per la sicurezza interna e l'antiterrorismo, assicura che non c'é intenzione di alzare il livello d'allarme per l'11 settembre. Ma la pubblicazione della revisione della strategia avviene poco dopo che al Qaida ha rinnovato le sue minacce, con un video che, sabato, ha avuto protagonisti il 'numero due' dell'organizzazione terroristica Ayman al Zawahiri ed un adepto americano, Adam Yehiye Gadahn. La Townsend dice di non credere che la sortita dei terroristi sia un presagio di nuovi attacchi. Ma l'importante è lasciare il germe del dubbio nell'opinione pubblica: c'é la convinzione che crescerà, diventerà angoscia e produrrà il frutto di una vittoria alle urne.

AHMADINEJAD A BUSH, NON SEI NULLA DAVANTI A DIO
Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha risposto oggi a George W. Bush, che ieri aveva messo sullo stesso piano il pericolo appresentato dalla Repubblica islamica con quello di Al Qaida, affermando che il presidente americano non e' ''nulla davanti a Dio''. ''Siamo sicuri - ha aggiunto Ahmadinejad, citato dall'agenzia semi-ufficiale Fars - che il mondo si sta rapidamente incamminando verso il governo del nobile Islam di Maometto''.
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