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Zodiac

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2007 10:36
28/05/2007 14:04
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Ciao a tutti
Discussione e sito molto interessanti, se non vi offendete vi posto la mia recensione di Zodiac presa dal forum dove scrivo di solito, a titolo di contributo al thread.

Ed intanto dò un'altra occhiata in giro nel forum...




This is Zodiac speaking
Fare un Killer-movie è ormai una moda compassata, che negli anni si è arricchita di continue innovazioni stilistiche e contaminazioni di genere. Fincher ci riporta in parte indietro ed in parte ci trascina in avanti. Il suo Zodiac non è un killer movie invasivo, perturbante, ai confini con lo splatter. Zodiac non racconta la storia di un serial killer, racconta l'ossessione di coloro che scrissero di lui e lo cercarono per catturarlo.



Trama

Il film è lungo e prolisso, 155 minuti con una parte iniziale che semina gli eventi che poi saranno collegati, i delitti avvenuti sul finire degli anni '60 nelle contee rurali vicino a S.Francisco. Nell'estate del 1969 arriva alla redazione del S.Francisco Chronicle la prima lettera con messaggio cifrato del Killer. Ne seguiranno altre, molte altre.
Ad indagare quattro uomini, due poliziotti, due giornalisti, Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal) il vignettista, il cinico collega giornalista Paul Avery (Robert Downey Jr.) e i detective Dave Toschi (Mark Ruffalo) e Bill Armstrong.
L'ossessione per la verità li divorerà.
Il film ci mostra il loro disfacimento, il loro sfiorare la verità per vederla poi scivolare via dalle proprie dita, continuamente, sistematicamente.
Anche il finale rimane aperto.
A tratti la lunghezza si fa sentire, in una pellicola che dopo la prima mezz'ora si trasforma da Killer-story in reporter-story, (ricordate “Tutti gli uomini del Presidente”) e che si dipana in più di 20 anni, perdendo protagonisti e riacquistandoli, attraverso un apparire e riapparire di uomini, esperti, indiziati, poliziotti locali che rischia di frastornare chi tra il pubblico si aspetti incautamente uno scenario più classico; ma il gioco di Fincher, funziona, e se le tessere di domino non si incastrano perfettamente è perchè la realtà sceneggia trame “imperfette”, proprio come la storia di questo Zodiac.


Doppiaggio e Metacinema
Il doppiaggio fa perdere qualcosa a pellicole giocate sul filo delle parole, e della cripticità verbale dell'assassino credo che rimanga poco in traduzione italiana. Ma attraverso la traduzione perdiamo anche quasi traccia delle citazioni cinematografiche, o meglio, rischiamo una certa confusione. Il supposto titolo italiano della pluricitata pellicola “la preda pericolosa” è una fusione (credo impropria) di due titoli, "La Pericolosa Partita" (the most dangerous game) del 1932 (che è il titolo corretto del film, visto che ne viene citato anche un personaggio, il conte Zaroff) ed un remake di questo stesso film, però a colori e con diversi protagonisti, del 1956, titolato in italiano “La preda umana” ma il cui titolo originale è un poco inerente “Run for the sun”.
L'altro film che viene mostrato è un classico del poliziesco di genere degli anni '70, “Ispettore Callagan: Il caso Skorpio è tuo”, del 1971, che su ispirazione cronachistica traccia un'immagine particolarmente cinica della giustizia, Callaghan non riesce infatti ad ottenerla per via giudiziaria e quindi uccide Skorpio e dopo getta il distintivo... ma nella realtà le cose non vanno così, e l'ispettore Toschi, anche se porta la pistola come lo Steve McQueen di Bullit (ma è l'attore che si ispira a lui, non viceversa) non sparerà nemmeno un colpo durante tutta la pellicola. Il genere poliziesco compare per essere deliberatamente messo in contrappunto con la “realtà”, che non si piega alle regole della finzione.





Regia e Attori

Fincher dimostra maturità, con una regia pulita, semplice, senza grandi movimenti di macchina, ricostruendo molto bene le “atmosfere” degli anni sessanta, ottima la sua resa delle scene degli omicidi (specie quello sul lago) e della sequenza di maggior thrilling, nello scantinato del proiezionista.
Non c'è ricerca di nutrire la tensione, di ricercare continuamente il colpo di scena, anzi la pellicola a tratti scende su binari quasi documentaristici (forse in questo la seconda parte marca un difetto di tenuta filmica), mentre la fotografia, compatta ed uniforme, aiuta nel creare quell'asciutta atmosfera di cronaca.
Dal punto di vista della recitazione mi è sembrata buona la prova di Ruffalo, soprattutto negli sbrigativi dialoghi con Gyllenhaal, a fronte di un Downey Jr. bravo ma forse troppo istrionico.

Note a Margine

-In una scena si vede Toschi fermarsi per qualche istante con l'auto nell'angolo tra la washington e Maple street (dove viene ucciso il tassista), l'ispettore lo ha fatto realmente, 10 minuti, una volta l'anno, l'11 ottobre, dall'anno dell'omicidio, per molti a seguire.
-Kathleen Johns non è una (quasi)vittima accertata del killer dello zodiaco. Lei comunque riuscì a fuggire gettandosi fuori dall'auto mentre questa era ferma ad un incrocio e gettandosi tra gli arbusti, assieme alla bambina di 10 mesi. La donna era anche incinta, al 7 mese di gravidanza. Identificò il killer in base ad un identikit, e solo dopo che la notizia apparve sul giornale Zodiac in una lettera rivendicò il tentativo.
-Nel sito www.zodiackiller.com c'è una pagina web dove è possibile segnalare nuovi individui sospettati di essere il killer dello Zodiaco. Se non mi credete guardate al link http://www.zodiackiller.com/Suspect.html



Giudizio Sintetico:

C'è molta ricerca nel nuovo film di Fincher, ed anche impegno cronachistico; tuttavia la pellicola mostra un po' di fiato corto, specie nella seconda parte, dove l'eccesso di date, passaggi temporali, profili di sospetti, riscontri e svolte nelle ricerche frammentano la linearità della trama, che scegliendo di non avvalersi di flashback, è destinata a rarefarsi man mano che la storia stessa (reale, giornalistica) perde dell'intensità dei primi anni.
Comunque, fuori dalle categorizzazioni di genere quello di Fincher resta un buon film, ben confezionato, interessante nonostante la lunghezza ed una certa verbosità, con l'assistenza di una fotografia non convenzionale e supportato da attori di livello.
Il regista ha dichiarato che il suo è il “killer-movie definitivo”... Ecco, probabilmente questo è un eccesso di presunzione, però sicuramente questo film non è un killer-movie qualunque..


Voto complessivo: 7

Consigliato a: Chi apprezza i report-movie
Sconsigliato a: Chi si aspetta un thriller canonico

La frase:
“perchè l'uomo è l'animale più pericoloso di tutti”


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