Zodiac

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Prof V
00domenica 6 maggio 2007 22:13




Un film di David Fincher. Con Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Anthony Edwards, Brian Cox, Elias Koteas.

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Quella raccontata dal film di David Fincher è una storia realmente accaduta a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70. Un serial killer uccise sette persone, tre uomini e quattro donne, lasciando dietro di sé una lunga serie di indizi e tracce (segni indicanti i simboli dello zodiaco, da cui il celebre soprannome) che però non seppero essere utili agli investigatori, incapaci di chiudere il caso e assicurare alla giustizia il colpevole. Molte altre vittime di omicidi irrisolti dell'epoca vennero "accreditate" a Zodiac, anche se sull'intera vicenda permane ancora oggi una fitta coltre di nebbia (elemento ben presente anche nel poster del film) e di mistero. Zodiac rivendicò infatti alcuni degli omicidi attraverso lettere spedite a quotidiani e magazine, scritte con caratteri cifrati e recanti simboli particolari, in modo tale che fosse chiara la presenza del suo "marchio di fabbrica". La vicenda, prima di essere portata al cinema da David Fincher, era stata oggetto di trattazione nella serie televisiva Millenium, nel telefilm Nash Bridges e nel film per la televisione The Limbic Region.


Prof V
00domenica 6 maggio 2007 22:16
trailer
Prof V
00domenica 6 maggio 2007 22:19
Lorenzo.studente
00domenica 6 maggio 2007 22:44
Casi irrisolti, omicidi efferati i cui responsabili sono ancora sulla tracce del mistero.
Constatiamo altri casi di serial killer, i loro processi, le loro condanne.
La giustizia si è dimostrata clemente per alcuni a discapito di altri.
Un sistema che basa il proprio principio sull'equità, viene costantemente smentito dall'uomo e dalla sua fallibilità.
Sposto il tiro del concetto sulla naturale affermazione che, un sistema legislativo è frutto dei valori assorbiti dal contesto culturale che pervade il periodo in cui sono interiorizzati.
O invece, un'idea di legge universale è sempre esistita e la sua mancata riproposizione è generata da interpretazioni passate erroneamente al vaglio dalla storia umana?
Legge come prodotto artifciale o organismo a sè stante?

[Modificato da Lorenzo.studente 06/05/2007 22.58]

V for VINCENZO
00domenica 6 maggio 2007 23:00
Quella di Fincher è una mossa rischiosa... Dopo Seven, supremo capolavoro, i paragoni si sprecheranno... Speriamo bene...
ulde
00lunedì 21 maggio 2007 18:37
Visto sabato...
Se7en è altro. Film più maturo, all'apparenza dalla regia "classica" e rigorosa ma con una capacità di avvolgere i personaggi e una serie di virtuosismi nascosti fantastiche. Un puzzle dalle infinite e quindi nessuna soluzione.
Personaggi che non riescono a prendere spessore se non all'interno della vicenda criminosa, l'attenzione è tutta focalizzata sulla storia e tutto prende forma solo se "toccato" dalla vicenda stessa. Sarebe stato perfetto con una mezz'ora in meno (dura due ore a tre quarti) e un altro protagonista al posto di Gyllenhaall...
skagpaul
00martedì 22 maggio 2007 16:26
Re:

Scritto da: ulde 21/05/2007 18.37
Visto sabato...
Se7en è altro. Film più maturo, all'apparenza dalla regia "classica" e rigorosa ma con una capacità di avvolgere i personaggi e una serie di virtuosismi nascosti fantastiche. Un puzzle dalle infinite e quindi nessuna soluzione.
Personaggi che non riescono a prendere spessore se non all'interno della vicenda criminosa, l'attenzione è tutta focalizzata sulla storia e tutto prende forma solo se "toccato" dalla vicenda stessa. Sarebe stato perfetto con una mezz'ora in meno (dura due ore a tre quarti) e un altro protagonista al posto di Gyllenhaall...




Concordo praticamente su tutto, anche se Gyllenhall non mi sembra affatto male, e comunque finora non mi è mai dispiaciuto nelle sue interpetazioni,anzi...Forse qui mi ha esaltato un pò di meno,è vero. Per il resto, il film della maturirà per Fincher, del rigore, del contenimento,della misura. E non è poco. Esteticamente passa indubbiamente in secondo piano rispetto ai vari Seven e Fight Club, ma mi sento di dire che sia una scelta voluta, quasi autoimposta, una sorta di sfida registica che Fincher si è lanciato da solo per vedere se poteva riuscire anche in questo...Credo che sia stato coraggioso,saggio e che vi sia riuscito più che bene.
Un regista tra i pochi da poter seguire con vero interesse nell'"empireo hollywoodiano"...
t.r.e.
00mercoledì 23 maggio 2007 18:36
il thriller è un genere morto?
ulde
00mercoledì 23 maggio 2007 20:41
Direi di no.
E soprattutto io non prenderei "Zodiac" come thriller... Lo avvicinerei di più ad un cinema-inchiesta. Poca azione, molto più interesse per l'indagine e, soprattutto, per l'ossessione che distrugge i protagonisti.

Certo molto è stato già detto in questo genere. Ma non canterei il "de profundis"... Ci sono ancora degli autori capaci di sfornare storie interessanti, come il Nolan di Memento ad esempio.
virus81
00giovedì 24 maggio 2007 23:36
Re:

Scritto da: ulde 23/05/2007 20.41
Direi di no.
E soprattutto io non prenderei "Zodiac" come thriller... Lo avvicinerei di più ad un cinema-inchiesta. Poca azione, molto più interesse per l'indagine e, soprattutto, per l'ossessione che distrugge i protagonisti.

Certo molto è stato già detto in questo genere. Ma non canterei il "de profundis"... Ci sono ancora degli autori capaci di sfornare storie interessanti, come il Nolan di Memento ad esempio.


Perfettamente d'accordo.
Memento secondo me è un capolavoro
ISKRA!
00lunedì 28 maggio 2007 14:04
Ciao a tutti
Discussione e sito molto interessanti, se non vi offendete vi posto la mia recensione di Zodiac presa dal forum dove scrivo di solito, a titolo di contributo al thread.

Ed intanto dò un'altra occhiata in giro nel forum...




This is Zodiac speaking
Fare un Killer-movie è ormai una moda compassata, che negli anni si è arricchita di continue innovazioni stilistiche e contaminazioni di genere. Fincher ci riporta in parte indietro ed in parte ci trascina in avanti. Il suo Zodiac non è un killer movie invasivo, perturbante, ai confini con lo splatter. Zodiac non racconta la storia di un serial killer, racconta l'ossessione di coloro che scrissero di lui e lo cercarono per catturarlo.



Trama

Il film è lungo e prolisso, 155 minuti con una parte iniziale che semina gli eventi che poi saranno collegati, i delitti avvenuti sul finire degli anni '60 nelle contee rurali vicino a S.Francisco. Nell'estate del 1969 arriva alla redazione del S.Francisco Chronicle la prima lettera con messaggio cifrato del Killer. Ne seguiranno altre, molte altre.
Ad indagare quattro uomini, due poliziotti, due giornalisti, Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal) il vignettista, il cinico collega giornalista Paul Avery (Robert Downey Jr.) e i detective Dave Toschi (Mark Ruffalo) e Bill Armstrong.
L'ossessione per la verità li divorerà.
Il film ci mostra il loro disfacimento, il loro sfiorare la verità per vederla poi scivolare via dalle proprie dita, continuamente, sistematicamente.
Anche il finale rimane aperto.
A tratti la lunghezza si fa sentire, in una pellicola che dopo la prima mezz'ora si trasforma da Killer-story in reporter-story, (ricordate “Tutti gli uomini del Presidente”) e che si dipana in più di 20 anni, perdendo protagonisti e riacquistandoli, attraverso un apparire e riapparire di uomini, esperti, indiziati, poliziotti locali che rischia di frastornare chi tra il pubblico si aspetti incautamente uno scenario più classico; ma il gioco di Fincher, funziona, e se le tessere di domino non si incastrano perfettamente è perchè la realtà sceneggia trame “imperfette”, proprio come la storia di questo Zodiac.


Doppiaggio e Metacinema
Il doppiaggio fa perdere qualcosa a pellicole giocate sul filo delle parole, e della cripticità verbale dell'assassino credo che rimanga poco in traduzione italiana. Ma attraverso la traduzione perdiamo anche quasi traccia delle citazioni cinematografiche, o meglio, rischiamo una certa confusione. Il supposto titolo italiano della pluricitata pellicola “la preda pericolosa” è una fusione (credo impropria) di due titoli, "La Pericolosa Partita" (the most dangerous game) del 1932 (che è il titolo corretto del film, visto che ne viene citato anche un personaggio, il conte Zaroff) ed un remake di questo stesso film, però a colori e con diversi protagonisti, del 1956, titolato in italiano “La preda umana” ma il cui titolo originale è un poco inerente “Run for the sun”.
L'altro film che viene mostrato è un classico del poliziesco di genere degli anni '70, “Ispettore Callagan: Il caso Skorpio è tuo”, del 1971, che su ispirazione cronachistica traccia un'immagine particolarmente cinica della giustizia, Callaghan non riesce infatti ad ottenerla per via giudiziaria e quindi uccide Skorpio e dopo getta il distintivo... ma nella realtà le cose non vanno così, e l'ispettore Toschi, anche se porta la pistola come lo Steve McQueen di Bullit (ma è l'attore che si ispira a lui, non viceversa) non sparerà nemmeno un colpo durante tutta la pellicola. Il genere poliziesco compare per essere deliberatamente messo in contrappunto con la “realtà”, che non si piega alle regole della finzione.





Regia e Attori

Fincher dimostra maturità, con una regia pulita, semplice, senza grandi movimenti di macchina, ricostruendo molto bene le “atmosfere” degli anni sessanta, ottima la sua resa delle scene degli omicidi (specie quello sul lago) e della sequenza di maggior thrilling, nello scantinato del proiezionista.
Non c'è ricerca di nutrire la tensione, di ricercare continuamente il colpo di scena, anzi la pellicola a tratti scende su binari quasi documentaristici (forse in questo la seconda parte marca un difetto di tenuta filmica), mentre la fotografia, compatta ed uniforme, aiuta nel creare quell'asciutta atmosfera di cronaca.
Dal punto di vista della recitazione mi è sembrata buona la prova di Ruffalo, soprattutto negli sbrigativi dialoghi con Gyllenhaal, a fronte di un Downey Jr. bravo ma forse troppo istrionico.

Note a Margine

-In una scena si vede Toschi fermarsi per qualche istante con l'auto nell'angolo tra la washington e Maple street (dove viene ucciso il tassista), l'ispettore lo ha fatto realmente, 10 minuti, una volta l'anno, l'11 ottobre, dall'anno dell'omicidio, per molti a seguire.
-Kathleen Johns non è una (quasi)vittima accertata del killer dello zodiaco. Lei comunque riuscì a fuggire gettandosi fuori dall'auto mentre questa era ferma ad un incrocio e gettandosi tra gli arbusti, assieme alla bambina di 10 mesi. La donna era anche incinta, al 7 mese di gravidanza. Identificò il killer in base ad un identikit, e solo dopo che la notizia apparve sul giornale Zodiac in una lettera rivendicò il tentativo.
-Nel sito www.zodiackiller.com c'è una pagina web dove è possibile segnalare nuovi individui sospettati di essere il killer dello Zodiaco. Se non mi credete guardate al link http://www.zodiackiller.com/Suspect.html



Giudizio Sintetico:

C'è molta ricerca nel nuovo film di Fincher, ed anche impegno cronachistico; tuttavia la pellicola mostra un po' di fiato corto, specie nella seconda parte, dove l'eccesso di date, passaggi temporali, profili di sospetti, riscontri e svolte nelle ricerche frammentano la linearità della trama, che scegliendo di non avvalersi di flashback, è destinata a rarefarsi man mano che la storia stessa (reale, giornalistica) perde dell'intensità dei primi anni.
Comunque, fuori dalle categorizzazioni di genere quello di Fincher resta un buon film, ben confezionato, interessante nonostante la lunghezza ed una certa verbosità, con l'assistenza di una fotografia non convenzionale e supportato da attori di livello.
Il regista ha dichiarato che il suo è il “killer-movie definitivo”... Ecco, probabilmente questo è un eccesso di presunzione, però sicuramente questo film non è un killer-movie qualunque..


Voto complessivo: 7

Consigliato a: Chi apprezza i report-movie
Sconsigliato a: Chi si aspetta un thriller canonico

La frase:
“perchè l'uomo è l'animale più pericoloso di tutti”


Emanuele Brunetto
00martedì 29 maggio 2007 10:36
RECENSIONE: Link
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