Lo sto leggendo in queste fresche serate estive.
Esther è una ragazza inglese e preferisce una non-vita fatta di sbornie, viaggi strani, sigarette virtuali e brevi colloqui con la sua coinquilina. Sembra una metafora della gioventù britannica privata di ogni gioia di vivere dal clima e dalle scelte thatcheriane dei loro genitori. Esther non ha voglia di fare nulla, anzi, non ha proprio voglia di nulla. Forse quando finirò il libro tornerò a dirvi se qualcosa nella vita di Esther cambia, fino all'ultima pagina.
Act.
N.B.: L'autrice, giovanissima, classe 1979, al suo secondo romanzo dopo "Carmel", è stata giudicata "una Camus in pantaloncini".