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"Sick notes" - Gwendoline Riley

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    00 04/07/2005 21:35
    Lo sto leggendo in queste fresche serate estive.



    Esther è una ragazza inglese e preferisce una non-vita fatta di sbornie, viaggi strani, sigarette virtuali e brevi colloqui con la sua coinquilina. Sembra una metafora della gioventù britannica privata di ogni gioia di vivere dal clima e dalle scelte thatcheriane dei loro genitori. Esther non ha voglia di fare nulla, anzi, non ha proprio voglia di nulla. Forse quando finirò il libro tornerò a dirvi se qualcosa nella vita di Esther cambia, fino all'ultima pagina.

    Act. [SM=g27960]

    N.B.: L'autrice, giovanissima, classe 1979, al suo secondo romanzo dopo "Carmel", è stata giudicata "una Camus in pantaloncini".
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    ActiasLuna
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    00 08/07/2005 19:07
    “Sick notes” di Gwendoline Riley, LAIN-Fazi, Roma, 2005, € 12,00
    Finito.
    Cosa ne penso? Mi sembra un buon libro, ma non è una lettura da sedia a sdraio sotto l’ombrellone; semmai è più consono ad una sala da tè, deserta e con l’aria condizionata. Le tazze di tè sono una costante del libro: la protagonista ne beve a raffica, ad ogni ora della notte e del giorno.
    Il paragone con Camus mi piace, perché il nichilismo sostanziale lascia aperto un piccolo spiraglio alle variabili. La protagonista si vanta di essere una non-persona, ma non può evitare di nutrire ricordi e di provare emozioni nel rievocarli. Le stranezze che la protagonista mette in atto con noncuranza non aggiungono niente al personaggio: non riesce a diventare la larva di se stessa, ma non vuole pensare ad altri che a se stessa.
    Perché il nichilismo? Credo sia per colpa dell’english way. Se ci penso bene, anche Dorian Grey passava le giornate come Esther, nel vano tentativo di annullarsi. Anche il principino Harry farà questa fine.
    Per il resto la Riley descrive comportamenti-clichè: uscire sotto la pioggia senza calze, sentire sempre freddo, gongolare pigramente nella propria sporcizia, accatastare vuote bottiglie di gin ai piedi del letto. Sono atteggiamenti comuni nel Regno Unito: gli studenti Erasmus lo fanno anche in Italia.
    Il libro non si lascia leggere facilmente, se si salta una riga si è perduti, però si va avanti caparbiamente, perché la Riley scrive maledettamente bene. Mi piacerebbe leggerlo in lingua originale (tuttavia, i miei complimenti al traduttore anonimo, non menzionato dalla casa editrice). Si possono trarre degli aforismi dalle sue pagine, come ad esempio: “I giorni sono per i piedi, le notti sono per la mente”.
    Vale il prezzo di copertina? Non tutti i dodici euro, ma se l’autrice avesse evitato di comparire in tutto il suo triste splendore in terza di copertina, forse si sarebbe potuto risparmiare un bel po’. Io non lo avrei valutato meno di otto euro, ma l’edizione è maneggevole e le pagine mantengono il segno della lettura autonomamente.
    Da consigliare a...? A chi prende appunti su taccuini tascabili. Wink [SM=g27960]
    Act.
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    00 22/01/2006 21:46
    Re: “Sick notes” di Gwendoline Riley, LAIN-Fazi, Roma, 2005, € 12,00

    Scritto da: ActiasLuna 08/07/2005 19.07
    Finito.
    Cosa ne penso? Mi sembra un buon libro,Da consigliare a...? A chi prende appunti su taccuini tascabili. Wink [SM=g27960]
    Act.



    Cioè.. A ME!