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KARATE – 22/02/05 – Catania, Zo

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2005 14:27
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KARATE – 22/02/05 – Catania, Zo

Band simbolo del rock indipendente americano fin dai loro esordi nel ‘93, i Karate sbarcano a Catania in questo nostro freddo febbraio per promuovere la loro ultima fatica “Pockets”, edita a fine 2004 per la Southern Records. Arriviamo alla location intorno alle 22.45, nonostante l’orario di inizio previsto fosse le 22.30, ma la nostra “esperienza” ci consiglia di temporeggiare. Quando entriamo la sala è già abbastanza gremita, si capisce subito che i Karate hanno lasciato un buon ricordo qui a Catania nelle loro passate esibizioni. A poco a poco il posto si riempie, sfiorando (ma non raggiungendo come in altre occasioni) il pienone. Come da copione Geoff Farina e i suoi salgano sul palco con un’ora abbondante di ritardo (lo sapevamo…), intorno alle 23.45. Il palco è scarno, l’attrezzatura riposta sopra semplice e minimale, e i Karate si presentano con la calma che li contraddistingue, senza esagerare in “protagonismo”, quasi come dei roadies alle prese con gli ultimi preparativi. Cominciano a susseguirsi i brani; ovviamente i tre di Boston preferiscono riproporre quasi interamente il loro ultimo album che, nonostante le critiche ricevute per le troppo evidenti venature jazz da cui è solcato, nella dimensione live si riesce sicuramente ad apprezzare di più, complice l’incredibile pulizia del suono, filo conduttore delle esecuzioni dei Karate. I riff semplici ma incisivi di Farina si adagiano alla perfezione sullo strato sonoro messo in piedi dal basso di Jeff Goddard e soprattutto dalla batteria di Gavin McCarthy, che non smette un attimo di percuotere le sue pelli. Nonostante qualche problema tecnico (tempestivamente risolto dagli addetti) il concerto va avanti liscio come l’olio, tra un brano tratto da “The bed is in the ocean” (1998) e uno da “Some Boots” (2002), vecchi successi che il pubblico sembra sinceramente gradire di più dei nuovi. Intorno all’1.00 i tre salutano e scendono giù dal palco, salvo ripresentarsi qualche minuto dopo per l’irrinunciabile bis. Un’altra manciata di brani e questa volta è davvero tutto. E’ l’1.35, la gente sfolla, i commenti che si sentono uscendo sono quasi tutti positivi, qualcuno si lamenta per l’eccessivo “annacquamento” di alcune canzoni, altri ripercorrono con la mente la scaletta eseguita, ma tutto sommato il responso catanese è stato favorevole ai Karate.

Emanuele Brunetto

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Alla riapertura della sezione Live Reports questa recensione sarà online anche sul sito.

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