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Caso Sofri

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2004 14:00
13/04/2004 00:36
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Il ministro del Welfare dopo l'incontro Berlusconi-Pannella:
"Siamo fermamente contrari al provvedimento di grazia"
Sofri, il no del ministro Maroni
"Si dimenticano le vittime"





ROMA - Mentre Marco Pannella interrompe lo sciopero della fame e della sete e da Silvio Berlusconi arrivano segnali positivi per la soluzione del problema della grazia ad Adriano Sofri, interviene la Lega e frena. Il ministro del Welfare Roberto Maroni dichiara: "Ciampi e Berlusconi non devono dimenticare le vittime del terrorismo. La Lega è fermamente contraria al provvedimento di grazia per Sofri". "Non so quali affidamenti Berlusconi abbia dato a Pannella - ha detto Maroni - ma sappia, e sia chiaro a tutti, che la posizione della Lega rimane ferma". "Noi siamo dalla parte delle famiglie delle vittime del terrorismo, e non dalla parte di chi ha generato tanto dolore", ha concluso.

Una presa di posizione dura che rimette in discussione i passi avanti fatti fino a ieri quando il presidente del Consiglio ha incontrato il leader radicale. E' stato lo stesso Pannella a raccontare a Radio radicale come sono andate le cose e perché abbia deciso di interrompere il digiuno di protesta.

"Berlusconi - ha spiegato Pannella - era appena arrivato ad Arcore da Nassiriya e gli ho lasciato un messaggio; dopo neanche mezz'ora mi ha richiamato, e gli ho spiegato che dopo la sua lettera mi sarebbe sembrato normale cercarlo e vederci. Mi ha detto: 'Va bene ti richiamo', e dopo mezz'ora mi ha richiamato di nuovo, per annunciarmi che sarebbe passato a Roma, per poi andare via".

"Avevo dichiarato alle agenzie di stampa e ai Tg di aver ricevuto la lettera di Berlusconi, pubblicata dal Foglio e dal Giornale. La polemica del Giornale era stata violentissima, poi una lettera di Daniele Capezzone ha forse segnato una certa inversione di rotta del quotidiano".



"Verso le 3 e mezzo-quattro - continua il racconto - sono andato a dormire. Alle sette è suonata la sveglia, ed ero veramente debole. Ho pensato: non ce la faccio. Se mi muovo da qui devo bere almeno due o tre bicchieri d'acqua. Così ho deciso di sorbirmi una bottiglia da mezzo litro, e poi sono andato all'incontro con Berlusconi".

"Siamo stati almeno un'oretta con il Presidente: mi pare che sia stata una preziosa diretta informazione, sulle valutazioni di ciascuno, sul grado di riflessione di ciascuno. Per me è stato molto utile, e sono sicuro che lo sia stato anche per lui", ha sottolineato il leader radicale.

"Ho aggiunto che - sulla base della montagna di carte che mi ero studiato di nuovo - il conflitto nasce dalla natura della controfirma. A livello tecnico tutti o quasi tutti dicono che ci troviamo sicuramente di fronte ad un atto dovuto, visto che il ministro è competente, ha espresso un suo parere, un parere non obbligatorio ma opportuno... E se quello della controfirma è un atto dovuto allora non c'è conflitto...", ha aggiunto.

Insomma, Pannella è più che soddisfatto dell'atteggiamento di Berlusconi. Ora il problema è la frenata che impone la Lega che si fa portavoce delle vittime del terrorismo. Dice Bruno Berardi, presidente dell' associazione vittime del terrorismo "Domus Civitas": "Cosa ci si può aspettare ancora più da un personaggio da circo come Pannella?". "Se Berlusconi dà seguito alle richieste di Pannella - afferma Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, assassinato nel 1978 dalle Brigate Rosse - dovrà condividere l'abbinamento di quel famoso detto 'dimmi con chi vai e ti dirò chi sei'. Io continuerò imperterrito il mio sciopero della sete e della fame, fino a quando non ci saranno garanzie anche a favore delle vittime del terrorismo in difesa delle leggi e delle istituzioni".


tratto da R E P U B B L I C A

[Modificato da Prof V 13/04/2004 0.38]

13/04/2004 00:43
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Domani posterò qualcosa per riassumere l'intera vicenda dall'inizio fino alle recenti evoluzioni del caso; si tratta senza dubbio di un argomento delicatissimo e difficile, e penso sia interessante confrontare le nostri opinioni...

13/04/2004 21:04
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Biografia Sofri
tratto da: biografieonline





Parlare di Adriano Sofri significa inevitabilmente parlare di quello che, da più parti, e in maniera assai autorevole, è stato definito come una sorta di "Caso Dreyfus" italiano. Ed equiparare il "Caso Sofri" con quello del povero ufficiale francese significa nientemeno che qualificarlo come uno scandalo che grida giustizia davanti al sommo tribunale della storia.
Inevitabile quindi ripercorrere le tappe che hanno determinato questa vera e propria "stortura" giuridico-istituzionale.
Adriano Sofri, nato il primo agosto del 1942, negli anni settanta è stato il massimo esponente del movimento extraparlamentare di sinistra "Lotta Continua", ma la genesi della sua carcerazione è però da far risalire all'episodio del celebre omicidio Calabresi, generatosi nel clima acceso degli anni settanta.

Più precisamente, il motore di tutto fu la bomba che scoppiò il 12 dicembre del 1969 alla Banca Nazionale dell'Agricoltura in P.zza Fontana, nel pieno centro di Milano. Nell'attentato morirono sedici persone. Polizia, carabinieri e governo accusarono gli "anarchici" del delitto. Dopo varie indagini, venne convocato in questura per un colloquio un semplice ferroviere di nome Giuseppe Pinelli, esponente dell'anarchia milanese. Era il presunto colpevole. Purtroppo però, una notte di tre giorni dopo, durante uno dei tanti interrogatori a cui era stato sottoposto, Pinelli morì sfracellato nel cortile della questura. Da quel momento, ebbe luogo la tragica pantomima che cercò di stabilire le cause e le responsabilità della morte. Il questore interpretò il gesto, di fronte alla stampa, come un suicidio, causato dal senso di colpevolezza di Pinelli e dal suo sentirsi ormai alle corde. Gli anarchici e la sinistra, invece, accusarono appunto il commissario Calabresi di aver "suicidato" il povero Pinelli.

Per quanto riguarda la strage, in seguito, la questura designò come colpevole il ballerino anarchico Pietro Valpreda, poi scagionato dopo un estenuante processo durato anni (oggi invece si sa che un ruolo decisivo è da attribuire a gruppi fascisti).

Ad ogni buon conto, tornando a Pinelli, Lotta Continua scatenò una violenta campagna di propaganda contro Calabresi. Sofri stesso sul suo giornale cercava in ogni modo di costringere il commissario alla querela, unico strumento, secondo il leader di Lotta Continua, per aprire un'inchiesta sulla morte dell'anarchico.

Calabresi querelò effettivamente Lotta Continua e, nel 1971, cominciò il tanto atteso processo. Poliziotti e carabinieri furono chiamati a testimoniare. Ma proprio mentre il processo volgeva al termine, al giudice istruttore fu tolta la causa poiché l'avvocato di Calabresi sostenne di averlo sentito dichiarare di essere convinto della colpevolezza del commissario.
Date queste premesse, dunque, era impossibile andate avanti e il processo si sgonfiò appunto su se stesso come un pallone senz'aria.

La conseguenza fu che la mattina del 17 maggio 1972, il commissario Calabresi venne trucidato per strada, sempre a Milano. Lotta Continua diventa immediatamente la sospettata numero uno. Nel 1975 venne fatto un nuovo processo che si concluse con la condanna di LC per aver diffamato il commissario Calabresi. La sentenza sosteneva che i funzionari di polizia avevano effettivamente mentito per avallare la tesi di Calabresi, ma che Pinelli era comunque caduto dalla finestra in seguito ad un "malore attivo", termine che i critici più accesi della sentenza hanno sempre sostenuto essere vago e non ben definito.

Il primo arresto di Sofri, Bompressi e Pietrostefani (gli altri due esponenti di punta di Lotta Continua accusati di aver preso parte all'omicidio), è avvenuto nel 1988, a sedici anni dai fatti, in seguito alle confessioni esposte alla Procura dal "pentito" Salvatore Marino, anch'egli aderente negli anni "caldi" all'organizzazione Lotta Continua. Marino sostiene di esser stato lui a guidare la macchina servita per l'attentato. L'esecutore materiale invece, sempre secondo la ricostruzione di Marino, priva di qualunque contraddittorio diretto, di altre testimonianze, sarebbe Bompressi. Le responsabilità di Pietrostefani e di Sofri sarebbe invece di ordine "morale" dato che, essendo i leader carismatici del movimento e quelli che dettavano gli ordini, sarebbero stati i mandatari.
L'interpretazione di Sofri come "mandatario" è sottoscritta pure da quelli che, in questi anni, hanno negato il coinvolgimento diretto del leader (ossia di essere il mandatario cosciente), a cui tuttavia imputano una responsabilità morale in qualità di "cattivo maestro". Una figura insomma che, almeno stando alla sua personalità del tempo, avrebbe traviato le coscienze e influenzato i suoi adepti con teorie sbagliate.
Marino, dunque, si dichiara anch'egli colpevole e ha denunciato i suoi presunti complici dopo settimane di incontri notturni con i carabinieri, mai verbalizzati.

Dopo un'infinita sequela di processi e di dibattimenti, che ha sempre visto perdente la linea difensiva (il che ha dello sconcertante, tenuto conto che la stessa Cassazione, nella sua massima espressione ossia le Sezioni Riunite, aveva ritenuto del tutto inattendibile la denuncia di Marino e aveva pienamente assolto gli imputati), Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi si sono consegnati spontaneamente al carcere di Pisa. La Cassazione ha infatti emesso infine nei loro confronti una condanna a 22 anni di detenzione.

A conti fatti, i protagonisti della vicenda, colpevoli o innocenti che siano, scontano la loro pena a oltre trent'anni dal fatto.
Bisogna poi sottolineare che il verdetto è però basato sulle parole di un unico "pentito". Il vasto movimento di opinione che si è creato a favore di Sofri, poi, sostiene che le parole di Marino siano largamente smentite dai fatti e prive di qualsiasi riscontro specifico.

In occasione della pubblicazione di un libro di Sofri "Altri Hotel", e riprendendo il tema della doverosa Grazia che andrebbe doverosamente concessa a Sofri (in considerazione del tempo trascorso ma anche di quello che Sofri ha dimostrato di essere in questi anni, ossia un intellettuale di grandissimo spessore, senza contare il suo interessamento diretto in occasione della guerra Yugoslava), ma che Sofri stesso è ben lontano dal chiedere, Giuliano Ferrara ha scritto su Panorama parole che ci permettiamo di riportare quasi integralmente: "[..] Che ancora non si riesca a tirare fuori di galera uno così, uno che non muove un dito per sé nel senso della banale convenienza, uno che si rispetta ma preferisce combattere a suo modo l'annientamento della propria esistenza piuttosto che concedere un centimetro del proprio senso dell'integrità, è davvero doloroso. Doloroso in senso civile, e molto frustrante.
È ovvio che i verdetti penali definitivi non si discutono più se non in sede storica. È ovvio che nessuno può pretendere di avere la libertà perché è tanto una brava persona o perché ha tanti amici in Italia e nel mondo. È ovvio che questo non è l'unico caso di una giustizia che si realizza nell'ingiustizia, e che dovrebbe essere costituzionalmente completata da un provvedimento di grazia. Queste tautologie sono piccole perle di una casistica da minorati morali o semplici pettegolezzi. Il problema non è di Adriano Sofri, che non pretende niente come questo suo libro dimostra in modo indiretto, ma perfetto. Il prigioniero si taglia le unghie, gioca al calcio, legge, scrive, guarda la televisione, e il fatto che viva la più pubblica delle reclusioni nel perfetto rispetto dei regolamenti penitenziari, che la sua parola abbia uno spazio non invadente e un peso non schiacciante diffonde intorno a lui, per le vie misteriose dell'incomprensione umana, dell'angoscia di sé e dell'invidia, perfino un'aura di privilegio. Il problema è nostro, è della comunità di coloro che stanno fuori e non sanno che cosa fare del loro potere di grazia, non di quello che sta dentro e non ha nemmeno il tempo di pensare, scrivere, comunicare come la vede uno la cui finestra affaccia da cinque anni e mezzo su un muro di cemento.


tratto da: biografieonline
13/04/2004 21:12
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news del 13/04/2004

Grazia a Sofri, Castelli: «Deciderà la Consulta»


Il ministro di Grazia e Giustizia: «Ho tante cose a cui pensare. Il problema fondamentale dell'Italia non è quello di un detenuto»
LECCO - Sulla vicenda Sofri «immagino sarà la Consulta a decidere»: lo ha detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, arrivando a Lecco per partecipare ad una riunione in Prefettura insieme ai ministri Giovanardi e Lunardi.
«Io gestisco un ministero che ha oltre 160 mila persone, 14 mila
miliardi di fatturato - ha detto Castelli rispondendo alle domande dei giornalisti - ho tante cose a cui pensare. Credo che dare l'idea che il problema fondamentale dell'Italia sia quello di un detenuto, sia un pessimo segnale ai cittadini». Riferendosi poi alle dichiarazioni di Calderoli secondo cui se ne parlerà dopo le riforme costituzionali, il ministro ha detto: «Credo che le cose siano chiare al di là della confusione che si fa. Immagino sarà la Consulta a decidere».

GIOVANARDI - «Non è vero» che il caso Sofri sta provocando tensioni all'interno del governo. È vero, semmai, che il governo è «in linea con il presidente del Consiglio e che sta facendo il suo dovere, cioè rispettare la Corte Costituzionale»: così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha risposto ai giornalisti sulla vicenda Sofri arrivando oggi a Lecco per partecipare a un incontro con i ministri Lunardi e Castelli. «Io sono uno di quelli - ha detto Giovanardi - che sostiene che se Adriano Sofri chiede la grazia è giusto concedergliela, ma se non la chiede credo che la situazione che stiamo vivendo ne sia la conseguenza. Se non la chiede il problema può essere risolto soltanto rispettando la Costituzione, i principi e le regole che valgono per tutti: se ci sono dubbi, sarà la Corte costituzionale a dirimerli, decidendo sul conflitto di attribuzioni. Mi sembra la via più lineare per dirimere i problemi». Il ministro Giovanardi ha insistito: «Quello che ho detto è assolutamente in linea con il presidente del Consiglio, il quale ha detto queste cose già a Pannella. È però singolare che l'opposizione chieda a gran voce di concedere la grazia a Sofri come se fosse un atto dovuto e poi accusi il governo, che invece sta facendo il suo dovere, cioè quello di rispettare la Costituzione».

L'IPOTESI BERLUSCONI - L'ipotesi di una «direttiva» del presidente del Consiglio che, ricorrendo all'articolo 5 della legge 400 del 1988, consenta di aggirare il no del ministro della Giustizia a controfirmare la grazia per Adriano Sofri sarebbe praticabile. Ma si tratta comunque di un provvedimento «impugnabile davanti alla Corte Costituzionale». Il contrasto in questa vicenda è «sostanziale», l'unica strada è rimettersi al giudizio della Consulta. Ne è convinto il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Vassalli, secondo il quale il presidente della Repubblica «non può rinunciare ad esercitare il suo potere» di concedere la grazia. Quindi, se il Guardasigilli non si convince, la questione «non può che essere risolta dai giudici costituzionali».



tratto da Il Corriere della Sera

[Modificato da Prof V 13/04/2004 21.14]

13/04/2004 22:27
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"A conti fatti, i protagonisti della vicenda, colpevoli o innocenti che siano, scontano la loro pena a oltre trent'anni dal fatto.
Bisogna poi sottolineare che il verdetto è però basato sulle parole di un unico "pentito". Il vasto movimento di opinione che si è creato a favore di Sofri, poi, sostiene che le parole di Marino siano largamente smentite dai fatti e prive di qualsiasi riscontro specifico."


Caso controverso quello di Sofri. Se fosse innocente è una vergogna, se fosse colpevole è una crudeltà.
In un'Italia dove il più meschino degli assassini si fa pochi anni di carcere, dove uno stupratore e assassino di bambini esce dopo 10 anni, dove TUTTI i terroristi confessi sono fuori..che senso ha impuntarsi su Sofri?
Quando parlo (raramente) di questa vicenda di solito mi rispondono che se io fossi stata figlia o moglie di Calabresi, avrei voluto vedere il mandante dell'omicidio al rogo.
Ma il punto è: non sono per niente convinta del coinvolgimento di Sofri nell'omicidio Calabresi, troppe lacune su questa vicenda, veramente troppe.


"Io sono uno di quelli - ha detto Giovanardi - che sostiene che se Adriano Sofri chiede la grazia è giusto concedergliela, ma se non la chiede credo che la situazione che stiamo vivendo ne sia la conseguenza. Se non la chiede il problema può essere risolto soltanto rispettando la Costituzione, i principi e le regole che valgono per tutti: se ci sono dubbi, sarà la Corte costituzionale a dirimerli, decidendo sul conflitto di attribuzioni. Mi sembra la via più lineare per dirimere i problemi».

Il problema è questo:
Sofri la grazia non la chiede, e quando rispettando la Costituzione, magari faranno "luce", noi saremo così vecchi da non ricordarci nemmeno più chi erano Sofri e Calabresi.
14/04/2004 00:18
Mah...
Complimenti a Prof V per aver sollevato questo argomento...
Oltre quello che è stato già detto posso solo aggiungere che la battaglia dei radicali, e in particolar modo di Pannella, è stata tesa non all'ottenimento della grazia per Sofri, ma al riconoscimento del potere di grazia da parte del capo dello stato INDIPENDENTEMENTE dalla controfirma del guardasigilli.. Trattasi di una questione giuridico-costituzionale molto complessa senza precedenti, valutata da tutti i maggiori giuristi italiani ed esteri che, sostanzialmente, hanno concordato con la tesi Pannelliana secondo la quale le grazia spetta esclusivamente al presidente della repubblica....

In italia, come per tutte le altre cose, lo squallido teatrino politico che ci ritroviamo, ha fatto si che la questione diventasse un'altro cavallo elettorale da cavalcare nell'uno o nell'altro senso...

E Pannella, un settantaquattrenne cardiopatico e pieno di By-pass, che ha messo in gioco il suo corpo e la sua vita per difendere un principio di diritto che costituisce garanzia per tutti, è stato tacciato di ateggiamento ridicolo e di "sceneggiata"... ed è dovuto ricorrere all'ancora di Maurizio Costanzo (unico a dargli un pò di risalto per fare spettacolo...) per poter esporre il suo punto di vista e la sua battaglia ad un grande pubblico.... E il cardinal Vespa continua a scorrazzare come meglio crede, violando puntualmente le leggi sulla par-condicio e invitando chi vuole e quando vuole a parlare di politica... (i radicali mai....)
Ecco il paese in cui viviamo... Un vero schifo...
18/04/2004 02:58
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Caro Romano come ho già avuto modo di dirti ho apprezzato molto il tuo intervento e ti ringrazio per aver preso parte a questa discussione.
La parte finale del tuo post mi ha colpito e mi ha fatto pensare molto:

concretamente ciascuno di noi cosa fa per migliorare l'attuale situazione italiana? parliamo parliamo e alla fine....?
18/04/2004 15:16
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se avete voglia di saperne di più...
visitate http://www.radioradicale.it/speciale_sofri/
la vicenda è a dir poco complessa e irrisolvibile.
ma c'è qualcuno che mi sa dire 3 buone ragioniper graziare sofri, ex leader una organizzazione terroristica come Lotta Continua??
20/04/2004 00:14
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Silvia è un discorso molto complesso di natura costituzionale/penalistica....se veramente ci sarà l'intervento della CC assisteremo ad un qualcosa di rivoluzionario, giuridicamente parlando

07/05/2004 03:01
I Radicali, Pannella......
un giorno erano di sinistra, un giorno di destra, ma loro sono liberi perciò non sono nulla.

11/05/2004 03:00
Re: I Radicali, Pannella......

Scritto da: jackmerluzzo 07/05/2004 3.01
un giorno erano di sinistra, un giorno di destra, ma loro sono liberi perciò non sono nulla.





caro amico, penso che noi radicali siamo una delle poche realtà politiche libere ed indipendenti, non siamo mai stati nè di destra, nè di sinistra, ma appoggiato idee (come avvenne dieci anni fa per esempio con Occhetto) e condotto battaglie in nome della democrazia.
11/05/2004 12:20
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[SM=g27983] non sono convinto...
19/05/2004 09:03
Pazienza...
Emanuele, figurati se devi esserne convinto...
La situazione in cui ci troviamo, come radicali, è la prova che non siamo in realtà né di destra né di sinistra (anche perchè se non si era capito, oramai destra e sinistra non esistono più se non nella demagogia di pagliacci come Bertinotti o Rauti...esistono semmai liberalismo spinto e liberalismo "soft" a sfondo più sociale/assistenzialistico)

Abbiamo cercato e cerchiamo, noi Radicali (questo è vero) dialogo sia a destra che a snistra... questo perchè volendo fare politica parlamentare, con il sistema elettorale attuale, non abbiamo alternative...

Però il soggetto politico radicale è più che mai vivo, attivo, trasparente e assolutamente fedele alla sua storia e al suo ideale...
Non se ne accorge quasi nessuno, vero... Perchè la visibilità che abbiamo è relegata agli exploit di Pannella che beve la sua urina in diretta o alle sceneggiate organizzate da Costanzo nel suo calderone della domenica...
Se ne accorgono però i montagnard, perseguitati e massacrati dal regime vietnamita... i Ceceni stuprati e umiliati dagli aguzzini russi... i carcerati privati di dignità e umanità nelle patrie galere (a meno che non abiano i soldini a palate...) i malati di malattie genetiche progressive attaccati alla speranza di una ricerca spezzata da un ipocrita ed ignorante schieramento parlamentare trasversale catto-comunista...
Insomma, qualcuno se ne accorge che esistiamo, te lo assicuro...
Alla ipocrisia generale regnante, poi, fa di certo pù comodo bollarci come un qualcosa di "pittoresco" e "poco serio"... Mentre al potere ci vanno persone "serie" come Berlusconi o Rutelli...

[Modificato da Romano De Marco 19/05/2004 9.05]

19/05/2004 12:55
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Non ti seccare Romano, ma il vostro rappresentante credo lo scegliate voi stessi... e avete Pannella, che come tu stesso hai detto è solo "pittoresco"... bisognerebbe cambiarlo per poter sperare in dei risultati...
19/05/2004 13:05
No no no.....
...Scusa Emanuele, non ho detto precisamente questo... Ho detto che Pannella è costretto ad essere pittoresco per sperare in una minima esposizione nei media...
Ritengo Giacinto Pannella (detto Marco) una delle personalità politiche più importanti, oneste, integerrime, cristalline della storia italiana... ritengo le battaglie politiche sul diritto da lui combattute sulla propria pelle, degli esempi assoluti di integrità ideologica e di coerenza politica, soprattutto in un'epoca come questa attuale nella quale la politica è divenuta uno squallido teatrino di insulti e propaganda di terz'ordine...
Pannella ha un solo difetto... essere sempre avanti di una ventina d'anni, nelle sue esternazioni e nelle sue provocazioni...
E comunque, Pannella è, ripeto, costretto suo malgrado ad essere a vita il "front man" del partito... che in realtà ha un giovanissimo e grandissimo segretario, Daniele Capezzone, e una leader che darà il suo nome alla lista per le elezioni Europee, Emma Bonino... Una donna straordinaria molto più apprezzata nel resto del mondo che nella italietta squallida che ci ritroviamo....
19/05/2004 13:13
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Hai sollevato una questione interessante: lo spazio televisio e se vogliamo anche di immagine riservato ai radicali. Quanto dici corrisponde purtroppo a verità, emergono solo gli aspetti più barrocchi e estremi dell'attività radicale.

Non approvo "politicamente" certi loro atteggiamenti ma di sicuro sono preferibili ad altre minoranze della realtà politica italiana.
19/05/2004 13:34
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Scritto da: Romano De Marco 19/05/2004 13.05
...Scusa Emanuele, non ho detto precisamente questo...



Non avevo ben capito allora [SM=g27960]
04/06/2004 17:08
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basta con sto sofri
se neanche a lui frega un c. di chiedere la grazia, non capisco cosa gliene frega agli altri.
04/06/2004 17:53
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...in effetti [SM=g27981]
05/06/2004 12:32
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Re:

Scritto da: greta68 13/04/2004 22.27
"A conti fatti, i protagonisti della vicenda, colpevoli o innocenti che siano, scontano la loro pena a oltre trent'anni dal fatto."




Una piccola precisazione di forma. Sofri è l'unico che si è consegnato alle forze dell'ordine spontaneamente. Bompressi si è presentato dopo qualche mese di Latitanza e adesso mi pare sia ai domiciliari per motivi di salute mentre Pietrostefani è ancora latitante in Francia, la terra degli "esuli".

Riporto anche fonte da www.quotidiano.net

"BOMPRESSI E PIETROSTEFANI UFFICIALMENTE RICERCATI IN TUTTO IL MONDO


ROMA, 27 GENNAIO 2000 - Bompressi e Pietrostefani sono ufficialmente ricercati in campo internazionale e non più solo in Italia. Il ministero della giustizia infatti, su richiesta della procura generale di Milano, ha inserito i nomi dei due ex compagni di Lc nel sistema informatico di Schengen, mentre tramite Interpol è partita la ricerca che riguarda tutti gli altri stati non aderenti a Shengen.
In sostanza formalmente Bompressi e Pietrostefani sono ricercati in tutto il mondo, e questo significa che possono essere arrestati in qualunque paese, anche da una semplice pattuglia."


La mia vuole essere solo una precisazione e non una provocazione, anche perchè sono nuovo del forum e non mi piace fare polemica.
Ciao a tutti, continuate così che siete forti!



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