00 13/07/2005 14:51


Dopo Grokster e Morpheus, appena bacchettati dalla Corte Suprema americana, RIAA e MPAA, rappresentanti dei discografici e degli “studios” cinematografici americani, avrebbero già nel mirino il prossimo bersaglio della loro guerriglia giudiziaria: si tratterebbe di BitTorrent, il programma peer-to-peer che sfruttando l’effetto “a cascata” degli scambi simultanei on-line e frammentando file di grosse dimensioni in “bit” piccoli e leggeri localizzati su diversi pc in rete permette di velocizzare il download di contenuti audio e video.
I rappresentanti dell’industria dell’entertainment sono già riusciti a far chiudere alcuni dei siti che promuovevano l’uso del software, e ora vorrebbero bloccare alla fonte la sua distribuzione in rete. “A differenza di Grokster e degli altri”, ha osservato Mark Schultz, professore di legge associato alla Southern Illinois University, “BitTorrent non è nato per far scambiare tra i fan le canzoni di Britney Spears. Ma dobbiamo essere realistici”, ha aggiunto, “perché sappiamo che viene usato massicciamente per il file sharing illegale”.

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