00 01/02/2005 16:39
In realtà "Se questo è un uomo", Primo Levi in generale, già fa parte del programma di letteratura italiana dei licei (a suo tempo, la mia prof. pretese che lo conoscessimo). E' a discrezione dell'insegnante, poi, decidere di privilegiare Manzoni (tanto per citarne uno) dedicando più tempo alle sue opere o -magari- scegliere di sorvolare su una delle sue opere minori per dedicare una lezione ad altri autori un po' meno "sacri" ma i cui lavori, se non dal punto di vista formale, da quello del contenuto sono sicuramente meritevoli di attenzione.
Il punto è che forse siamo troppo tradizionalisti. Che ci suonerebbe strano studiare Anna Frank o Giorgio Bassani per la maturità. Hanno scritto si e no mezzo romanzo, che vuoi che importi?
D'accordo, non avranno subìto la stessa elaborazione e i loro autori non avranno avuto la stessa coscienza letteraria di un mostro sacro come "I promessi sposi" o "Il fu Mattia Pascal", ma dedicare loro (al "Diario" di quella ragazzina che mai avrebbe immaginato di diventare tanto -tristemente- nota, o al "Giardino dei Finzi Contini", o chessoio) un attimo di riflessione (che tradotto può significare anche solo una lezione di due ore) per il messaggio che portano non sarebbe un'idea poi così malvagia, secondo me.
Sono d'accordo, è ancora troppo poco quello che facciamo per ricordare. Se non altro perchè ci fermiamo, è vero, a riflettere. Ma il 28 gennaio torna tutto come prima. E gli estremisti tornano gli estremisti di sempre...