00 13/12/2005 18:04
Io saluto sempre con il pugno alzato, è dai tempi di mio nonno che nella mia famiglia si usa così.
Ci chiamiamo compagni o compañeros y compañeras e indossiamo sempre qualcosa di rosso. Ultimamente è in voga, tra le mie sorelle, di usare qualcosa multicolore, iridata, chiaro richiamo alla pace.
Diciamo che vengo da un posto in cui il simbolo ha sancito una certa appartenenza: il fazzoletto delle madri, il basco del che, il passamontagna di marcos, il poncho dei campesinos.
C'è molto simbolismo nella mia cultura.
E ad ogni simbolo un chiaro messaggio: "io sono questo/a, riconoscimi come tale".

Quel saluto è fascista e non romano. I mass media che ieri ne hanno dato notizia lo hanno volutamente denominato "romano" per non incappare nel giudizio sul calciatore. Dall'aver dato il giusto nome, saluto fascista appunto, avrebbero tratto le ire della destra e si sa che il giornalismo dei nostri giorni è assolutamente incapace di prendere una posizione chiara.
Si limitasse a dire le cose come stanno invece di dare notizie "antistoriche".

Il saluto fascista non è vietato in quanto tale. La riprova di ciò sono i cortei di Forza Nuova in ogni città con quattro coglioni che marciano a braccio alzato. E hanno anche l'autorizzazione per farlo.
Non si tratta neanche di questione "costituzionale" (basta fare come hanno fatto i giornalisti ieri no?) ma mi chiedo sempre che tipo di messaggio c'è dietro a quel gesto.

Non si tratta di paragonare l'ave fascista al pugno combativo, qui la questione è legata al senso di appartenenza e alla simbologia, ed io confesso di amare quel pugno.

Ora sì che possiamo parlare di cose serie...