00 03/01/2008 13:53
Contrada lascia ospedale per cella
(tgcom) Napoli, trasferito al carcere militare

Bruno Contrada ha lasciato l'ospedale Cardarelli accompagnato dai carabinieri a bordo di una ambulanza per essere trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. All'uscita i familiari e i promotori del comitato Bruno Contrada hanno applaudito e urlato "Forza Bruno". Momenti di tensione alla partenza dal nosocomio, Contrada ha urlato: "Che lo sappia tutta l'Italia, un dirigente della polizia di Stato sta morendo con le manette".

E' infatti arrivato il nulla osta del giudice di sorveglianza per il suo trasferimento dall'ospedale Cardarelli di Napoli, dove era ricoverato nel padiglione Palermo al carcere militare di di S. Maria Capua Vetere, dove è detenuto per scontare la condanna a 10 anni per concorso in associazione mafiosa.

Immediata era arrivata anche la richiesta di revisione del processo avanzata dal suo legale Giuseppe Lipara. Per il legale "la richiesta sarà avanzata alla Corte di appello di Caltanissetta con la particolarità che il suo presidente Francesco Ingargiola è il giudice che condannò Contrada nella prima sentenza. Per questo è probabile - sostiene ancora Lipera - che l’istanza sarà spostata a Catania".

Il legale ha quindi ricordato di non aver presentato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la domanda di grazia. Al Capo dello Stato l’avvocato ha inoltrato una richiesta accorata nella quale si chiede che Napolitano valuti "la possibilità di un intervento personale". A tal proposito viene richiamato l’articolo 681 comma 4 del codice di procedura penale per il quale la grazia può essere concessa anche in assenza di domanda o di proposta.

"Questo è un nuovo caso Tortora - ha ammonito Lipera - questa è una battaglia che doveva iniziare anni fa: l’errore giudiziario nel caso Contrada è palese, l’accusa di collusione mafiosa non è provata da nessun reato. Contrada è innocente e vuole che emerga la verità: sta malissimo, è moribondo, credo che abbia poco tempo. Solo il Padreterno potrà interrompere la sua volontà, facendolo morire".