00 12/03/2007 22:16
Moratti e il vizio da ultrà (La Stampa)

Gesto dell'ombrello dopo il 2-1. Mentre Berlusconi brilla per fair-play...

zoom - galleria Il fischietto l’ha lasciato a casa, ma i sentimenti nei confronti di Ronaldo non erano tanto distanti da quelli dei suoi tifosi. Emozioni forti, che hanno avuto l’effetto di mandarlo in corto circuito. Come era già successo sabato scorso a Livorno, quando venne pescato dalle tv a dire «coglione» all’arbitro Morganti dopo l’espulsione di Maicon e Mancini. Anche contro il Milan Moratti è caduto nella trappola: si è dimenticato di essere un presidente di calcio e di aver chiesto scusa già una volta. E così si è di nuovo trasformato in un ultras. Le «invadenti» telecamere non hanno potuto non immortalare i suoi eccessi di gioia: il gesto dell’ombrello e labiali che non suonavano certo come complimenti. Il tifo in tribuna d’onore ha raggiunto livelli inaspettati, uno dei figli di Moratti, ha scelto di presentarsi allo stadio con una sospetta maglia a strisce bianco-verdi. Stile Celtic.

A fine partita toni più leggeri: «Ha segnato Ronaldo? Bene, così saranno contenti tutti. E’ stato un derby capolavoro». Berlusconi ha fatto buon viso a cattivo gioco e a fine gara si è recato, come peraltro aveva fatto nella gara di andata, nello spogliatoio interista per fare i complimenti ai giocatori e al tecnico. Galliani, invece, non aveva molta voglia di fare dei complimenti. Il derby, infatti, si è giocato anche fuori dagli spalti, con alcuni dispettucci che hanno innervosito i milanisti. L’ad rossonero, tanto per cominciare è stato fatto accomodare nell’ultima fila della tribuna autorità, mentre il canale tematico rossonero è stato sistemato in tribuna stampa al confine con la tifoserie nerazzurra. Il club rossonero, come pronta risposta ha fornito a Inter Channel una formazione del Milan fasulla. Meno male che ci hanno pensato i giocatori ad alleggerire il clima. In campo massima correttezza e poi al fischio finale tutti sono tornati amici. Gattuso, ad esempio, ha incontrato nel corridoio il piccolo Davide Materazzi e dopo averlo rincorso gli ha detto ridendo: «Ma come non mi saluti?». E come ringraziamento gli ha mollato un calcetto nel sedere.

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