00 05/02/2007 18:46
sono stanco di sentire cazzate scritte dette e pensate su blog tv e quant'altro. per cortesia chi non conosce la realtà dello stadio stia zitto o lasci parlare chi la conosce. non parlo di questo forum, non ho nemmeno letto cosa c'è scritto. mi riferisco ai vari ospiti delle trasmissioni tipo arena, al blog di una mia amica che si permette di capire cosa succede dentro uno stadio non essendoci mai andata. tollero il cordoglio, il disappunto, e la voglia di sentire parlare di catania nel mondo per altri fatti, ma non posso tollerare giudizi affrettati e senza documentazione. non si può categorizzare una massa di persone sotto una definizione abbastanza pertinente come "operai" figuriamoci se lo si può fare per ultras. non si può scrivere della ghettizzazione, del disagio contro i poliziotti come se all'improvviso san cristoforo sia diventato un quartiere di beirut dove la polizia non entra. non spariamo cazzate.


il tifoso incappucciato fatto vedere da mediaset o è stato ben pagato, o ha detto cazzate inaudite, eccezion fatta per alcune cose. nessun ultras avrebbe detto quelle robe. nemmeno con la voce metallica (e la voce era ben naturale e riconoscibile). non diamoci in pasto al sensazionalismo tv. cari tifosi, non dite niente. state zitti. o rovinerete ancora di più questo mondo del calcio ormai andato a male. questo mondo del calcio che come ben dice un mio amico ultras, non vede più l'uomo come tifoso ma solo come spettatore pagante, non comprende più la figura del tifoso come parte integrante del progetto societario, come fonte di denaro per garantire la floridità di una società, ma prevede finanziamenti della pay tv e di altri interessi. dove un presidente viene definito ora integerrimo e lasciato solo. l'odio non nasce solo dal vedere un uomo in divisa.
come ben spiega Le Bon nei suoi testi di studio sulla psicologia delle masse, l'uomo viene fomentato dentro una massa, a reagire con sprezzo del pericolo, si sente forte, è una caratteristica umana troppo umana. l'omicidio di Raciti non c'entra con le polpette che si stanno sentendo in giro in questi giorni. il discorso sull'odio allo stadio è un discorso che travalica i tempi e prende i suoi spunti dalle grandi manifestazioni sportive ai tempi dei romani, in cui lo stadio di pallone era l'arena dei gladiatori. non si può privare il popolo del suo circensem. così come non si può tollerare che entrino bombe e lame, nel 2007, dentro uno stadio. ma per piacere ribadisco, che i moralismi e i perbenismi siano banditi da queste discussione. è calcio, non è danza classica, è sport non è una guerra. e soprattutto è terreno di scontro, di passioni, di rabbia. è ispirazione per i poeti e felicità per i ragazzini. non roviniamo l'ex-sport più bello del mondo.