00 06/06/2006 16:09
Re: Re: Re:

Scritto da: mirkosv@ro 06/06/2006 9.02


grazie Maggiore per i consigli - che ascolterò quanto prima - ma soprattutto per l'intervento che pone un interessante punto di vista sul nesso tra Miles ed i suoi "seguaci".
Condivido la tua tesi, anch'io trovo nella fusion di Davis un'ambizione etnica, africaneggiante, tribale persino...che non trovo invece nella fusion di Hancock che - seppure raffinatissima e splendida - si fonda su una ricerca melodica più elaborata e concettuale, probabilmente memore del progressive-rock da cui infatti furono mutuate le tastiere elettriche. Questa mia è un'opinione provvisoria, un'impressione, che forse troverà conferma nei successivi ascolti di Hancock...altrimenti sarò lieto di ricredermi.
Per ora l'ascolto di HEAD HUNTERS mi ha davvero stregato!


Giustissimo. Però come dicevo prima in risposta a Xeno anche Hancock fece un lavoro molto "tribale" che fu "SEXTANT". Ma ottenne gli stessi consensi che ottenne anche "ON THE CORNER" (prossimi allo zero) quindi Herbie virò subito su un tipo di linguaggio che potesse essere apprezzato da un numero maggiore di persone.
Questa potremmo tranquillamente chiamarla "paraculata" o "commercializzare" la propria musica. Fatto sta che, a parer mio, una volta sottolineato il fatto che SICURAMENTE DI MUSICA COMMERCIALE NON SI TRATTA, trovo la musica di Hancock irresistibile a differenza dei lavori di Davis, di quel periodo, che li trovo GENIALI ma non irresistibili. Questo naturalmente è solo la mia personalissima impressione.
Comunque oltre i disci citati da Xeno, che sono FORMIDABILI, ti consiglio, dato che mi sembra di capire che i tocchi tribali non ti dispiacciano, anche "SEXTANT" e "DIS IS DA DRUM" (ma qui passiamo alla musioca anni 90 e ricca di campionamenti).
Questi ultimi due penso che siano le cose più tribali e più africane che abbia mai sentito nel jazz.