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Nico

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    Karateka-ViolentlyHappy
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    00 14/01/2006 17:04
    Nico.
    Da viva ci parlava di morte, la desiderava, ne era affascinata, ne esplorava gli aspetti più profondi, più perversi, più vivi...
    E ora che è morta, della meravigliosa tedesca che odiava la sua bellezza, non ci rimangono che poche, essenziali, note.

    I dilemmi e gli enigmi, narrati e dichiarati, dalla sacerdotessa, anche se di rado, risuonano ancora, da qualche parte, in qualche stereo ipersofisticato, e si rivelano, ora, anche ai posteri.
    Eppure sembra che quella musica sia adatta solo ora, ora che è l'eco lontano di un intensa performance tenuta dal vivo nel regno dei morti, nell aldilà, nelle ceneri, o dovunque l anima di Nico sia andata, dopo il suo macabro, solenne e dolce funerale.

    Cosa ne pensate voi, dell anima della vera regina del rock gotico, che ancora potete sentire, attraverso i suoi dischi?

    [SM=x245553] [SM=x245509]
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    Eu Amnesiac
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    00 15/01/2006 11:44
    Sì, è vero. Una grandissima, i suoi dischi che più mi piacciono sono Marble Index, ma soprattutto Desertshore, che considero un disco fuori dal tempo e davvero unico. Cosa esiste di simile?
    Qualcuno ha visto La Cicatrice Interiore di Philippe Garrel?

    [Modificato da Emanuele Brunetto 15/01/2006 12.13]

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    00 15/01/2006 12:55
    la parola all'esperto...
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    Eu Amnesiac
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    00 15/01/2006 13:31
    perchè avete eliminato il link dal mio messaggio?
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    00 16/01/2006 14:21
    Un'autentica poetessa del rock...

    ..essenziale.
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    ActiasLuna
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    00 08/02/2006 02:16
    A proposito, uscirà presto un film biografico sull'artista di origine tedesca: ad interpretarla per il grande schermo sarà l'attrice inglese Tilda Swinton. L'uscita è prevista per quest'anno ed il titolo sarà ovviamente "Nico"
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    Emanuele Brunetto
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    00 08/02/2006 13:09
    Si sa già se il film affronterà l'intera vita di Nico o solo un determinato periodo?
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    ActiasLuna
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    00 08/02/2006 23:37
    Non hai prestato attenzione, cocco: se avessi cliccato sul link, ti sarebbe comparsa una pagina dell’IMDB che contiene un breve riassunto.

    A look at the life of the German-born actress, model and singer from her role in Andy Warhol's 1960s scene, her participation with the Velvet Underground, her addiction to heroin and, ultimately, the accident that claimed her life.

    Propongo la seguente traduzione: “Uno sguardo sulla vita dell’attrice, modella e cantante, nata in Germania, dal suo ruolo nell’ambiente di Andy Warhol negli anni ’60, il coinvolgimento con i Velvet Underground, la dipendenza dall’eroina e, infine, all’incidente che le ha tolto la vita.”

    Deduzione logica? A mio parere, la trama si concentrerà sulla vita artistica di Nico fino alla sua morte, onde poterne rinverdire la memoria, piuttosto che ricostruire la vita.
    Ricordo di aver letto un articolo riguardo a Federico Fellini in una rivista “femminile”, tempo fa, nel quale si menzionava un possibile film che il Maestro avrebbe voluto girare con Nico come protagonista. Nell’articolo si presentava la ragazza come una “starlette” in cerca di notorietà. Non mi stupisce eccessivamente che nemmeno giornalisti abbastanza qualificati conoscano la storia dei personaggi della Factory, ma posso capire la necessità di impostare un merchandising generale tramite film celebrativi sulle rockstar. Da lunga pezza, per esempio, il cinema statunitense insegue il progetto di un film su Janis Joplin. Ebbene: se ne faranno addirittura due! Uno avrà come protagonista Renée Zelleweger (Oscar sicuro... [SM=g27964] ) e l’altro la cantante pop Pink. Così, ci sarà una giusta concorrenza! Un’altra pellicola sulla scena newyorkese underground (che, onestamente, mi sembra messo in piedi allo scopo esclusivo di far lavorare Sienna Miller... [SM=g27964] ) sarà “Factory Girl”, ritratto della cd. “musa” di Andy Warhol, Edie Sedgwick, sconosciuta – io credo – almeno quanto Nico.

    Personalmente, non apprezzo il genere biografico nel cinema hollywoodiano: trovo che denunci una squallida mancanza di trame nuove. Per quanto concerne “Nico”, spero solo che non si riveli come l’equivalente femminile, riveduto e corretto, della biografia di Morrison in “The Doors” di Oliver Stone, che in illo tempore mi era sembrato alquanto dozzinale.
    Act.
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    Emanuele Brunetto
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    00 08/02/2006 23:46
    Magari se i link li segnali in qualche modo... era mimetizzato, neanche l'avevo visto... [SM=x245578]
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    Eu Amnesiac
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    Re:

    Scritto da: Eu Amnesiac 15/01/2006 11.44
    Qualcuno ha visto La Cicatrice Interiore di Philippe Garrel?

    [Modificato da Emanuele Brunetto 15/01/2006 12.13]



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    00 28/02/2006 11:59
    che donna
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    00 28/02/2006 16:27
    Concordo con Eu, Desertshore è un assoluto capolavoro; per non parlare della celeberrima collaborazione con i VU. Forse è lei la vera signora del rock.
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    .Eclettico.
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    00 28/02/2006 18:02
    Re:

    Scritto da: Kazufai 28/02/2006 16.27
    Concordo con Eu, Desertshore è un assoluto capolavoro; per non parlare della celeberrima collaborazione con i VU. Forse è lei la vera signora del rock.



    Desertshore in assoluto ! confermo anche io ........eppure molti sostengono che Marble Index sia superiore .......voi cosa dite ?
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    -Vertigo-
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    00 08/01/2007 18:53
    NICO, Bussando alle porte del buio



    Si può acquistare anche online, qui:

    http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=88-7226-938-5




    da musicalnews.com:

    Figura tra le più significative del rock alternativo al femminile, raccontata nell'agile volume di Gabriele Lunati. Nico solo costola dei Velvet Underground?

    Prendete in mano l’agile volume “Nico – Bussando alle porte del buio” di Gabriele Lunati. Contemporaneamente accendete lo stereo e cercate di seguire la storia della vita della chanteuse anche attraverso la sua musica… Vi ritroverete nel tragico mondo di fragilità e solitudini di una delle più significative esponenti del rock underground al femminile.
    Siamo spesso portati a pensare a Nico come costola dei Velvet Underground, interprete di qualcuno dei brani migliori dello storico album con la banana in copertina, forse i più attenti si ricordano della sua presenza eterea in una sequenza de “La dolce vita” di Fellini.

    Sicuramente però pochi sanno che questa donna un po’angelo e un po’diavolo ebbe una consistente carriera da solista pubblicando dischi poetici intrisi di spiritualità decadente e pessimismo, che fu musa ispiratrice di svariati film di Philippe Garrel allora suo compagno, e che un Bob Dylan invaghito le regalò il bellissimo pezzo “I’ll Keep it With Mine”.

    Che si conosca poco di un’artista che sfuggì fin da subito a rotocalchi e a facili classificazioni non ci stupisce: in principio modella, poi cantante, attrice e anche madre, Nico si aggirò sempre silenziosa e sfuggente in un mondo dove sembrò essersi ritrovata persino un po’per caso. Dalla natia Colonia a Berlino, dove mosse i primi passi come fotomodella, quindi a Parigi, Roma e Londra per approdare negli anni ’60 a New York, fu proprio a quei tempi che Nico entrò a far parte dell’éntourage di Andy Warhol, allora punto di riferimento della cultura underground nella Grande Mela.
    Gabriele Lunati si sofferma su un periodo particolarmente ricco di incontri fecondi tra i pittoreschi personaggi che ruotavano intorno alla Factory warholiana, il più celebre e celebrato dei quali fu proprio quello tra Nico e i Velvet Underground. Warhol stesso rilascia una dichiarazione, riportata nel libro, che riassume in poche parole ciò che fu un felicissimo connubio che portò alla creazione di un capolavoro, uno di quei rari album su cui è lecito chiedersi quali strade avrebbe intrapreso il rock qualora non fosse mai stato pubblicato: “La voce di Nico, i testi, le sonorità create dai Velvet erano, messi insieme, totalmente magici”.
    Molto interessanti sono le parti relative alla Nico meno conosciuta, quella degli album solisti, difficili da etichettare in qualsivoglia categoria, generalmente accomunati da un senso di angoscioso abbandono che la sua voce cupa e le sue liriche profondamente notturne trasmettono. Tra le sue composizioni più personali e toccanti figura il brano “Ari’s Song”, scritto per Aaron, suo unico figlio, avuto da Alain Delon, che tra l’altro non riconoscerà mai la propria paternità.
    La vita di Nico proseguì sui binari della solitudine e dell’eroina: nonostante l’intensa storia d’amore vissuta col regista francese Philippe Garrel e l’attività live che la tenne impegnata, Nico era avviata verso un declino inarrestabile, avvertibile anche nei testi delle sue canzoni, sempre più cupi e senza speranza: “l’alta marea sta risucchiando ogni cosa”.
    Nel libro viene riportata integralmente un’intervista concessa da Nico ad un giornalista durante il tour australiano dell’86, in cui dalle poche parole emerge la stima che nutriva nei confronti del suo “fratello di sangue” e maestro di scrittura Jim Morrison.
    Due anni dopo, all’età di 50 anni, Nico morì a Ibiza, dove viveva in quel periodo, in seguito ad una caduta dalla bicicletta, circostanza quanto meno bizzarra che lascia interdetti e forse anche un po’perplessi. Così come la sua vita, anche la sua morte fu misteriosa e sopra le righe.
    Se, anche da neofiti, volete leggere un libro su Nico, che abbracci avvenimenti privati e aspetti artistici della sua vita e che riesca a mantenerne l’equilibrio, se volete avvicinarvi alla poesia maledetta delle sue liriche, troverete nell’opera di Gabriele Lunati l’occasione giusta.

    [Modificato da -Vertigo- 08/01/2007 18.54]