00 01/12/2005 10:31
Vorrei dire una cosa ricollegandomi alla "diatriba" tra Indifference ed Emanuele.
Si discute sulla "grandezza" di quello, sull' "importanza" di quell'altro, si fanno paragoni più o meno calzanti, però mi pare che a volte in questi discorsi venga a mancare una componente fondamentale. E' giusto ed interessantissimo "sviscerare" un artista, approfondendone tematiche, influenze, etc... è giusto perchè altrimenti non lo si potrebbe capire fino in fondo ed è interessantissimo perchè questo è un sito dedicato alla musica quindi chi legge (e scrive) deve essere un appassionato di musica e quindi starebbe ore ed ore a discuterne.
Però secondo me in alcuni casi si dimentica una cosa fondamentale: la musica è un'arte, e come tale va trattata. L'arte suscita emozioni che in taluni casi non possono e non devono essere spiegate, se così non fosse e se tutto fosse spiegabile con analisi più o meno approfondite si perderebbe l'essenza stessa della musica e dell'arte in genere. Quindi poco importa se De Gregori sia più o meno importante di De Andrè o Paolo Meneguzzi, in certi casi bisognerebbe dire serenamente "A me piace" senza avere per forza delle ragioni indiscutibilmente valide e senza sentirsi obbligati a rivendicarne la "grandezza".
Non fraintendetemi, per amare un artista bisogna capirlo e conoscerlo fino in fondo direte voi, e io sono pienamente daccordo, ma penso che ci sia anche dell'altro e che questo "altro" a volte venga preso troppo poco in considerazione e venga schiacciato da un approccio forse un pò troppo scientifico (perdonatemi in termine) alla musica.