00 09/07/2005 14:06
da rockstar:

Il leader degli Afterhours ha voluto rispondere di persona alle dichiarazioni di Sigrifdo Caccese, Direttore Organizzativo del Neapolis Festival, che ha accusato la band milanese di essere “dei bambini viziati” (vedi news).
“Io sono un bambino di 40 anni che ieri ha perso 7/8.000 Euro di spese” ha spiegato Manuel Agnelli direttamente a RockStar.it “Quindi la decisione di non suonare non è stata presa con leggerezza.
Ci è costata molto cara, e non solo in termini economici, ma anche morali e personali.
Sono settimane che discutiamo con l'organizzazione di tantissime cose, non di una sola, non solo dell'assenza di un contratto.
Dobbiamo avere delle garanzie, non è per vizio, abbiamo uno staff di 20 persone che devono essere pagate regolarmente”.

Il Neapolis conferma che nessuno degli artisti presenti ha firmato un contratto.
“Questa cosa è ridicola, voglio che mi dimostri che un artista inglese è venuto a Napoli senza un contratto; e comunque questa cosa non ci riguarda, a me non interessa come vengono gli altri artisti. Noi abbiamo una politica professionale che portiamo avanti da anni. […] Non a causa dei fatti che ci siamo irritati, è nel comportamento, nel modo in cui ci trattavano, con un'arroganza pazzesca, utilizzandoci come tappa buchi all'interno del cast sistemando qualsiasi altro gruppo straniero, perché chiaramente i gruppi inglesi hanno dei management più potenti e fanno paura.
Ci hanno cambiato l'orario, giorno e palco ripetute volte e noi siamo venuti mostrando la nostra buona volontà, forse sbagliando, cercando di mediare fino all'ultimo.
Perché era molto tempo che non suonavamo a Napoli.
Non è la prima volta che succede una cosa simile a un gruppo italiano, è il tipico comportamento che viene riservato a noi nei festival internazionali qua in Italia: trattamento provinciale che denota esterofilia e una certa paura di management più grossi. [comportamento] Poco legato allo spirito di un festival e molto poco professionale.
E' una decisione che ci è costata molto e non abbiamo preso come ‘bambini viziati', non lo sono perché ho 20 persone sotto di me e mi fa ridere che la pensino così. Le loro dichiarazioni sono indice della loro superficialità”.

Secondo quanto dici quindi avrebbero sfruttato il vostro nome per attirare gente e poi la vostra disponibilità nel cercare di mettervi dove stava più comodo a loro?
Assolutamente si, questa è un'analisi perfetta. Sapevano che avremmo portato gente e ci sono rimasti male quando molta gente se n'è andata, senza restituire tutti i biglietti richiesti.

Loro dicono di aver rimborsato 15 biglietti alle persone che hanno fatto richiesta, su 4.500 presenti.
"4.500 persone è un dato molto ottimistico, devono avere la vista doppia. Mi sembra veramente il doppio di quelli che c'erano. A me molti ragazzi mi hanno detto che biglietti non sono stati rimborsati, forse solo a chi faceva un gran casino".

Come avete intenzione di comportarvi adesso nei loro confronti?
"Senza un contratto firmato, cosa che gli è stata chiesta fin dall'inizio, non avrebbero potuto inserire il nostro nome da nessuna parte; invece era nei cartelloni e manifesti. E' illegale, è un comportamento passibile di querele e denuncia, e non escludo che verrà fatta".

Loro vi hanno diffidato e molto probabilmente agiranno per vie legali.
"Non vedo come, senza contratto. […] Sono anni che combattiamo sta battaglia qua, su la dignità nei confronti dei gruppi italiani, almeno in Italia. In realtà siamo trattati a pesci in faccia. I Marlene Kuntz (questa sera al Neapolis, ndr) suonano alle 20:20, per me non è un orario dignitoso per un gruppo come loro".

Quali erano le vostre richieste?
"Noi volevamo suonare alle 22:30 sul palco centrale, cosa definita sul contratto che non è mai stato firmato. Se ci dicevano che non era possibile non avremmo accettato, grazie e arrivederci, invece ci hanno portato fino a qui [Napoli] perché gli serviva il nostro nome.
La loro penultima offerta era quella di suonare alle 21:45 per un'ora e un quarto, abbiamo detto ‘Va bene, siamo qui e se non suoniamo alla gente che è venuta dispiacerà moltissimo'. Pochi minuti dopo mi chiama il mio tour manager e mi dice: ‘No, è troppo tardi, dicono che dovreste suonare alle 21:15 sul palco B e non sul palco A'.
Ci stanno prendendo per il culo, ho pensato; alla fine andremo lì e ci diranno di suonare alle 21:00. Questo comportamento mi ha fatto temere per tutto il resto: pagamento del cachet, trattamento, situazione tecnica decente, sulla quale il manager dei Kasabian avrebbe qualcosa da dire… poi dimostrato anche dal fatto che i Kasabian hanno suonato con 50 minuti di ritardo davanti a 300 o 400 persone, ritardo nonostante noi non avessimo suonato.
Il loro manager ha detto ‘Al Neapolis mai più!'.
E' come invitare un vegetariano a casa tua e preparare la carne, tu mi hai preso per il culo e io non mangio, non è che per non farti dispiacere mi mangio la bistecca di bue".

Secondo te adesso ci sono i presupposti e le possibilità per creare un'associazione che tutela i musicisti?
"Qualche anno fa ti avrei risposto di si.
Con il Tora! Tora! i presupposti c'erano. E' una cosa molto impegnativa e delega molto potere, non è semplice, non è una cosa che si fa in due giorni, se non vogliamo che sia una buffonata. Ci penseremo".