00 03/04/2005 15:38
Re:

Scritto da: RikReed 01/04/2005 20.16
Quel che è successo è a mio avviso brutale, e soprattutto segna pericolosi precedenti per il futuro.



il problema di fondo non è l'EUTANASIA ma l'annosa questione dell'accanimento terapeutico. è su questo punto che gira la questione Schiavo, dato che l'unica "terapia" attuata nel suo caso era l'alimentazione.
la precisa volontà della donna non è stabibile, certo è che i giudici hanno ascoltato dichiarazioni del convivente che a quanto ho capito ha afermato che la sua scelta prima dell'incidente era di non subire un accanimento terapeutico. Il parere non viene richiesto ai parenti stretti in quanto tali come capaci di decidere in sua vece, ma a chi ha realmente vissuto negli ultimi tempi con lei per venire a conoscenza di della sua volontà. E' da tanto che si parla di introdurre nelle costituzioni di vari Paesi questo TESTAMENTO biologico, ma per ora..
Per quanto riguarda il dolore della visita neurologica qusta è una questione altamente complessa e nemmeno del tutto chiara fisiologicamente su cui si può discutere quanto si vuole senza venirmne a capo, dato che nemmeno si conoscono molti particolari fondamentali del caso.
si può ragionare del concetto. Per quanto mi concerne credo che in mancanza di una reale aspettativa di un miglioramento lo stato vegetativo permanente o comunque le varie forme di coma irreversibile, in cui manca totalemte la cosciente dell'esssere vivi, non siano che un equivalente terreno della morte, che comporta un dolore e una fatica del mondo intorno a te amplificata. Nel nostro stato LAICO questo non succerderà ancora per decenni, EUTANASIA sarà ancora una parola tabù per molto tempo, in quanto precedente, quindi, no credo sia per il nostro paese.

[Modificato da lauracio 03/04/2005 15.40]