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La vicenda Mescal-Subosnica si fa ancora più calda.
La settimana scorsa la Mescal ha annunciato di “investire l'Autorità Giudiziaria della valutazione circa la violazione della normativa penale compiuta ai propri danni dai componenti del gruppo musicale Subsonica”, oggi invece, sette giorni esatti dal comunicato dell'etichetta di Nizza Monferrato, il gruppo torniese dichiara a RockStar di non aver ricevuto nessun atto legale.
“Sembra soltanto una cosa a livello di stampa” hanno dichiarato i Subsonica al giornalista Fabio Alcini “Per il momento non c'è nulla per cui dobbiamo essere preoccupati”.
Perché voi, che eravate il gruppo di punta e più in vista fra gli indipendenti italiani, avete abbandonato un'etichetta indipendente per andare con una major?
“E' vero, eravamo il gruppo di punta dell'etichetta di Nizza Monferrato.
Ma il rapporto fra noi e Valerio Soave si è deteriorato già durante la lavorazione di ‘Amorematico'; di lì in avanti la frana è diventata di maggiori dimensioni.
Noi abbiamo sempre e comunque fatto quadrato attorno alla Mescal, anche quando c'è stato qualche attacco e quando le era stato gettato addosso del discredito.
Ci rendiamo conto che questa scelta può aver sorpreso molti, proprio perché abbiamo scelto di mantenere un comportamento leale nei confronti dell'etichetta.
Il problema è che qualcosa si era rotto, e si era rotto da tempo.
La situazione è stata molto acuita dal fatto che la Mescal gestiva tutta la nostra attività, non solo quella discografica.
A causa di questa sorta di ambiguità che si crea quando relazioni umane e professionali si accavallano, quando le cose non funzionano più, tutto esplode.
Alla fine la sfiducia reciproca era veramente insostenibile.
Abbiamo delle motivazioni ancora più profonde per questo abbandono, ma speriamo di non dover mai rivelare, perché quando i rapporti vanno male succedono anche cose spiacevoli.
Il riflesso esterno di questa situazione è un gruppo che lascia un'etichetta indipendente per una situazione meno indipendente.
Ma la realtà è proprio all'opposto: la nostra necessità era di poter autogestire il più possibile tutto quanto.
E per il tipo di accordo che abbiamo ora possiamo farlo”.
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