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Paolo Di Canio, il calcio e la politica

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    sergio.T
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    00 13/12/2005 18:57
    Se le cose serie sono il pugno combattivo o il poncho, allora hai un concetto del "serio" realtivo, molto relativo.
    Questo sia detto tanto per cominciare.
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:00
    Non confonderti Se'.
    Quello era, a mio volta, il preludio per sviare il discorso dal simbolismo al messaggio.
    Ora si può partire parlando di cose serie.
    L'appartenenza e il messaggio, del saluto me ne frego.

    [Modificato da mujer 13/12/2005 19.01]

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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:05
    No, mia cara, questo lo vai a raccontare al primo venuto, ma non a me.
    Nel simbolo tu vedi il "segno" di un messaggio, di un significato.
    Nel simbolo vi e' appunto il riconoscimento del senso di appartenenza a un pensiero o una filosofia
    Come il pugno chiuso per gli "oppresssi" e per i malriusciti, ovvero, i rancorosi verso la storia.
    Se vogliamo parlare serio, parliamo di questo e lasciamo perdere ponchi e baschetti e colori.
    Vediamo quello che c'e' dietro in questo "presente".
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:11
    Il pugno combativo, a dire il vero, è foriero di resistenza e non di oppressione.
    Almeno così viene rappresentato dalle mie parti.
    Certo, il poncho per te fa tanto Inti Illimani e il basco ti fa pensare alle T-shirt con l'efigie del Che.
    Dalle mie parti il poncho è lotta per la terra e il basco è il sogno dell'unione latinoamericana.
    Vedi che ci siamo?
    E' proprio di questo che voglio parlare...

    Cosa vuol dire quel saluto fatto sotto una curva in un momento di esultanza?
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    Emanuele Brunetto
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    00 13/12/2005 19:11
    Perdonami Mujer, ma credo che una persona come te, che ha detto di essere molto legata ai simbolismi, ai suoi simbolismi, debba non dico giustificare ma quantomeno comprendere e rispettare i simbolismi e i legami altrui. Io ad esempio non sono legato a nessuno di questi stupidi simbolismi, per cui mi sento in diritto di criticarli entrambi apertamente.

    Il punto focale del discorso è che se libertà d'espressione dev'essere lo sia per tutti, così in apertura come in chiusura, senza strumentalizzazioni di nessuno.

    Poi che Di Canio sia pazzo non credo ci siano dubbi, e credo che molto presto gli finirà male se continua così.

    [Modificato da Emanuele Brunetto 13/12/2005 19.12]

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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:12
    E per presente intendo dire il riconoscimento dell'appartenenza a una concezione, in questo "tempo" e nei modi del giorno d'oggi.
    "Appartenere" significa sacrificare la propria individualita' nel nome di una idea.
    E io di idee, oggi, ne vedo poche sia nell'ave fascista sia nel pugno chiuso combattivo.
    E se vuoi esagero un po': ne vedo poche proprio negli uomini
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:19
    Resistenza sempre a cosa??
    Se si resiste si resiste necessariamente a qualcosa di urtante.
    La realta' fa la resistenza, diceva Hegel, perche' il reale resiste al nostro volere.
    Dunque si resiste quando si e' oppressi, un po' come nei romanzi di Steimbeck, o di mille altri esempi.
    Quando la condizione esistenziale ci "opprime" noi poniamo una delimitazione alla sua invadenza.
    Da qui trasla il discorso sul piano filosofico, ideologico, o anche politico sociale.
    C'e' chi impera, e chi resiste.
    Tutto qui

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    mujer
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    00 13/12/2005 19:19
    Infatti, non si tratta di contrapporre i due saluti, né di dire chi ne ha diritto e chi no.
    Qui si deve andare al punto e dire: che senso ha quel gesto (e non simbolo ma azione) in quel contesto?

    Oggi fare quel saluto non vuol dire rischiare una dittatura fascista che "rinasce" ma esprimere tutta la violenza che quel gesto porta con sè.

    ORA, e in quel contesto, cosa "permette" quel gesto?
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    Emanuele Brunetto
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    00 13/12/2005 19:22

    Scritto da: mujer 13/12/2005 19.19
    Oggi fare quel saluto non vuol dire rischiare una dittatura fascista che "rinasce" ma esprimere tutta la violenza che quel gesto porta con sè.



    E' vero... il pugno chiuso cosa ricorda invece? Girotondi pacifici o sit-in?
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:25
    Julia, quel saluto e' solo un gesto stupido e non attinente a quel contesto.
    Ma se si continua a volere vedere in esso un significato piu' profondo, significa onorare certe persone di un senso critico e storico che mai avranno.
    Manca un vero "fondamento" in alcune esternazioni, che altro non sono che emulazione di esuberanza goliardica.
    Non diamogli questo valore, perche' sarebbe proprio questo a renderli pericolosi.

    Poi parli di violenza,,,,beh, qui ci sarebbe molto da discutere sul pigno chiuso o sulla falce e martello,....
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    Emanuele Brunetto
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    00 13/12/2005 19:26

    Scritto da: sergio.T 13/12/2005 19.25
    Poi parli di violenza,,,,beh, qui ci sarebbe molto da discutere sul pigno chiuso o sulla falce e martello,....



    ...ehehehe... infatti di questo mi piacerebbe discutere...
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:28
    Il pugno chiuso non incita alla violenza ma alla resistenza.
    Non farai l'errore di pensarlo simbolo della defunta URRS, vero?


    e comunque non lo escludo dal mio quesito.
    Cosa rappresenta il pugno chiuso/saluto fascista in esultanza ad un gol?

    Ti piace il politically correct?
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:29
    Ad ogni modo riporterei la discussione su un piano di significato , e non di paragone tra due concezioni.
    Ammettendole e negandole all'unisono, vediamo di capire cosa porti l'uomo a identificarsi in una concezione di vita, piuttosto di un altra.
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:30
    Come mai non te lo sei chiesto Julia con il pugno chiuso di Lucarelli??
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    Emanuele Brunetto
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    Scritto da: mujer 13/12/2005 19.28
    Il pugno chiuso non incita alla violenza ma alla resistenza.



    E' vero. Ma questa resistenza come si attuava?
    Ripeto, girotondi pacifici o sit-in?


    O sanguinarie battaglie uomo contro uomo?
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:39
    Appunto, proprio di questo voglio discutere.
    Il fatto che sotto una curva qualcuno scelga un gesto che lo vorrebbe appartenente a quel pensiero fa sì che chi lo compie voglia sentirsi riconosciuto da quel gruppo/contesto.

    In questo caso trovo anch'io una strumentalizzazione politica che svicola dal vero problema, il "calcio sfogatoio".

    In sè quel gesto, come quello dell'altro comunista (così è contento l'occhio che fissa) evoca a una contrapposizione: incita allo scontro.
    E' il messaggio di chi vuole convertire un simbolo in orgoglio di appartenenza, come lo possono essere una bandiera o un colore.

    E' sempre rappresentativo in qualunque modo, qualunque sia il messaggio. Ciò che disturba è l'estremismo, un gesto che in quell'ambito suona come: "siamo noi i migliori" o "non ce n'è per nessuno"...

    Messaggio da stadio in un gesto che lì non c'entra un cazzo.
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:40
    Re:

    Scritto da: sergio.T 13/12/2005 19.30
    Come mai non te lo sei chiesto Julia con il pugno chiuso di Lucarelli??




    questo l'ho saputo solo oggi leggendo qui
    sai che non seguo il calcio italiano
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:41
    Ok, ora lo sai, e allora?
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    mujer
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    00 13/12/2005 19:43
    ho risposto poco prima...
    che fai, non leggi?
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    sergio.T
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    00 13/12/2005 19:45
    Nello stadio ci sono uomini Julia, non ti dimenticare questo.
    Lo stadio moderno altro non e' che l'arena dei demi andati e antichi.
    Massificare gli uomini, metterne tanti insieme significa violare l'individualita' di ciascuno a vantaggio di un'idea universale.
    Lo stadio in un certo senso e' la smaterializzazione della propria personalita'.
    Simboli, bandiere, cori, canti, tutto invoca all'appartenenenza e dunque anche i saluti.
    Non e' cosi' strano a pensarci bene.

    [Modificato da sergio.T 13/12/2005 19.47]

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