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Stanze è affannato, dolente, crudele. E' il primo clementi: quello del trasferimeto dall'abbruzzo a Bologna, quello dell'odio verso il suo passato.
In Lungo i Bordi, invece, Mimi è ormai parte della città in cui vive. E' inglobato, "si trova fuori la stanza". E i testi, brandelli di memorie mescolati ad inquietudini nuove, sono evocativi e dalla maggiore forza narrativa.

Personalente amo i due lavori in maniera differente. Sono due capolavori assoluti di poesia sì, ma di un modo di fare poesia totalmnte differente. Per quanto riguarda le musiche beh, è palese che in Lungo i Bordi, ci sia il tentativo di abbassare un po' i toni (obiettivo che, peraltro, verrà ancor più raggiunto in Da Qui) e che il parlato di Mimi si faccia meno metallico e più penetrante.

non c'è niente fuori,
tranne i colori che già conosci

[Modificato da t.r.e. 04/09/2006 12.22]