la musica è un prodotto?

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Prof V
00lunedì 6 giugno 2005 00:12

La domanda è scontata: La musica è un prodotto commerciale? L’artista produce per vendere o per godimento dell’anima? L’artista è violentato dal mercato o è il suo amante prediletto lussurioso? Chi è il mercato? Noi siamo il mercato? Il mercato alternativo cos’è? Domande vecchie. Voi avete per caso avete risposte “nuove”?
mrathlon900
00lunedì 6 giugno 2005 00:18
non ho risposte nuove ma credo che a tutte le domande si possa rispondere SI, nel senso che non esiste una regola generale,dipende da fatti sia sincronici che diacronici come :
L'artista in questione
Il contesto sociale e soprattutto temporale

e cosa si chiede alla musica.

la musica può essere arte e prodotto commerciale ma può essere anche un media comunicativo...

c'è la musica giusta per ogni esigenza e l utente giusto per ogni musica... per questo penso che la musica alternativa ad esempio....non esiste!
BASSIC INSTINCT
00lunedì 6 giugno 2005 00:19
Mi sento un po' chiamata in causa e ti rispondo secondo il mio punto di vista....
Possiamo incidere milioni di dischi che ci vengono dall'anima, canzoni in cui mettiamo tutto l'amore e tutto il senso artistico... e tenerli a casa! perchè tanto se i tuoi pezzi non piacciono ai produttori e al grande pubblico (magari perchè troppo complessi) puoi solo contare su una botta di fortuna grande quanto una casa.
Al limite puoi spaccarti il c**o cercando di farli girare per vie capillari...
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 00:21
La musica in sè non è, ovviamente, un prodotto commerciale, così come non lo è nessuna cosa ma potenzialmente può esserlo.
L'artista, se merita di essere chiamato in questo modo, non produce per vendere ma per godimento (che parola) dell'anima e, aggiungo, per piacere al pubblico appassionato d'arte.
L'artista può essere violentato dal mercato se non ha qualcosa da dire a tutti i costi: ad ogni modo il mercato è importante, ma dipende a che tipo di mercato si aspira. Deve essere un mercato passivo e non attivo, non deve cioè dettar legge.
Il mercato è quello che compra, ci sono tanti tipi di mercati, perchè ci sono tanti tipi di persone.
Certo che noi siamo il mercato. Anche gente come me che originale non compra molto.
Il mercato alternativo è quello formato dal pubblico costretto a cercare sempre musica per soddisfare la richiesta del proprio udito raffinato.
Ecco le mie risposte vecchie per delle domande altrettanto datate.
[SM=g27959]
Prof V
00lunedì 6 giugno 2005 00:22
per questo gli artisti sono sempre di meno "uno di noi", farei un paragone con il mondo letterario dell'ottecento, i poeti che dormivano nelle mansarde con i topi, che raccontavano la vita, la sfumatura dell'odio, il puzzo dell'amore carnale. ora i "grandi artisti", quelli del mercato ovviamente, non vanno a fare nemmeno la spesa.
Kazufai
00lunedì 6 giugno 2005 00:22
La musica è un prodotto destinato al commercio, ma non un prodotto commerciale. Non è oppressa dal mercato, nè sommersa dal desiderio di vendite, la musica è arte e in quanto tale nasce libera. Che poi un artista si ponga anche il problema di vendere, mi pare ovvio, deve pur guadagnarsi il pane, no? Ma ciò non vuol dire che, rivolgendo uno sguardo al commercio, plasmi il suo lavoro su di esso. Ed è invece quando questo avviene, che si diventa "commerciali":il "commerciale alternativo" necessita quasi delle stesse cose del "commerciale standard", ovverossia melodie che entrano in testa in pochi ascolti, dirette, strutture semplici della forma canzone (es. strofa, ritornello, strofa, ritornello, assolo, ritornello).
Risposte nuove? Non credo, le risposte sono sempre quelle, le parole usate, magari, cambiano.

[Modificato da Kazufai 06/06/2005 0.22]

vladoria
00lunedì 6 giugno 2005 00:25
risposta pratica e materialista, l'artista famoso, ma pur sempre artista (nn parlo di meneguzzi o menecazzi), non habisogno delle entrate dalla vendita dei cd, ha i concerti x guadagnare o almeno credo.
x il resto mi piace cercare il bello e salvabile e penso che l'"artista", secondo la mia concezione di "artista", si sentirebbe fiero e soddisfatto di sapere che c'è anche solo un povero scemo che l'ascolta, anche se nn ho comprato il suo disco; il suo godimento nascerebbe a tovare un pubblico ENORME ad un suo concerto, quella è una dimostrazione
Kazufai
00lunedì 6 giugno 2005 00:26
Re:

Scritto da: Kazufai 06/06/2005 0.22
il "commerciale alternativo" necessita quasi delle stesse cose del "commerciale standard", ovverossia melodie che entrano in testa in pochi ascolti, dirette, strutture semplici della forma canzone (es. strofa, ritornello, strofa, ritornello, assolo, ritornello).

[Modificato da Kazufai 06/06/2005 0.22]




Dimenticavo: ciò non esclude, comunque, il fatto che si può risultare "commerciali" senza colpa alcuna, eh.
Prof V
00lunedì 6 giugno 2005 00:28
commerciali ma non musica commerciale

la musica commerciale ha un suo senso, si consuma con il tempo, il brano dell'estate 1997 è il brano dell'estate 1997 stop. è industria allo stato puro.

sillogisma interrogativo: gli u2 sono commerciali. gli u2 fanno musica commerciale?
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 00:30
Re:

Scritto da: Prof V 06/06/2005 0.22
per questo gli artisti sono sempre di meno "uno di noi", farei un paragone con il mondo letterario dell'ottecento, i poeti che dormivano nelle mansarde con i topi, che raccontavano la vita, la sfumatura dell'odio, il puzzo dell'amore carnale. ora i "grandi artisti", quelli del mercato ovviamente, non vanno a fare nemmeno la spesa.



Questa cosa è molto fissa nella mia testa..
BASSIC INSTINCT
00lunedì 6 giugno 2005 00:30
un musicista compone secondo il proprio senso artistico e va "giudicato" per cio' che produce (se dorme coi topi o con una bella donna mi sembra irrilevante....)

Ma una cosa è certa non va fatto con lo scopo di mangiare (vedi il buon Moltheni che fa il pompiere "eh lo sanno tutti nè..."
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 00:32
Gli U2? Hanno sempre fatto musica alla portata di tutti. Ciò non toglie che i primi quattro dischi (però, guarda caso, quelli che hanno venduto di meno) rimangano veramente belli.

E gli Oneida? Sono diventati mainstream adesso?
vladoria
00lunedì 6 giugno 2005 00:35
l'artista superiore emerge, si distingue.
e probabilmente è "uno di noi"
letteraN
00lunedì 6 giugno 2005 00:41
Non so se la mia sia una risposta nuova. Magari non lo è, ma io credo che l'artista, quello vero con la A maiuscola, "produca" (già il verbo è brutto di per sè...) sempre e comunque per puro godimento del suo spirito. Credo che l'artista vero sia estraneo a qualsiasi logica commerciale, perchè l'opera d'arte (quale che sia), se messa a contatto (in un rapporto che sia di dipendenza o al contrario di condizionamento) col mercato subirebbe, in misura differente a seconda della suscettibilità di ciascun individuo, necessariamente un'influenza. Un artista non può, una volta entrato nel "circolo", restare indifferente ai giochi di forze del mercato.
Con questo non intendo dire che chiunque venda le sue opere non sia un vero artista, che non sono mai esistiti artisti perchè nessun artista si è mai risparmiato dal vendere i suoi prodotti, ma sicuramente l'arte creata per l'arte e non per un potenziale acquirente è molto più libera e autentica.
Io la penso così. Vorrei che l'artista che crea per godimento dell'anima non fosse solo un ideale senza sostanza. Ma forse è solo una speranza infondata...
BASSIC INSTINCT
00lunedì 6 giugno 2005 00:47
quando hai un contratto con una casa discografica (in particolare con una major) sei sotto pressione e ti chiedono di fare delle cose che vendono bene... mi sa che i problemi nascono a quel punto!
Voi che fareste?
indifference
00lunedì 6 giugno 2005 00:48
***
mettiamola così ...un artista scrive delle canzoni senza lo scopo di piacere . compone musica eccelsa e scrive splendidi testi.

la casa discografica fa degli accordi commerciali con radio e televisioni...la sua musica viene passata su mtv , e su tutte le radio. ed i giornali ne parlano.

quest'artista bisogna definirlo commerciale ???

Prof V
00lunedì 6 giugno 2005 00:48
tutto dipende da un solo fattore:

chi ero prima di quel contratto
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 00:49
non produrrei mai per una major.
e non datemi dell'ipocrita.
Major = merda.
Quasi sempre.
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 00:50
Re: ***

Scritto da: indifference 06/06/2005 0.48
mettiamola così ...un artista scrive delle canzoni senza lo scopo di piacere . compone musica eccelsa e scrive splendidi testi.

la casa discografica fa degli accordi commerciali con radio e televisioni...la sua musica viene passata su mtv , e su tutte le radio. ed i giornali ne parlano.

quest'artista bisogna definirlo commerciale ???




Probabilmente commerciale è la sua musica, anche se lui non lo sapeva. Se non fosse stato così probabilmente Mtv non si sarebbe interessato del tipo in questione.
Emanuele Brunetto
00lunedì 6 giugno 2005 00:52

Scritto da: Eu Amnesiac 06/06/2005 0.49
non produrrei mai per una major.
e non datemi dell'ipocrita.
Major = merda.
Quasi sempre.



Ipocrita. Fino all'osso. Se hai raschiato il fondo del barile per anni, se la tua gavetta è stata dura, l'accordo con una major lo vedi come un toccasana, e poi magari col tempo ti ritagli il tuo spazio sempre più ampio. Facciamo bene a parlare noi che con la musica non dobbiamo mangiarci...

E cmq major=merda è una cazzata, dipende sempre di che artista stiamo parlando...
indifference
00lunedì 6 giugno 2005 00:55
***

Scritto da: BASSIC INSTINCT 06/06/2005 0.47
quando hai un contratto con una casa discografica (in particolare con una major) sei sotto pressione e ti chiedono di fare delle cose che vendono bene... mi sa che i problemi nascono a quel punto!
Voi che fareste?




cosa farei ?
se avessi una indipendenza economica sufficente per autoprodurmi , seguirei questa strada.
se fossi all'esordio rifiuterei.
il problema si fa ancora più grande quando si parla di un gruppo! li ci sono tante "teste" e tante priorità differenti.
Emanuele Brunetto
00lunedì 6 giugno 2005 00:56

Scritto da: indifference 06/06/2005 0.55
se fossi all'esordio rifiuterei.



e mangi cazzi...
BASSIC INSTINCT
00lunedì 6 giugno 2005 00:57
Forse la definizione di "commerciale" è molto soggettiva, per me è una musica senz'anima scritta per vendere e suonata da altri possibilmente di bell'aspetto!!!!

Tutto il resto è un qualcosa che nasce dal cuore di qualcuno che ci ha passato nottate e nn va condannata solo perchè è trasmessa su mtv
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 01:01
Emanuele, ma perchè senza major si deve per forza morir di fame?
indifference
00lunedì 6 giugno 2005 01:01
***
beh manu , se fosse la mia prima esperienza con una casa discografica , rinuncerei. certo non mi "fermo" alla prima possibilità (se non mi piace!) .

certo se quella casa discografica rappresenta l'ultima spiaggia...accetterei pur di mangiare! ma pur di mangiare , no pur di fare "arte"...perchè quella non è più arte.

[Modificato da indifference 06/06/2005 1.02]

Emanuele Brunetto
00lunedì 6 giugno 2005 01:03

Scritto da: Eu Amnesiac 06/06/2005 1.01
Emanuele, ma perchè senza major si deve per forza morir di fame?



Eugenio il punto è questo:
tu fai il tuo prodotto, potresti venderlo tranquillamente a 10 seguendo i tuoi ideali, ma c'è chi ti offre 100, tu che fai?
Prof V
00lunedì 6 giugno 2005 01:03
ma voi partite dal cantante povero, da questa figura retorica dello sbandato? e se fosse il caso di gente come Paolo Conte o Guccini?
Emanuele Brunetto
00lunedì 6 giugno 2005 01:04

Scritto da: Prof V 06/06/2005 1.03
ma voi partite dal cantante povero, da questa figura retorica dello sbandato? e se fosse il caso di gente come Paolo Conte o Guccini?



Quelli sono dei porci allora...
Ma il giovane, come criticarlo... è ovvia e comprensibile la sua scelta di affidarsi ad una major...
Eu Amnesiac
00lunedì 6 giugno 2005 01:05
Re:

Scritto da: Emanuele Brunetto 06/06/2005 1.03


Eugenio il punto è questo:
tu fai il tuo prodotto, potresti venderlo tranquillamente a 10 seguendo i tuoi ideali, ma c'è chi ti offre 100, tu che fai?


se i 10 mi bastano per non vivere come un barbone, e se, soprattutto, amo quello che faccio e ci credo, resto a 10.
Emanuele Brunetto
00lunedì 6 giugno 2005 01:07

Scritto da: Eu Amnesiac 06/06/2005 1.05
se i 10 mi bastano per non vivere come un barbone, e se, soprattutto, amo quello che faccio e ci credo, resto a 10.



ahahaha mi vien da ridere, deve ancora nascere uomo dai cosi sani principi etici e morali...
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