Gli album dei CURE
Per prima cosa grazie ai miei fratelli cibicidi per le belle parole, cercherò (in attesa della tanto sospirata opera magna) di riassumere sinteticamente le caratteristiche degli album ufficiali nella speranza di esservi d’aiuto. Premetto che non ho un album preferito, cambiano le stagioni e cambiano gli ascolti, la “cura” è fatta cosi:
Three Imaginary Boys (1979)
Primo album dei Cure. Lo stesso Smith affermerà più tardi:
da considerare estraneo all’intera produzione Cure. T.I.B. ci mostra una punk-band essenziale e scheletrica
Per affermazione dello stesso Smith “T.I.B.” è da considerarsi come un elemento estraneo all’intera produzione Cure; fatto sta che l’opera prima mostra un band post-punk esistenzialista (proprio a partire dai testi) e con una struttura musicale scheletrica come quella dei Wire.
Perché è consigliato?: Si tratta di un importantissimo documento storico sul punk e sulle sue innumerevoli deviazioni genetiche.
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Boys Don't Cry (1980)
Edizione americana di T.I.B. Vero e proprio capolavoro, contiene dei veri e propri cimeli come la famosissima "Boy Don't Cry" e la camusiana "Killing An Arab". Si delinea il confine new-wave....
Perché è consigliato?: : Perchè i veri CURE prendono vita da questo "director-cut"
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Seventeen Seconds (1980)
Bastano diciassette secondi per descriverlo: spettrale. Un album ispirato a Nick Drake e a David Bowie. Nascono qui i grandi classici “A Forest” e “Play For Today” e un genere divenuto nel corso degli anni una vera e propria filosofia di vita: il dark
Perché è consigliato?: : Il suo suono è un bianco e nero, privo di colori e di speranza
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Faith (1981)
Tristezza e lacrime. Lacrime che scendono lungo l’anima bruciandola non le lacrime adolescenziali per una sbandata ma il dolore per una vita che giorno dopo giorno danza con la morte. Se fosse un film sarebbe “Il Settimo Sigillo”. Commovente.
Perché è consigliato?: : ascoltate “The Drowning Man” e “Faith”, chiudete gli occhi e ………
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Pornography (1982)
L’inferno. La “pornografia” di Smith nulla ha a che vedere con le riviste patinate e le videocassette hard. Violenza, guerra, odio, sangue e carne, sono queste le cattive visioni dei CURE in quello che può essere considerato il “capolavoro assoluto” del movimento dark insieme a “CLOSER” dei Joy Division. Contiene pietre miliari come “100 YEARS” e “THE FIGUREHEAD”.
Perché è consigliato?: : non averlo equivarrebbe a parlare di cinema senza aver mai visto un film di Kubrick.
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Japanese Whispers (1983)
Antologia di singoli e b-sides dell’era post Pornography è un tentativo di “allentamento” da quel senso di morte e nichilismo che dominava i lavori precendeti. Pur vantando ottime hits di successo come “Let’s go to bed”, “The Walk” e “Lovecats” è senza ombra di dubbio un progetto di secondo piano. Il meno consigliato
Perché è consigliato?: : Per chi ama i Cure “radiosi” e “felici”.
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The Top (1984)
Se si dovesse per forza cercare un accostamento con un qualche album del passato la scelta cadrebbe sul primo capitolo della storia Pink Floyd. Va precisato che un eventuale confronto vedrebbe soccombere naturalmente The Top che comunque conserva una “ragione”: la coesistenza del gotich e del pop, gli squarci della new-wave con un pizzico di rock. Interessante.
Perché è consigliato?: : Per il suo essere a cavallo fra due generi
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The Head in the door (1985)
E’ l’album della conciliazione: il ritorno di coloro che avevano amato l’anima dark del gruppo e che mal avevano digerito il tradimento dell’83 e soprattutto l’inversione di marcia di tutti quelli che alle tematiche cupi e triste di Smith avevano preferito il pop più facile di quei tempi. Un vero e proprio gioiello.
Perché è consigliato?: : Pezzi come “In Between days” e “A Night like this” non si scrivono tutti i giorni e in più c’è una certa “Close to me”…..
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Kiss Me Kiss Me Kiss Me (1987)
Uscito in doppio lp è l’album che consacra i Cure dinanzi al grandissimo pubblico (in America qualsiasi concerto registrerà il tutto esaurito). Opera dai risvolti poliedrici, coinvolse durante la sua gestazione per la prima volta, quasi tutti i componenti del gruppo. Trattato sull’universo CURE, 17 brani di rara bellezza.
Perché è consigliato?: : Tutto ciò che i Cure fino a quel momento “erano stati”, qui c’è, da “Just Like Heaven” fino a “Torture”.
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Disintegration (1989)
Uno degli album più importanti della storia della musica, un capolavoro impareggiabile. Contiene canzoni senza tempo che suggeriscono il seguente monito: “i corpi invecchiano, i sentimenti no”.
La malinconia è quella degli esordi, la veste musicale è maturata e perfezionata: il suono è monumentale, gli arpeggi e gli echi si diffondono nello spazio. Da avere assolutamente.
Perché è consigliato?: : Perché ogni pezzo lo si può ascoltare consecutivamente ed è come se fosse sempre la prima volta.
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Wish (1992)
E’ l’album rock dei Cure per eccellenza. Originariamente concepito come doppio album (un lato oscuro e uno più happy) alterna momenti melodrammatici (“Open” e “Apart”) a poesie musicate (“Trust” e “Doing the unstuck”). Un oceano di emozioni.
Perché è consigliato?: : ascoltarlo di notte in cuffia è un graffio al cuore.
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Wild Mood Swings (1996)
Evitando lo stesso errore fatto per “Japanese….”, Smith affianca a pezzi decisamente “easy” come “Mint Car” e “The 13th” dei nuovi “classici” come “Want”, “Jupiter Crash” e “Bare”. Lavoro fresco e contrario a qualsiasi legge del mercato è l’anticamera che porta ai Cure del nuovo millennio.
Perché è consigliato?: : perché contrariamente a quanto è stato detto e scritto è davvero un bell’album., fresco e allo stesso tempo intimista, lunatico come il titolo.
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BloodFlowers (2000)
“La morte dell’estate”, un album sulla maturità e sulla paura di invecchiare, parole che mettono nuovamente in gioco quanto detto in “Disintegration”. Concettualmente fa parte della trilogia dark Pornography – Disintegration – Bloodflowers, immortalate nel 2002 in un live a Berlino. La cura continua a curare….e i malati continuano ad esserci….
Perché è consigliato?: : Perché album sinceri come questi attualmente ce ne sono pochi
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Ecco in estrema sintesi gli album in studio dei Cure. Nella speranza di esservi stato d’aiuto, ribadisco un vecchio consiglio: ascoltateli in ordine cronologico, dall’esordio fino all’ultimo, o se preferite a ritroso. Sarà piacevole scoprire l’evoluzione di un suono, che senza alcun timore, definisco “unico”….
[Modificato da Prof V 13/04/2004 16.29]