Simple Minds...geniali?

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mirkosv@ro
00mercoledì 15 dicembre 2004 22:24
...sto ascoltando finalmente questa band storica del post-punk e degli '80 neoromantici....li ho sempre sottostimati, e rimandato l'ascolto dei loro album a data da destinarsi...ora che non riesco ad ascoltare altro da giorni, mi rincresce di non avere la calma ed il tempo per dedicarmi ad un ascolto più meditato ed attento...
Ascoltando i primi album - e solo quelli - mi sono trovato in quelle atmosfere "sintetiche" funeree, romantiche, europee, decadenti, paranoiche, androidi, noir, meccaniche, eroiche, post-glam...che mi sono tanto care e familiari.
...Vorrei conoscere la vostra opinione su questa band, anche per capire speditamente se ascoltando gli album successivi mi troverò di fronte ad opere ugualmente pregevoli, oppure alla standardizzata parabola commerciale che ha ingoiato - presto o tardi - un pò tutte le band simili, partite benone e poi finite a languire artisticamente nel multimilionario circo dei fenomeni popolari.

[Modificato da mirkosv@ro 15/12/2004 22.25]

indifference
00mercoledì 15 dicembre 2004 23:01
***
come te li ho sempre sottostimati , e sinceramente non li conosco bene per poter dare una mia valutazione!
quali album stai ascoltando?
Eu Amnesiac
00mercoledì 15 dicembre 2004 23:29
Non li conosco bene...pur non conoscendoli ti sconsiglirei di procurarti i lavori post-New Gold In Dream (1982), sconsigliati praticamente da tutti.Non penso di voler approfondire per ora, e vado a sentirmi Ha Ha Ha degli Ultravox, giusto per rimanere in tema...[SM=g27965]
mirkosv@ro
00giovedì 16 dicembre 2004 08:55
Re:

Scritto da: Eu Amnesiac 15/12/2004 23.29
Non li conosco bene...pur non conoscendoli ti sconsiglirei di procurarti i lavori post-New Gold In Dream (1982), sconsigliati praticamente da tutti.Non penso di voler approfondire per ora, e vado a sentirmi Ha Ha Ha degli Ultravox, giusto per rimanere in tema...[SM=g27965]



...sono appunto arrivato a New Gold In Dream.
...e qualche piccolo cenno di cedimento già lo si avverte...ergo....
..
a mali estremi, ripiegherò volentieri sui primi Ultravox!
anch'io...

..."Ha Ha Ha", che album magnifico!
Prof V
00giovedì 16 dicembre 2004 16:27
l'ultimo album di cover non è male; per quanto concerne la veste live, l'ultimo concerto a Taormina, dove il nostro ormai stanzia periodicamente, è stato recensito con quattro stelle.
Emanuele Brunetto
00giovedì 16 dicembre 2004 19:59
non mi hanno mai attirato
mirkosv@ro
00giovedì 16 dicembre 2004 20:12
Re:

Scritto da: Prof V 16/12/2004 16.27
l'ultimo album di cover non è male; per quanto concerne la veste live, l'ultimo concerto a Taormina, dove il nostro ormai stanzia periodicamente, è stato recensito con quattro stelle.



Prof....tu hai ascoltato i primi album della band?...che ne pensi??
Prof V
00giovedì 16 dicembre 2004 20:15
Empires And Dance, New Gold Dream e Neapolis.
Prof V
00giovedì 16 dicembre 2004 20:15
i miei ascolti in materia sono molto limitati
mirkosv@ro
00giovedì 16 dicembre 2004 23:16
accidenti...credevo davvero che i Simple Minds fossero più noti ed amati qui dentro, conoscendo i vostri gusti musicali, ragazzi... è un pò strano che gente che ama i The Cure o i Joy Division consideri i Simple Minds un pò più defilati, trascurati (e mi ci metto io per primo, come vi dicevo)...almeno i Simple Minds degli esordi...
...così mi permetto di consigliarvi vivamente l'ascolto di due album a mio avviso bellissimi, come il primo " Life in A day" del '79 e il più elaborato "Empires and Dance" dell'80. Le annate sono tra le migliori che si ricordino sulla scena post-punk, ma questo non ce bisogno che ve lo ricordi io....quindi se qualcuno se la sente di approfondire...fate vobis.

ciao.
indifference
00giovedì 16 dicembre 2004 23:35
***

Scritto da: mirkosv@ro 16/12/2004 23.16
accidenti...credevo davvero che i Simple Minds fossero più noti ed amati qui dentro, conoscendo i vostri gusti musicali, ragazzi... è un pò strano che gente che ama i The Cure o i Joy Division consideri i Simple Minds un pò più defilati, trascurati (e mi ci metto io per primo, come vi dicevo)...almeno i Simple Minds degli esordi...
...così mi permetto di consigliarvi vivamente l'ascolto di due album a mio avviso bellissimi, come il primo " Life in A day" del '79 e il più elaborato "Empires and Dance" dell'80. Le annate sono tra le migliori che si ricordino sulla scena post-punk, ma questo non ce bisogno che ve lo ricordi io....quindi se qualcuno se la sente di approfondire...fate vobis.

ciao.



accetto il tuo "invito". cercherò di approfondire il prima possibile [SM=g27960]

[Modificato da indifference 16/12/2004 23.35]

Prof V
00venerdì 17 dicembre 2004 12:30
Re:

Scritto da: mirkosv@ro 16/12/2004 23.16
accidenti...credevo davvero che i Simple Minds fossero più noti ed amati qui dentro, conoscendo i vostri gusti musicali, ragazzi... è un pò strano che gente che ama i The Cure o i Joy Division consideri i Simple Minds un pò più defilati, trascurati (e mi ci metto io per primo, come vi dicevo)...almeno i Simple Minds degli esordi...
...così mi permetto di consigliarvi vivamente l'ascolto di due album a mio avviso bellissimi, come il primo " Life in A day" del '79 e il più elaborato "Empires and Dance" dell'80. Le annate sono tra le migliori che si ricordino sulla scena post-punk, ma questo non ce bisogno che ve lo ricordi io....quindi se qualcuno se la sente di approfondire...fate vobis.

ciao.




non creiamo accostamenti forzati e blasfemi con i Joy Division e i Cure. stile diverso, traccie di basso diverse, testualità diversa.
Emanuele Brunetto
00venerdì 17 dicembre 2004 15:20
addirittura blasfemi...
Prof V
00venerdì 17 dicembre 2004 16:49
Come direbbe Mughini: Blasfemo e Criminogeno [SM=g27980]

Scherzi a parte, davvero fare un accostamento SimpleMinds – Joy Division è assurdo. C’è un cordone ombelicale di scena (la new wave) ma i cordoni si sa, vanno tagliati subito.
mirkosv@ro
00sabato 18 dicembre 2004 15:38
...lungi da me l'ambizione scellerata di creare accostamenti forzati per una band che non mi posso vantare (ancora) di conoscere a sufficienza.
...solo vi invito ad ascoltarli meglio, perchè conoscendo un pò i vostri gusti musicali, ho il sentore che potrebbero piacervi un pò di più.

ciao.
Prof V
00domenica 19 dicembre 2004 17:19
A tempo debito ascoltai gli scozzesi caro Mirko, non fu amore a prima vista. Ora se li incontro “ci salutiamo” ma non ci fermiamo mai a parlare.

Metafora sublime sull’ascolto
mirkosv@ro
00sabato 8 gennaio 2005 20:43
Vi posto una mia "recensione" sul primo album della band.
Spero che sia di qualche interesse... e mi piacerebbe se qualcuno volesse commentarne i pregi ed i difetti.
Buona lettura.

Life In A Day.



"Life In A Day" (1979) è l’album d’esordio dei Simple Minds, una delle bands più importanti ed amate della scena post-punk e del movimento new-romantic britannico.
Formatasi nella provincia anglosassone, a Glasgow, nel 1978, e trainata dal cantante Jim Kerr e dal chitarrista e tastierista Charlie Burchill, la band decide di chiamarsi “Simple Minds” in omaggio alla “Jean Genie” di David Bowie.
Le influenze musicali della band sono difatti piuttosto esplicite, e spaziano dal dandysmo post-glam del Bowie berlinese (il ’78 è l’anno di “Heroes”), al rock’n’roll sperimentale e precursore dei Roxy Music …senza mai perdere d’occhio la fervente scena musicale di quegli anni, sulla scia degli Ultravox! di John Foxx ed i The Cure di Robert Smith, bands già attive dal ‘77.
Per l’appunto, "Life In A Day" è sostanzialmente una revisione intellettuale ed elettronica del vetusto glam-rock.
Lungi dall’essere un capolavoro, ed anzi piuttosto acerbo, il disco racconta però in maniera assai fedele la scena musicale europea dopo l’iconoclastia punk, con la rigenerazione dell’art-rock decadente, nel passaggio dal glamour al neo-romanticismo.
Dai loro pittoreschi precursori, i Simple Minds ereditarono difatti l’immenso talento melodico, l’estro naif alla manipolazione, al collage dadaista, al divertissement, ed una propensione connaturata agli arrangiamenti barocchi.
Ma il punk aveva trasformato l’alienazione estetizzante e la disinibizione dei glam-rockers in un malessere depressivo e funereo tutto interiore.
Controcorrente rispetto ai dettami più tipici del neonato new-romantic, questo primo lavoro dei Simple Minds si distingue inoltre per l’uso ancora enfatico delle chitarre, solo a volte minimizzate in riff scarni e graffianti, ma spesso cariche e granitiche, con un suono piuttosto vicino al vecchio hard-rock da soffitta.
L’album oscilla insomma tra le vecchie luci e le nuove ombre di una scena musicale in rinnovo.
Tra il più giovane passato ed il futuro incombente, tra la superfetazione barocca del glam e l’essenzialità nociva del punk, tra il decadentismo lirico e la boutade ironica.
Nuova musica, in bilico tra notte e giorno.
Apre le danze “Someone”: un rock veloce e leggiadro, venato appena di atmosfera post-punk, ma che non rifiuta l’espediente melodico. In questo ragionevole compromesso, il pezzo riesce a suonare insomma “classicheggiante” ed al contempo attuale.
Il manifesto del disco è piuttosto la successiva titletrack, “Life In A Day”, che vanta un superbo lavoro di tastiere, dove una cadenza “obliqua” e più cupa (Brian Eno docet) si intreccia e fa da contrappunto continuamente ad una invece melodica e già romantica.
Conferma la ricetta musicale anche“Sad Affair”:un rock’n’roll rivisitato con l’estro naif ed intellettuale dei Roxy Music: su una ritmica trascinante e ballabile, con tanto di handclaps e grancassa da circo, si rincorrono un riff di chitarra hard-rock ed una sfrenata linea di sax alto (che tanto ricorda le esuberanze di Andy Mc Kay).
Ed il cantato di Kerr, spurio e paranoico, ricorda facilmente le inquietudini dark dei The Cure.
Prosegue sulla stessa linea “All For You”, meno scalpitante ma più atmosferica: le armonie delle tastiere rivaleggiano con un riff di chitarra ruvido da garage-rock, e sul finale salta fuori anche una manciata di piccole preziose stregonerie elettroniche, a perturbare timidamente il benfatto.
Il brano più dark dell’album, forse eccessivamente di maniera ma comunque interessante, è “Pleasantly Disturbed”: un baccanale di oltre otto minuti, dalle atmosfere vagamente mediorientali, scandito a colpi di tamburo, che nell’incipit paga in maniera piuttosto esplicita il debito d’onore verso i Velvet Underground di “Venus In Furs”. E quando il pezzo accelera e si fa più vivace e solare, finisce per ricordare di nuovo il pop patinato dei tardi Roxy Music, in maniera quasi imbarazzante. Il pezzo arricchisce comunque l’album di quella vena noir, e contribuisce a dimostrare quanto il rock primigenio di Reed e compagni sia stato fondante per tutto il filone dark-wave.
Il debito verso le genialità dei Roxy Music e' plateale su “No Cure”: boutade dal ritmo saltellante, con tanto di decorazioni pirotecniche del synth, stacchetti delle tastiere in stile cabaret, marcette circensi… il tutto condito da un cantato androide e paranoie, degno del miglior Steve Harley e dei suoi Cockney Rebels.
Il pezzo forse meno originale dell’album è “Chelsea Girl”(come l’omonimo film di Warhol) che sfoggia il ritornello più mellifluo dell’album, in pieno revival glam-rock.
Non a caso, il pezzo suona come un anthem uscito da un album dei Mott The Hoople.
Indubbiamente è la traccia meno congruente al sound dell’intero album.
Wasteland” – costruito su un riff di chitarre alla The Sweet – non aggiunge molto all’opera, mentre si distingue “Destiny”, che però difetta nel ripetere grossomodo la stessa ricetta della precedente “All For You”.
Per fortuna c’è un altro pezzo chiave a chiudere l’album, la lunga “Murder Story”: il groove è più oscuro e funereo, la ritmica robotica ricorda le trovate dei primi Ultravox! , la cavalcata elettrica delle chitarre riecheggia riff granitici in perfetto stile hard-rock, a tratti quasi “vintage”.
Ma nevrosi è tutta post-punk.
Il pezzo è inoltre impreziosito dalla linea melodica delle tastiere di Michael McNeil – sempre misurato ed elegante – mentre la batteria di Brian McGee e' in moto perpetuo, ed il canto di Kerr si libra angelico e martirizzato.
La chiusura è tutta affidata ad una stratificazione quasi cacofonica degli ingredienti in gioco.
Un assaggio del più ambizioso "Real To Real Cacophony" (sempre del ‘79), album decisamente più artefatto e sperimentale, ma forse meno spontaneo.
Prof V
00sabato 8 gennaio 2005 20:53
ottima recensione mirko [SM=g27963]

appena riapre il sito la pubblichiamo pure lì
Prof V
00martedì 15 febbraio 2005 18:31
scheda simple minds
CLICCA QUI
mirkosv@ro
00sabato 26 febbraio 2005 11:49
...ringrazio lo staff per aver pubblicato la mia prolissa recensione di "Life in a Day".

[SM=g27959]
Eu Amnesiac
00sabato 26 febbraio 2005 18:13
bene![SM=g27960]
cammarata
00lunedì 1 gennaio 2007 15:44
vedo che in queste discussioni si parla di simple minds, cure e joy division. volendo ascoltare qualcosa dei tre gruppi citati chiedo al prof o a chi per lui di indicarmi un brano "significativo" da cui partire eventualmente per approfondire poi con interi album se il primo ascolto mi cattura. sinceramente ho scaricato "love will tear us apart" dei joy division e dopo 10 secondi ho staccato il winamp.."belfast child" dei simple minds non mi dispiace, ma non è il mio genere. attendo risposte.
ActiasLuna
00lunedì 1 gennaio 2007 20:27
Per i Simple Minds ti consiglio l'ascolto di "Someone somewhere in summertime".
Per Cure e Joy Division non credo che un brano solo possa fare da motore trainante: sono gruppi che istillano una passione totale, ma potrebbero anche far venire voglia di buttarsi dalla finestra.

Enjoy.
Act.
cammarata
00martedì 2 gennaio 2007 01:24
thanks you're so kind.. [SM=g27960]
ActiasLuna
00mercoledì 3 gennaio 2007 16:54
Considera anche "Don't you (forget about me)" come anthem giovanile dell'anno scolastico 1985-86 quasi ovunque nel Paese. [SM=g27962]
cammarata
00mercoledì 3 gennaio 2007 17:58
mi spiace ma quella celeberrima canzone è una di quelle di cui farei volentieri a meno fosse mai esistita..sempre presente su mediashopping e sulle raccolte di greatest hits e veramente brutta.
Emanuele Brunetto
00lunedì 8 gennaio 2007 16:01

Scritto da: cammarata 01/01/2007 15.44
sinceramente ho scaricato "love will tear us apart" dei joy division e dopo 10 secondi ho staccato il winamp


[SM=x245570]
cammarata
00lunedì 8 gennaio 2007 19:59
mi spiace ma mi è proprio indigesta..
Emanuele Brunetto
00martedì 9 gennaio 2007 23:10

Scritto da: cammarata 08/01/2007 19.59
mi spiace ma mi è proprio indigesta..


[SM=x245544]
t.r.e.
00mercoledì 10 gennaio 2007 12:37
Re:

Scritto da: cammarata 08/01/2007 19.59
mi spiace ma mi è proprio indigesta..




Cos'è che non ti piace di questa canzone? Il consiglio è di calarla nel contesto '80, di leggere il testo claustrofobico, di ricordarti di chi fosse Curtis con la sua parabola di dolore e malattia, di ascoltarla e riascoltarla. Ricordo che una volta il Prof V mi disse, "se Smells like teen spirit è l'inno generazionale degli anni '90, Love Will Tear us Apart racchiude la distruzione e la chiusura degli anni '80". Vero vero vero.

[Modificato da t.r.e. 10/01/2007 12.38]

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