Non è un paese per vecchi

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ActiasLuna
00martedì 26 febbraio 2008 12:29
Film da Oscar per i fratelli Coen

Tit. orig.: No Country for Old Men
Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald, Garret Dillahunt, Tess Harper.
Thriller, USA, 2007
Durata 122'

"Il cinema dei Coen recupera il già noto e lo trasforma in mai visto. Classico ed eccentrico, inafferrabile e concettuale, manieristico e filosofico, viaggia da sempre all’interno dei generi cinematografici di cui sfrutta leggi e codici per costruire ingranaggi dentro i quali ragionare d’altro. Il genere diventa allora una categoria rassicurante ma instabile, che lascia intravedere il sorriso beffardo di chi si diverte a smontare e a disperdere le regole che lo spettatore intrattiene col cinema. La filmografia coeniana gioca con il cinema, inesauribile fonte d’ispirazione o di citazione, decostruendo l’impianto hollywoodiano e indicando un modo altro per attualizzare ancora una volta il patrimonio dell’immaginario americano. Blood Simple, il loro film d’esordio, è un noir impaludato in un Texas sordido e cupo, ricreato secondo gli stilemi del genere, Arizona Junior segue il modello della commedia, trapiantata in un allucinato Arizona, Fargo è ancora una volta un noir congelato nel ghiaccio e nella neve, Il grande Lebowski è la versione grottesca del Grande sonno chandleriano inframezzato dalle tracce del musical. Ma il sistema cinematografico costruito dalla premiata ditta di Minneapolis non si nutre soltanto di genere, e così Fratello, dove sei?, cronaca di un viaggio on the road nel sud dell’America della Depressione, si configura nella struttura del padre di tutti i racconti (e generi possibili), l’ “Odissea” omerica. Attraverso la rappresentazione e il linguaggio dell’immaginario i Coen affrontano anche la Storia, il Mito e i miti dell’America, luogo dove tutti i luoghi si fanno verità anche per chi americano non è. Ecco allora l’America degli anni Trenta tradotta nell’architettura del gangster movie (Crocevia della morte) e quella spettacolare del Capitale degli anni Quaranta e Cinquanta (Mister Hula Hoop), che mostra addirittura l’eco delle commedie di Hawks e Capra. Non è un paese per vecchi, adattamento del romanzo di Cormac McCarthy, non fa eccezione: ci mette di fronte a un genere (il western) e ai suoi codici, ci permette di dare per scontato lo sfondo, di considerare acquisite le linee guida del racconto e i tratti generali dei personaggi. Ancora una volta i Coen accennano la formula senza applicare la regola, sfruttano l’apparato generico per scatenare nello spettatore associazioni mnemoniche, false piste, falsi bersagli o possibili intuizioni. Ambientato al confine tra Texas e Messico, ennesima provincia malata del loro cinema, Non è un paese per vecchi è un western che non si svolge nell’epoca mitologica del Far West ma in quella contemporanea. Si cavalca fianco a fianco in vallate assolate e solitarie, si attaccano i pick-up al posto delle carovane, si rapinano gli avventori a colpi di pistola, si duella e ci si ammazza in “sfide infernali”. Eppure le cose non sono mai come sembrano anche se indubbiamente sembrano quello che sono. Quel “paese senza vecchi” è un luogo che abbiamo imparato a memoria dal cinema e che adesso i Coen sovvertono, scompongono e riassociano non per nostalgia, si badi bene, ma per rimetterlo in discussione, suggerendo il loro pensiero perplesso sul mondo. In Non è un paese per vecchi non c’è niente da capire, si tratta piuttosto di mostrare lo stato del mondo per quello che è: il beffardo equivoco di quella favola chiamata Hollywood." (Marzia Gandolfi)
Notizie tratte da MyMovies.it

Snobbato l'anno scorso al Festival di Cannes, il film ha fatto incetta di premi Oscar: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista (Javier Bardem).


[Editato perché le immagini oggi non mi compaiono]
Lobos Ramirez
00martedì 4 marzo 2008 16:55
Ammazza che firmone!!!
Emanuele Brunetto
00venerdì 7 marzo 2008 01:50
Visto stasera, molto bello, meritatissimi gli Oscar a mio avviso. Forse solo il finale è un tantino sbrigativo... ma va bene anche così.
Igor Mortis
00martedì 18 marzo 2008 12:51
Questo film sconvolge l'idea del romanzo da cui è tratto.
Come già di recente "Io sono leggenda", travisa il significato, e rende il significante piuttosto insipido.
Non è propriamente un americanata, ma il fetore che trasmette ricorda tali produzioni.
Non considero gli Oscar riconoscimenti seri, per cui non mi curo del suo trionfo.
ActiasLuna
00martedì 18 marzo 2008 16:19
Non sono certo gli Oscar a determinare la qualità, ma il film dei Coen doveva vedersela con "Il petroliere": era una sorta di sfida.
fabry20
00martedì 25 marzo 2008 15:28
Re:
ActiasLuna, 18/03/2008 16.19:

Non sono certo gli Oscar a determinare la qualità, ma il film dei Coen doveva vedersela con "Il petroliere": era una sorta di sfida.



Una sfida falsata dall'incompetenza dei giurati.
E' da inetti reputare questo filmetto, non migliore di un Vanzina qualsiasi, migliore de "Il Petroliere".
Mi da il voltastomaco.
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