Into The Wild

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ActiasLuna
00lunedì 29 ottobre 2007 00:50
Il nuovo eco-film di Sean Penn ha il commento sonoro di Eddie Vedder

Più di due ore di affascinanti paesaggi servono a Sean Penn per raccontare la storia vera di Christopher McCandless, un giovane laureato che dona tutti i suoi averi in beneficenza e parte per l'Alaska, così come narrato nel libro di Jon Krakauer (titolo italiano: "Nelle terre estreme").
Alla recente conferenza stampa del Roma Filmfest, dove il film è stato presentato e applaudito, il regista ha spiegato quale messaggio possa essere dato ai giovani con questo film: "Non vorrei essere ripetitivo al riguardo, ma penso che negli Usa e in Occidente la gente sia troppo dipendente dai comfort e questo con gravi conseguenze. E' necessario - ha continuato Penn - fare un cambiamento. Con questo non voglio dire ai giovani che debbano comportarsi come il protagonista del mio film, ma sicuramente che devono far battere i loro cuori più velocemente". E alla domanda: "Cosa ti fa più arrabbiare?", l'attore californiano non ha esitato a rispondere: "La stupidità". "La rabbia è il mio combustibile", ha poi aggiunto Penn. L'eterno arrabbiato e ribelle Penn è proprio come il protagonista del suo film che, ammette, "voleva far essere reale, senza farlo diventare un martire", perché "erano cruciali l'autenticità, l'equilibrio".
Da segnalare il cast di tutto rispetto (con William Hurt, Catherine Keener, Marcia Gay Harden) e la colonna sonora con brani di Eddie Vedder e Kaki King.

Notizie tratte dal sito di Rainews24

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Edited 'cause I can't type =)
virus81
00martedì 30 ottobre 2007 13:21
Sono molto curioso di vederlo ma credo che in Italia dovremo ancora aspettare un bel po'
bogitina
00martedì 30 ottobre 2007 17:12
speriamo di non dover aspettare troppo... [SM=g27964]
skagpaul
00venerdì 8 febbraio 2008 23:08
meraviglioso...d'altronde dopo quell'autentico colpo al cuore de "La promessa" da Penn non ci si poteva attendere altro. Si conferma regista strepitoso,intrinsecamente anticonformistico,spirito ribelle,indomito ma anche fortementesensibile: il risultato è un miracolo di poesia,equilibrio,profondità di elegiaca bellezza, tale da richiamare alla memoria numi del calibro di Cassavetes,Herzog,Malick con spunti e rimandi al Lynch di "Una Storia Vera" e alla gioventù persa di Van Sant, che però nelle mani(e soprattutto nell'obiettivo) di Penn riesce a redimersi e a trovare un'insperata serenità, un equilibrio panico e definitivo.
Straordinarie le prove di attori,straordinari i movimenti virtuosistici,innovativi ma mai fini a se stessi della mdp, straordinaria la capacità di fotografare una natura davvero selvaggia e sconfinata senza incorrere in punte di compiacimento..
Vergogna sugli oscar: se mai ce ne fosse stato bisogno, si riconfermano istituzione inutile,vuota,sterile,ipocrita,codarda. Neanche un riconoscimento a quella che oramai è una delle carriere più stupefacenti e qualitativamente eccelse del panorama registico americano. Miopia pura(e con precedenti clamorosi quali Kubrick e Lynch,bhè..che dire)
Emanuele Brunetto
00sabato 9 febbraio 2008 13:36
Bello [SM=x245571]
Ma il mio giudizio non fa testo, ero più attento ad ascoltare la soundtrack che a vedere il film [SM=x245586]
ActiasLuna
00domenica 10 febbraio 2008 02:02
Quindi la verità è bellezza e morte?
king Arthur 05
00mercoledì 13 febbraio 2008 18:11
"la felicità non è reale se non è condivisa". Credo che nel capitolo 4 (la saggezza) il protagonista ripensi alla propria scelta di solitudine.
All'inizio c'è la volontà di distacco da tutti, così radicale da non rivolgersi solo agli odiati genitori. Chris (o supertramp) abbandona tutti i suoi compagni di percorso pur di raggiungere la propria solitudine in Alaska. Ma alla fine credo si renda conto che la ricerca di una propria strada non può andare disgiunta dai rapporti umani
ActiasLuna
00mercoledì 13 febbraio 2008 19:53
L'anima si riconcilia idealmente con la famiglia nella luce accecante di un sole ingannatore (forse nostalgia, forse pentimento per non aver chiamato le cose col loro vero nome o forse semplicemente amore ritrovato) e si chiede, memore di suggestioni poetiche, se gli occhi lontani possano essere in grado di cogliere la bellezza di quello splendore eterno. Ne è valsa la pena.
ActiasLuna
00martedì 18 marzo 2008 16:12
Dal libro di Krakauer:
"L'Alaska ha sempre esercitato un certo fascino su sognatori e disadattati, su chi pensa di poter rattoppare i buchi della propria esistenza nell'incontaminata vastità dell'Ultima Frontiera. Soltanto che la foresta non perdona e di sogni e desideri non sa che farsene"
lauracio
00domenica 27 aprile 2008 17:47
Ma io in alaska ci andrei.
bellissima soundtrack.
bella la fotografia.
Ottimi spunti, mi è piaciuta pure la regia e la recitazione.
Lo rovedrei volentieri.
Al cinema però.
Inoltre dimostra quanto siano cecati agli oscar. macchisenefrega degli oscar, appunto.
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