GUERRA IN IRAQ COSTATA MEZZO TRILIONE DI DOLLARI AGLI USA
WASHINGTON - Una guerra da mezzo trilione di dollari, cioe' da 500 miliardi di dollari, la ricchezza di un anno di un miliardo d'indiani; o da 4,5 / 6 miliardi di dollari al mese, il prodotto interno lordo annuale iracheno; o da 150 milioni di dollari al giorno, quanti ne basterebbero per salvare dalla morte di fame milioni di bambini ogni anno; o da 100 mila dollari al minuto. O da 500 milioni di dollari per ogni militare americano morto ammazzato (i morti iracheni valgono di meno, 10 milioni di dollari l'uno, se se ne contano 50 mila).
I costi finanziari della guerra all'Iraq s'avvicinano alla soglia del mezzo trilione di dollari, se s'incrociano i conti del Congresso su quanto finora stanziato e impegnato e le previsioni di Pentagono e Casa Bianca per il 2007.
I costi umani stanno nella somma delle perdite militari americane (2248 in Iraq e 256 in Afghanistan, stando ai dati del Pentagono) e alleate (200 in Iraq e un numero imprecisato, alcune decine, in Afghanistan) e di quelle irachene e afghane (decine di migliaia, militari regolari, insorti, terroristi, ma anche civili, uomini, donne, bambini).
Quanto ai costi politici, sono impossibili da stimare. E, nella colonna delle entrate, e' ancora difficile metterci qualcosa che non sia la fumosa retorica della vittoria del presidente George W. Bush e della sua Amministrazione.
BILANCI E PREVISIONI - L'ufficio del bilancio del Congresso calcola che le somme stanziate per combattere il terrorismo, dopo l'11 Settembre 2001, siano pari a 320 miliardi di dollari per le operazioni militari in Iraq e Afghanistan e pure per la ricostruzione dei due Paesi (una ventina di miliardi), oltre che per alcuni aspetti della sicurezza interna.
A questa cifra bisogna ora aggiungere i 70 miliardi di stanziamenti straordinari che la Casa Bianca chiedera' la prossima settimana al Congresso e una cinquantina di miliardi che il Pentagono inserira' nel bilancio per la difesa 2006/'07.
E' quanto emerge dalle anticipazioni fatte filtrare alla stampa da fonti dell'Amministrazione. Fanno 440 miliardi, per ora: un conto tondo che non mette tutti d'accordo.
Ad esempio, il New York Times cita uno studio secondo cui i costi di guerra gia' sostenuti sono superiori ai computi del Congresso, almeno 331 miliardi di dollari. Le spese del conflitto, inoltre, hanno sempre ecceduto le previsioni, anche se la riduzione del contingente in Iraq, probabile nel corso dell'anno, dovrebbe di qui in avanti consentire qualche contenimento.
LA REVISIONE DEGLI ECONOMISTI - Del resto, gli economisti non prendono per buone le somme dei militari e neppure quelle dei tecnici del bilancio che tengono separate le voci di spesa e rendono difficile cogliere l'impatto complessivo.
Secondo uno studio realizzato da Joseph Stiglitz, Nobel per l'economia 2001, docente alla Columbia University, e da Linda Bilmea, docente ad Harvard, i costi della guerra in Iraq potrebbero superare a conti fatti i mille miliardi di dollari ed arrivare a duemila: altroche' mezzo trilione, fa un trilione o due.
Cifre impossibili da apprezzare mentalmente, collocate come sono nell'area della fanta-finanza dei fantastriliardi. Ma Stiglitz e Bilmea sono precisi e, alla fine del 2005, collocavano l'ammontare delle spese dall'inizio del conflitto fra i 1026 e i 1854 miliardi di dollari: tra le tre e le sei volte di piu' delle stime dell'Amministrazione e dei conti del Congresso.
Stiglitz e la Bilmea spiegano la discrepanza con il fatto che loro prendono in considerazione pure costi a lungo termine, come l'aumento delle spese mediche per effetto delle cure date ai militari feriti, le pensioni d'invalidita' ai mutilati, l'incremento degli incentivi per chi s'arruola e dei premi d'assicurazione per chi cade in combattimento, l'usura piu' rapida dei materiali impiegati al fronte e l'effetto boomerang dell'aumento dei prezzi del petrolio innescato dal conflitto.