Gabriel García Márquez - Memoria delle mie puttane tristi

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Yashal
00martedì 1 febbraio 2005 13:07


Pagine 141, rilegato
Editore Mondadori

Storia di un giornalista che per festeggiare i propri novant’anni decide di regalarsi una notte con una ragazzina illibata.

***

Dopo il romanzo autobiografico giovanile Vivere per raccontarla e la raccolta di articoli A ruota libera, il premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez torna in libreria con un romanzo breve che ha già fatto scalpore per il suo titolo e la sua trama provocatoria. Il libro, molto atteso e controverso, racconta la vicenda di un anonimo e vegliardo giornalista, dedito da una vita a collezionare amori mercenari, che per celebrare il raggiungimento dei novant’anni decide di vivere una notte destinata a rivoluzionare il resto dei suoi giorni. Si regala una ragazzina illibata, nell’illusione di riassaporare la sua giovinezza ormai perduta o per scoprire l’amore che non ha mai provato. L’incontro con l’adolescente, abilmente organizzato dalla maîtresse della casa di tolleranza frequentata per tanti anni, sconvolge la sua esistenza monotona e ripetitiva senza possibilità di ritorno all’anonima quotidianità. Il lavoro per il giornale “Diario de la Paz”, per cui l’uomo scrive «un articoletto domenicale senza strepiti per oltre mezzo secolo», la grande casa di famiglia abitata sin dalla nascita, il rapporto con la fedele domestica Damiana: nulla è più la stessa cosa da quando il maturo protagonista vede per la prima volta l’acerba quattordicenne subito soprannominata “Delgadina”. L’intensità emotiva dei loro incontri evoca il ricordo della vita passata e delle figure femminili che l’hanno affollata, tra cui spiccano la madre di origini italiane, («interprete ragguardevole di Mozart, poliglotta e garibaldina») la sposa mai condotta all’altare, la tenutaria, amica e complice di tanti fuggevoli appuntamenti.
Raccontata in prima persona dal protagonista, questa storia, struggente e gioiosa al tempo stesso, segna il ritorno dell’universo fantastico di Gabriel García Márquez e della prosa magica e brillante che da sempre caratterizza le opere del grande scrittore sudamericano. Introdotto da una citazione del romanzo La casa delle belle addormentate di un altro premio Nobel per la letteratura, lo scrittore giapponese Yasunari Kawabata, a cui García Márquez rende un tacito omaggio, Memoria delle mie puttane tristi è il diario intimo di una vita, lo sfogo appassionato di un uomo giunto all’epilogo della propria esistenza che intravede la strada per un nuovo inizio ma anche una riflessione che tocca alcuni temi fondamentali della vita, quali l’eros, l’amore, la vecchiaia.

www.ibs.it






Prof V
00martedì 1 febbraio 2005 13:21
vanta numerosi fedelissimi Gabriel Garcia Marquez
Yashal
00martedì 1 febbraio 2005 13:25
parlano di questo nuovo libro come di un capolavoro...

non so, vedremo.
bogitina
00giovedì 3 febbraio 2005 21:05
l'ho comprato oggi pomeriggio e ancora ho letto solo una decina di pagine, cmq tra qualche giorno (forse un pò di più) vi saprò dire il mio parere...


bogitina
00domenica 6 febbraio 2005 22:16
FINITO...
ho finito oggi il libro, e ad essere sincera non mi ha entusiasmata più di tanto...mi è piaciuto ma...non so, forse non ho afferrato il vero senso del libro dal momento che non ho letto altro di marquez....


Emanuele Brunetto
00lunedì 7 febbraio 2005 15:15

Scritto da: bogitina 06/02/2005 22.16
ho finito oggi il libro, e ad essere sincera non mi ha entusiasmata più di tanto...mi è piaciuto ma...non so, forse non ho afferrato il vero senso del libro dal momento che non ho letto altro di marquez....



io lo sapevo che non era granchè questo libro, infatti ho deciso di non leggerlo...[SM=g27972]
Yeast
00mercoledì 23 febbraio 2005 09:57
Il capolavoro di Marquez è semza ombra di dubbio "cent'anni di solitudine", che consiglio a tutti di leggere.

Yeast
Yashal
00mercoledì 23 febbraio 2005 14:31
vero
anche premio Nobel
Prof V
00giovedì 24 febbraio 2005 17:13
Re:

Scritto da: Yeast 23/02/2005 9.57
Il capolavoro di Marquez è semza ombra di dubbio "cent'anni di solitudine", che consiglio a tutti di leggere.

Yeast



uno dei libri più letti di sempre.
sergio.T
00martedì 26 luglio 2005 14:58
Non potrebbe essere diversamente Vittorio
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