Emidio Clementi..il peso della parola

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t.r.e.
00domenica 2 gennaio 2005 18:18
Da quando ho scoperto i Massimo Volume(ringrazio qualcuno per questo) è traballata la mia classifica dei parolieri italiani.
Clementi è balzato tra le primissime posizioni grazie a quel suo modo di rovesciare su ogni singola parola recitata una forza ed un mondo intero.
I suoi sono ricordi macchiati dal tempo e storpiati dalla tristezza mma anche brandelli di autentico benessere.
io definirei i suoi testi (Massimo Volume e El Muniria)Ungarettiani per come le frasi siano poste sul foglio strategicamente. Ogni sua pausa è un sospiro, ogni cesura crea significato.

Da qui

vivo in un posto
dove tutto quello che accade
sembra accada per caso.
una strada attraversa il paese.
il paese è quella strada.
nessuno ha scelto di vivere qui.
ma c'è qualcosa che ci trattiene.
perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos' altro.
t.r.e.
00domenica 2 gennaio 2005 18:25
..che questo post sia la scusa per parlare anche dello stile di scrittura di altri cantautori..[SM=g27960]
Prof V
00domenica 2 gennaio 2005 18:27
clementi è letterale, americano nello stile, industrializzato nei paesaggi, cordiale nel dolore, violento nelle parole.
Kazufai
00lunedì 3 gennaio 2005 01:26
I testi di Clementi sono abbastanza ermetici e fortemente evocativi. Introspettivi, ma con uno sguardo al circostante. Esterni, ma fortemente altisonanti all'interno. Arrivano all'ascoltatore a volte come una freccia, altre come un fortissimo eco. Bellissimi.
Qualcuno per caso ha letto "L'ultimo dio"?
t.r.e.
00lunedì 3 gennaio 2005 14:03
Si io l'ho letto e mi è piaciuto molto. E' l'intersecarsi della sua roboante biografia con quella altrattento tormentata di Emanuel Carnevali, poeta-scrittore italo americano vissuto nei primi anni del novecento(quelli della depressione post-29)negli Stati Uniti.
michele te lo consiglio(c'è da cavallotto ;) )
indifference
00lunedì 3 gennaio 2005 14:18
***
secondo me con il progetto "ElMuniria" Clementi ha raggiunto il massimo della sua ispirazione. parole magnifiche e a tratti meno ermetiche
Kazufai
00lunedì 3 gennaio 2005 15:17
Vero che i testi degli El Muniria raggiungono nella loro intimità picchi altissimi. Sono davvero splendidi.
Io ho letto invece proprio "Il Primo Dio" di Emanuel Carnevali, che purtroppo da Cavallotto nè in nessuna libreria catanese trovi. Puoi ordinarlo da internet ed è davvero un libro magnifico. Comunque ero molto propenso a comprare "L'ultimo dio", quindi penso proprio lo farò.


Che ci stiamo a fare qui?
Le ombre parlano piano del sole
E il sole sbianca
Quello che ieri era oggi

Che ci stiamo a fare qui
Siamo scesi fino in fondo
C'abbiamo girato intorno
Adesso voglio tornare indietro

Che ci stiamo a fare qui?
che ci stiamo a fare?
che ci stiamo a fare qui?
che ci stiamo a fare?

Siamo scesi fino in fondo
Ci abbiamo girato intorno
Che ci stiamo a fare qui?
Che ci stiamo a fare qui?

Lo sappiamo, in alto c'è La Medina, la città vecchia
Ma in questi caffè che ci brindiamo a fare? che ci stiamo a fare?
Dentro queste sale dove tutti rivolgono la sedia contro la strada
Che ci stiamo a fare?
Quei pianti alla ricerca del sole
Si attende qui la notte
Che ci stiamo a fare?
Adesso voglio tornare indietro
Che si riversa nelle strade dopo il tramonto
Che ci stiamo a fare?

Che ci stiamo a fare qui?
Che ci stiamo a fare?
Che ci stiamo a fare qui?
Che ci stiamo a fare?
indifference
00lunedì 10 gennaio 2005 18:42
***
i testi dell'album "Da qui"(massimo volume) ricordano moltissimo lo stile di Bukowski.
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