Cei: aborto, legge 194 inattuata

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Prof V
00mercoledì 30 novembre 2005 00:51
Documento dei vescovi per la giornata della vita: «Resta grave nel nostro Paese il problema della soppressione di vite innocenti» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO


ROMA - Un nuovo messaggio al mondo politico. «La vita umana viene prima di tutte le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche; precede anche la scienza con le sue acquisizioni». È quanto afferma il messaggio della Cei per la giornata della vita (in programma il 5 febbraio 2006), intitolato «rispettare la vita».

Il presidente della Cei cardinale Camillo Ruini (Ansa)
PERSONA UMANA - «La persona realizza se stessa quando riconosce la dignità della vita e le resta fedele, come valore primario rispetto a tutti i beni dell'esistenza, che conserva la sua preziosità anche di fronte ai momenti di dolore e di fatica», scrive il consiglio permanente dei vescovi italiani. «La Vita - ricorda la Cei - precede il creato e l'uomo: l'uomo e con lui ogni realtà vivente è reso partecipe della vita per un gesto di amore libero e gratuito di Dio. Ogni uomo è riflesso del Verbo di Dio. La vita è perciò un bene indisponibile; l'uomo lo riceve, non lo inventa; lo accoglie come dono da custodire e da far crescere, attuando il disegno di Colui che lo ha chiamato alla vita; non può manipolarlo come fosse sua proprietà esclusiva».
NATALITA' - Per la Cei in Italia è trascurato il fattore demografico, ma, «oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità, resta grave nel nostro Paese il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l'aborto, dietro al quale spesso ci sono gravi drammi umani ma a cui, a volte, si ricorre con leggerezza» aggiunge il documento del consiglio permanente nel messaggio per la giornata della vita 2006, nel quale è anche segnalato con forza il malessere dei giovani, che vanno aiutati.
TUTELA DELLA MATERNITA' - «Vanno valorizzati quegli aspetti della stessa legge 194 - è scritto nel messaggio - che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell'aiuto alle donne che si trovano in difficoltà di fronte ad una gravidanza. Davanti alla piaga dell'aborto tutti siamo chiamati a fare ogni sforzo per aiutare le donne ad accogliere la vita» «Chi non vuole essere libero e felice e non fa tutto il possibile per realizzare questa sua massima aspirazione? Ognuno ha racchiusa nel segreto del suo cuore la propria strada verso la libertà e la felicità. Ma per tutti vale una condizione: il rispetto della vita. Nessuno - affermano i vescovi italiani - potrà conquistare libertà e felicità oltraggiando la vita, sfidandola impunemente, disprezzandola, sopprimendola, scegliendo la via della morte». «Questo vale per tutti - afferma la Cei - ma in modo speciale per i giovani, tra cui non manca chi sembra ricercare la libertà e la felicità con espressioni esasperate o estreme» con l'uso della droga e altre devianze. Un «fattore importante» che incide sulla «vitalità e sul futuro della nostra società, ma tuttora trascurato», è «sicuramente» secondo la Cei «quello demografico: sono molti i coniugi, infatti, che hanno meno figli di quanti ne vorrebbero». Ritornando al rispetto della vita, i vescovi ricordano che questo «comincia dalla tutela della vita di chi è più debole e indifeso. Nessuno può dirsi padrone e signore assoluto della vita propria, a maggior ragione di quella altrui. Rispettare la vita, in questo contesto, significa anche fare tutto il possibile per salvarla».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/11_Novembre/29/cei.shtml

RikReed
00mercoledì 30 novembre 2005 21:06
Il nuovo corso del Vaticano ha già rotto i marones quanto a ingerenze nei poteri temporali e nella società civile. Nella fattispecie sarei in linea di principio contrario all'aborto, ma la legge non va assolutamente toccata, non per ossequi all'isterico motto femminista anni 70 "l'utero è mio e ne faccio ciò che dico io", quanto per evitare tutti quegli aborti clandestini, che a causa delle precarie condizioni in cui vengono svolti, raddoppiano il dramma.

SE la chiesa vuole davvero combattere l'aborto crei dei consultori propri dove la ragazza venga distolta dall'insano gesto attraverso un sostegno psicologico, sociale ed economico nel corso della gravidanza, tanto penso proprio che i soldi li hanno...
e se non li hanno vendono 4 calici d'oro...
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