Caste

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Paperinikkk
00martedì 16 novembre 2004 10:17
Le nuove caste: i figli DI che proseguono le attività paterne.
Se mi guardo intorno vedo che l'apparente "tradizione" si sta trasformando in una vera e propria sucessione "al titolo" con tanto di diritti acquisiti tramandati da re a principe e cosi' sia: amen.
Una volta era nota la "casta" dei notai, oggi è un dilagare di figli di attori, di figli di politici, di figli di medici (di avvocati già era dilagante).
La mia domanda sorge spontanea: ma è davvero preferenza da dna? Ossia: ma quanti ragazzi, ancora oggi sono OBBLIGATI dai famigliari a frequentare l'università per quel "pezzo di carta" che consenta la successione al titolo?
E quanti sono obbligati alla...laurea?
Mi chiedo questo dopo aver sentito del ragazzo che ha sparato al padre che lo obbligava a continuare l'università nonostante il suo rifiuto, ovvio non è esempio piu' che tanto valido per tutte le problematiche che tale reazione puo' celare ma...ho un amico che si è ritrovato a DOVER fare il commercialista perchè figlio di grossi commercialisti.
Cosa pensa? Che lo fa...ma che oggi ha 45 anni ed ha la classica crisi della persona che non ha fatto cio' che voleva della sua vita e che si ritrova a constatare che certo i soldi non son tutto...
E' davvero cosi'? E' davvero ancor peggiorata questa situazione, invece di andare nel verso della realizzazione personale autentica?
K.Kieslowsky
00martedì 16 novembre 2004 10:30
La realizzazione personale autentica avviene molto raramente, anzi,quasi mai.Da una parte è spiacevole ma dall' altra meno male,oserei dire, altrimenti vivremmo in un mondo con un migliaio di medici, qualche fisico, due o tre matematici e una marea di artisti. Vivremmo nelle caverne (anche se con dei bellissimi disegni interni). Dura lex, sed lex
Paperinikkk
00martedì 16 novembre 2004 12:14
Fammi capire bene Kies (per la gioia di Bandito eheheheh) quindi tu intendi che sia ovvio che i figli seguano le orme paterne? Quasi da dna, per l'appunto?
Emanuele Brunetto
00martedì 16 novembre 2004 12:38
Credo intendesse dire piuttosto che è ovvio dedicarsi ad attività e professioni magari meno stimolanti, ma sicuramente più utili (in senso sociale) nonchè più remunerative.
Paperinikkk
00martedì 16 novembre 2004 12:54
Manu quello che io intendo è questo: d'accordo che siano remunerative, d'accordo che studiare per studiare la professione "socialmente utile" sia anche piu' gratificante ma...è mai possibile che esistano ormai GENERAZIONI di medici? Medico bisnonno, nonno, padre, figlio ecc ecc? Che poi passi ancora questa categoria per la quale forse un po' di vocazione ci vuole (ehehehe...azz lavorare col sangue[SM=g27982] ) ma....di avvocati? Di commercialisti? Di notai?[SM=g27973] Dai...non venirmi a dire che il notaio sia mestiere "esaltante" al di là del conto in banca...
Per poi vedere ogni giorno trattare il tema della 'depressione', dell'insoddisfazione professionale" ecc ecc ecc... degli strani "colpi di testa" del quaranta-cinquantenne...
Mi chiedo: ma questa "successione" è frutto di un calcolo cosciente e volitivo o frutto dell'indecisione giovanile? Non so cosa voglio, non so cosa fare, faccio quello che fa papà che una spinta me la da o meglio ancora mi evita la lotta del posto infilandomi nel suo studio?
indifference
00martedì 16 novembre 2004 13:08
***
secondo me è un calcolo fatto dai giovani prima di iscriversi all'università. non credo sia la famiglia a costringerlo a fare una scelta .

il fatto di avere il padre avvocato o dottore o commercialista o attore..ti permette (ed è inutile negarlo!!!) , SE VUOI , di faticare meno degli agli per raggiungere il tuo scopo.

Paperinikkk
00martedì 16 novembre 2004 13:29
Re: ***
Scritto da: indifference 16/11/2004 13.08
secondo me è un calcolo fatto dai giovani prima di iscriversi all'università. non credo sia la famiglia a costringerlo a fare una scelta .

il fatto di avere il padre avvocato o dottore o commercialista o attore..ti permette (ed è inutile negarlo!!!) , SE VUOI , di faticare meno degli agli per raggiungere il tuo scopo.





Lo temevo....[SM=g27982]
Anche se è comprensibile...
Dalla serie meglio un uovo oggi.[SM=g27960]
virus81
00martedì 16 novembre 2004 13:43
I genitori che obbliagno i propri figli a intraprendere una certa strada nella vita ci sono ma credo che ormai siano una piccola minoranza. Accade molto più spesso che siano i figli a fare volontariamente una scelta "sicura" anche se non è quella ideale. Poi diciamoci la verità: è verissimo che i soldi nella vita non sono tutto però averli, anche non facendo quello che si era sognato da piccoli, è comunque una discreta consolazione soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo adesso dove trovare un posto di lavoro stabile e sicuro sta diventando una cosa difficilissima

[Modificato da virus81 16/11/2004 13.44]

Emanuele Brunetto
00martedì 16 novembre 2004 13:48

Scritto da: virus81 16/11/2004 13.43
averli, anche non facendo quello che si era sognato da piccoli, è comunque una discreta consolazione



io direi una ottima consolazione...
Paperinikkk
00martedì 16 novembre 2004 13:53
Sigh...quindi piu' dell'amor e dell'ideal potè il vil denar?[SM=g27982]
Che dire...che è comprensibile....insomma coerente...[SM=g27982]
Emanuele Brunetto
00martedì 16 novembre 2004 13:55
è cosi purtroppo...[SM=g27969]
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