Atletica - Gatlin collabora: 8 anni di stop

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meulen
00mercoledì 23 agosto 2006 18:55



WASHINGTON (Stati Uniti), 23 agosto 2006 - Il velocista statunitense Justin Gatlin ha concordato con l'Agenzia antidoping Usada un bando di massimo otto anni dall'attività agonistica con la Federazione statunitense di atletica leggera. Gatlin ha evitato una squalifica a vita cooperando con le autorità anti-doping e ottenendo il riconoscimento delle "circostanze eccezionali" che avevano segnato la sua prima violazione delle regole anti-doping, quand'era studente e risultò positivo per una medicina che prendeva per controllare il deficit d'attenzione di cui soffriva.
Gatlin sarà anche privato del record del mondo (è co-detentore assieme al giamaicano Asafa Powell) che aveva eguagliato nel maggio scorso, correndo i 100 metri in 9.77. L'atleta, 24 anni, era risultato positivo a un precursore del testosterone il 22 aprile scorso. L'accordo concluso ieri lascia la possibilità a Gatlin di ricorrere in appello di fronte a una commissione d'arbitrato nei prossimi sei mesi per vedere la propria pena ridotta, senza però contestare la validità dei test che l'hanno trovato positivo. Il velocista sostiene di non sapere come abbia assunto steroidi, ma non ha fatto sua la tesi del proprio allenatore, il discusso Trevor Graham, coinvolto i numerosi casi di doping, il quale sostiene che un fisioterapista vendicativo avrebbe massaggiato i muscoli dell'atleta con una crema al testosterone a sua insaputa.
Secondo l'Usada, Gatlin ha accettato i risultati delle analisi e ha riconosciuto la violazione della legge antidoping. "Il corridore ha deciso di collaborare dandoci informazioni che ci potranno servire - ha dichiarato il segretario generale dell'Agenzia Travis Tygart - In cambio di questa promessa, l'Usada ha concluso che il periodo massimo di sospensione per questa violazione dovrà essere di otto anni". Accettando questa soluzione, il corridore statunitense, stando alle attuali normative federali, ha evitato la squalifica a vita. Il suo futuro in pista sembra ugualmente compromesso a meno che, e non da escludere, in sede d'Appello l'arbitrato decida per un forte sconto della pena da scontare.

Gazzetta
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