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MILANO - "Non c'è mai stato un editto bulgaro
né ho mai detto che questi signori non dovevano fare televisione": con queste parole Silvio Berlusconi, dopo la morte di Enzo Biagi, torna sulle accuse di aver cacciato - quando era la governo - il grande giornalista dalla tv pubblica.
"Tutto e' stato sconvolto - continua l'ex presidente del Consiglio - la verità è che io criticai, e la critica è ancora valida, come veniva usata la tv, soprattutto quella pubblica, pagata con i soldi di tutti e dissi che i dirigenti nuovi che verranno dovranno evitare che ciò si ripeta. Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia. Quindi ancora una volta è stato tutto deformato dalla sinistra.
Berlusconi scatenò la polemica in una conferenza stampa svoltasi in occasione di una visita ufficiale a Sofia il 18 aprile 2002. "L'uso che Biagi, Santoro, ... come si chiama quell'altro ... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga".
Gentiloni: "L'editto bulgaro una vergogna". "Non so se sia una barzelletta o un'amnesia. So per certo, e in Italia io c'ero, che dopo quanto ha detto Berlusconi in Bulgaria, Enzo Biagi e con lui Santoro e Luttazzi si sono visti sospendere i loro programmi televisivi e sono scomparsi dalla Rai". Così il Ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni risponde ad una domanda dei cronisti sull'editto bulgaro dell'allora premier Silvio Berlusconi. E proprio nei giorni in cui si compiange il cronista, da Bologna Gentiloni ricorda: "E' stata una vergogna, che per fortuna negli ultimi tempi si è almeno in parte riparata".
Giulietti: "I Tg ritrasmettano la dichiarazione di Sofia". Ancora più dure le parole del portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti: "Silvio Berlusconi ha dichiarato che l'editto bulgaro non c'è mai stato. Francamente ci sembra una battuta irrispettosa e offensiva. In ogni caso - aggiunge - ci auguriamo che questa sera Tg pubblici e privati, tra cui quelli di proprietà del Cavaliere, ritrasmettano, per amore della libertà, quel pezzo di storia televisiva. E facciano così sapere agli italiani che, a poche ore da quella dichiarazione in Bulgaria, un gruppo di fedelissimi esecutori, ancora tutti seduti al loro posto, diedero applicazione all'editto".
Travaglio: "Si vergogni chi gli ha rovinato gli aultimi anni di vita". Il giornalista Marco Travaglio è arrivato alla camera ardente del collega nell'ora di chiusura e non ha potuto visitare la salma di Enzo Biagi. Ma non ha comunque esitato a fermarsi per dire che "chi gli ha rovinato la vita negli ultimi anni dovrebbe vergognarsi". Marco Travaglio ha ricordato il suo rapporto con Enzo Biagi, "soprattutto le telefonate". "Ci vedevamo a cena - ha detto - e mi telefonava tutte le volte che lo citavo nei miei articoli. Mi diceva di stare attento e non espormi troppo". "E' brutto morire - ha aggiunto il giornalista - perchè si iniziano a dire cose a cui non si può più rispondere. Biagi è stato trascinato in una polemica politica senza essere stato mai un combattente politico. Ci voleva la stretta autoritaria degli ultimi anni per trasformare Biagi in un comunista". Infine, Marco Travaglio ha spiegato il suo cordoglio: "Dopo Montanelli ho perso l'ultimo nonno". |