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E' morto il regista Luigi Comencini

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2007 21:53
06/04/2007 13:26
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Aveva novanta anni, essendo nato a Salo' l'8 giugno 1916. Era un grande cineasta, considerato 'il regista dei bambini', per aver firmato 'Bambini in citta'' e 'Marcellino pane e vino', ma anche un esponente della commedia di costume, nel cui filone spicca il suo 'Tutti a casa'.


LA CAMERA ARDENTE ALLA CASA DEL CINEMA
La camera ardente di Luigi Comencini sara' allestita domani dalle 10.30 alla Casa del cinema a Porta Pinciana, a Roma.


Si svolgeranno domani nella chiesa di rito Valdese a Roma a Piazza Cavour i funerali del regista.Lo ha reso noto alla Casa del cinema a Roma il direttore Felice Laudadio.


L'INVENTORE DEL NEOREALISMO ROSA
(Di Giorgio Gosetti)
Di sicuro la definizione di ''inventore del neoralismo rosa'' non gli sarebbe piaciuta. Eppure e' una di quelle etichette, proprio come ''il regista che amava i bambini'', che bastano da sole a definire un personaggio e che, una volta coniate, non si possono scrollare di dosso. Cosi' accade che il regista severo, l'appassionato di cinema dai modi un po'calvinisti, che scopre la cinepresa con la stessa passione neofita dei primi neorealisti, si ritrovi - in coincidenza con il primo vero successo della sua carriera - alle prese con uno stereotipo che l'accompagnera' per sempre.

Tutto accade nel 1953, quando l'afflato ideologico e morale del gruppo di Rossellini e Zavattini sta gia' stemperandosi nel frastagliato arcipelago del neorealismo di maniera. L'Italia e' alle prese con una ricostruzione che comincia a conoscere le lusinghe della ripresa economica e della stabilita' politica. Comencini ha alle spalle quattro film, che lo hanno accreditato come artigiano esperto nei generi (la commedia e il melodramma), ma cerca ancora un riconoscimento definitivo.

La sua carriera si snoda quasi in parallelo con quella di Giuseppe De Santis, che pochi anni prima, con Riso amaro, ha riconciliato il grande pubblico con le storie di casa nostra. Il soggetto di Pane, amore e fantasia, firmato da Ettore Margadonna, con le vicende di un maresciallo dei carabinieri in un paesino dell'Italia centrale sembra dello stesso stile. E' certamente merito del suadente Maresciallo Carotenuto (un grande Vittorio De Sica) e della prorompente Gina Lollobrigida (Maria ''la Bersagliera'') se Pane, amore e fantasia non solo vince l'Orso d'oro al Festival di Berlino, ma a' anche il campione d'incasso della stagione 1953-54 e afferma in tutto il mondo una nuova immagine dell'Italietta di quell'epoca. Ma senza la finezza di scrittura e l'originalita' interpretativa di Comencini, il film non andrebbe lontano. Accade invece che quella storia, per molti versi iscritta nella tradizione della Commedia dell'arte, scavi un solco con il passato.
Da qui i feroci attacchi della critica piu' ideologica che vi leggeva un tradimento formale e una semplificazione contenutistica rispetto alla lezione di Rossellini o Visconti. La verita' e' invece piu' semplice: il cinema italiano riconquista il suo pubblico seguendo l'evolversi della realta' del paese. Non a caso il film ebbe due seguiti naturali, Pane amore e gelosia, sempre di Comencini, ma con l'apparizione di Sophia Loren; Pane amore e Andalusia, dello spagnolo Xeto'; e l'apocrifo Tuppe tuppe marescia' di Carlo Ludovico Bragaglia. Naturale conseguenza fu, nel 1956, Poveri ma belli di Dino Risi e, nella filmografia di Comencini, La bella di Roma del 1955. Nella sua carriera insomma, si tratto' quasi di un episodio; ma per il cinema italiano era l'inizio di una nuova stagione che coniugava realta' e commedia.

@ansa.it
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Filmografia
Bambini in città (1947)
Proibito rubare (1948)
L'imperatore di Capri (1949)
L'ospedale del delitto (1950)
Persiane chiuse (1950)
La tratta delle bianche (1953)
La valigia dei sogni (1953)
Pane, amore e fantasia (1953)
Pane, amore e gelosia (1954)
La bella di Roma (1955)
La finestra sul Luna Park (1956)
Mariti in città (1957)
Mogli pericolose (1958)
Le sorprese dell'amore (1959)
Tutti a casa (1960)
A cavallo della tigre (1961)
Il commissario (1962)
La ragazza di Bube (1963)
Tre notti d'amore (1964)
La mia signora (1964)
Il compagno Don Camillo (1965)
La bugiarda (1965)
Le bambole (1965) - episodio "Il trattato di eugenetica"
Incompreso (1966)
Italian secret service (1967)
Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano (1969)
Senza sapere niente di lei (1969)
Le avventure di Pinocchio (1972) - sceneggiato Tv
Lo scopone scientifico (1972)
Delitto d'amore (1974)
Mio Dio come sono caduta in basso (1974)
La donna della domenica (1975)
Basta che non si sappia in giro (1976) - episodio "L'equivoco"
Quelle strane occasioni (1976)
Signore e signori, buonanotte (1976)
Il gatto (1977)
L'ingorgo - Una storia impossibile (1978)
Voltati Eugenio (1980)
Cercasi Gesù (1982)
Cuore (1984) - sceneggiato Tv
Un ragazzo di Calabria (1987)
La Bohème (1988)
Buon Natale... buon anno (1989)
Marcellino (1991)
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Davvero un triste giorno per il nostro cinema. [SM=g27970] [SM=g27969]:
Era uno dei grandi vecchi del nostro cinema, categoria che annovera registi come Dino Risi, Mario Monicelli, Antonioni, Zeffirelli, Olmi, Paolo e Vittorio Taviani.

Tutti ricordano Pane, amore e fantasia , celeberrima pellicola anni cinquanta con De Sica.
Io, che sono del '77, serbo un gran ricordo di Cuore e Il ragazzo di Calabria.
Il primo è lo sceneggiato tv con Johnny Dorelli nella parte del maestro Perboni, famosissimo credo.
Il secondo, credo molto meno noto, è forse il primo tentativo di Diego Abatantuono di distaccarsi dai cliché che fino a quel momento ne avevano caratterizzato la carriera.
Un regista maestro della commedia all'italiana lo dirige in un film affatto comico, imperniato sul rapporto fra un ragazzino calabrese con scarso interesse per la scuola e un grande amore per la corsa ed il padre (appunto Diego Abatantuono) che ne osteggia la passione. Un film delicato e che merita d'esser visto.
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