Per Thom Yorke i tour mondiali sono troppo inquinanti
I Radiohead hanno confermato l’ufficiale inizio delle registrazioni del settimo album con un brevissimo post sul loro sito/blog Dead Air Space: “Abbiamo iniziato a registrare sul serio. Arriveremo da qualche parte, credo. Finalmente”.
La brevissima frase non avrà sicuramente reso felici i fan che aspettano notizie più corpose sul disco, ma l’annuncio fa parte di un messaggio sulla riduzione delle emissioni di monossido di carbonio in supporto alla campagna organizzata da Big Ask.
Oltre a chiedere ai propri fan di ‘pressare’ il proprio governo sulla questione inquinamento, Yorke ha gettato un masso nello stagno dichiarando: “Il modo in cui i tour sono strutturati e organizzati portano a un eccessivo consumo di energia. Sto considerando di rifiutarmi di andare in tour se nulla succederà e se niente verrà fatto per cambiare il modo in cui vengono organizzati. Io ho bisogno di suonare dal vivo, ma è al tempo stesso inaccettabile far finta di nulla e non conoscere le conseguenze. Alcuni dei nostri migliori concerti li abbiamo fatti negli Stati Uniti davanti a 80.000 persone che sono state sedute in macchina per cinque o sei ore prima di arrivare al locale, è assurdo. Poi però quando ti scontri con chi lavora con te ti senti stupido perché dici di non essere felice e di voler fare in un‘altra maniera… voglio andare negli USA con la nave. I Cure lo hanno fatto perché Robert Smith si rifiutò di volare, poi mi hanno detto che la nave consuma molto di più dell’aereo… Adesso voglio andare in Giappone in treno”.
I Rolling Stones, Coldplay e il nostro Vasco Rossi hanno organizzato dei tour a impatto ambientale zero, comprando foreste o piantando alberi; i Pearl Jam hanno destinato 100.000 dollari a un fondo destinato a nove organizzazioni in grado di realizzare un lavoro innovativo sul cambio climatico; tutte soluzioni che non convincono Thom Yorke.
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