Broken Flowers

Regia: Jim Jarmusch
Attori: Bill Murray (Don Johnston), Jeffrey Wright (Winston), Sharon Stone (Laura Miller), Frances Conroy (Dora), Jessica Lange (Carmen)

Don Johnston, scapolo impenitente, riceve una misteriosa lettera, senza firma, da una sua probabile ex amante che lo informa di essere padre di un ragazzo di 19 anni. Don si confida con Winston, suo amico e vicino di casa, che gli consiglia di andare alla ricerca di colei che può aver scritto la lettera. Così, superando la sua ostilità per i viaggi ne intraprende uno attraverso gli Stati Uniti per scoprire quale delle sue vecchie fiamme può essere la madre del ragazzo...

nonostante la mia tendenziale avversione per le sale cinematografiche mi piacerebbe vederlo..

Il film merita, è fatto bene, gli attori sono bravi, ma il finale lascia un pò perplessi.
Nel complesso mi è comunque piaciuto.

Eccovi anche la recensione di Riccardo: Broken Flowers

Il finale è in linea con il resto del film...concordo sul fatto che gli attori scelti abbiano recitato benissimo ma penso che il film in alcune circostanze si riveli estremamente lento. Nonostante ciò cattura l attenzione dello spettatore attraverso "episodi" divertenti e riflessivi.
Da vedere.

una bella realtà l'ultimo di jarmush. un regista che non ha mai rinunciato a fare del cinema sui generis e concettuale.
visto che dopo la visione con altri cibicidi c'è stata qualche discussione, riprendiamola qui. chi crede fosse meglio dare un finale più compiuto a broken flowers?

Un finale più compiuto? Si, forse avrei voluto almeno qualche indizio in più ma va bene lo stesso così

A me invece, che l'ho visto l'altro ieri, verrebbe da chiedere che cos'è che vi ha colpito del film, a cominciare dal buon Riccardo che l'ha ottimamente recensito.
Un conto è il minimalismo, un altro la noia, che scaturisce non tanto dalla paginetta scarsa di sceneggiatura (la media è di una battuta ogni 5 minuti) quanto dall'espressione da cotechino di Murray, che pure avevamo apprezzato in Lost in Translation e in Coffee and Cigarettes (divertentissimo nel suo episodio), per non parlare degli attori che gli girano intorno, vuoti e spenti.
Non si ride, non si piange, non offre spunti interessanti.
Peccato perchè il soggetto poteva pure essere interessante.

mi spiace che non hai apprezzato la finissima ironia di jarmush su un america mediocre, stanca, delusa e che guarda indietro con una rintontita decadenza.

la storia non esiste, è solo un pretesto, daltronde come in tutta la filmografia di jarmush.

e poi murray faceva l'addormentato come molti middle aged man della sua generazione.

io purtroppo non l'ho visto. mi sarebbe piaciuto
considerando il buon regista e il buon cast.

ma mi e' stato sconsigliato...un po' annoiante

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Scritto da: t.r.e. 16/12/2005 12.22
mi spiace che non hai apprezzato la finissima ironia di jarmush su un america mediocre, stanca, delusa e che guarda indietro con una rintontita decadenza.

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ognuno può vederci diversi significati nel film...

...L'ho visto ieri...
A me è piaciuto, un film in cui è l'atmosfera e particolari a dare quel tocco in più.
Murray è stratosferico, con parole dispensate col contagocce, nella costruzione di un uomo che si fa trasportare dagli eventi e che acquisisce la consapevolezza del suo vuoto attraverso il suo viaggio, soprattutto nei momenti della visita al cimitero e della illusione finale.
Sarà che a me i finali aperti piacciono ma quello del film di Jarmusch non mi ha deluso.

Un uomo che tenta (forse) un nuovo inizio mentre tutto gli parla di fine: nessuna delle donne amate lo rimpiange, nessuna oggi lo vorrebbe, per tutte è un importuno. La conclusione amara è che, dopo aver perso il futuro, non ha più nemmeno un passato. Una storia sulle occasioni perdute, sull'amore che non abbiamo dato, sulla solitudine di chi è sfuggito alle responsabilità.

Jarmusch e il suo magnifico cast lavorano sulle allusioni e il non detto (nessuna concessione a effetti speciali o virtuosismi registici), Murray (un delitto non averlo candidato all'Oscar) è insuperabile nel ritratto di una immobilità materiale ed esteriore, a cui corrisponde una anche morale ed interiore: una recitazione sottotono veramente magistrale.