delirio

delirio di qualche giorno fa:

Cominciare a roteare nel vortice di una lampada, allampanata dal riverbero del sound. Detriti rotoloni e bumpink melodies. Decresce il deflusso deferente, si anima di sguardo apparente. Mille incroci compongono questa giornata, sembra che tutto sia stato scritto da una mano illimitata. De profundo viene più facile immischiarla su una strada corrente. Ma è più bello andarvi contro. E pensare che le parole siano solo nostre. E capire che il vocabolario contiene parole che tutti possono leggere. Il nettare della verità o la sua patina veritiera che chiosa su un pallone areostatico. Criogenico declamare essenze, microfoni spenti. Grande il pecuniare in questo desolato land senza pietà. Fatto di padroni padrini e nipotuzzi, gringos escalantes e donne in carriera. L'albero dell'essenza è carico di mele, tutte belle succose e colorate, che cantano verso l'oblio. In un giro di vite che suona con frenesia. Grigia la gricia al ristorante del novecento che si snoda su un marciapiede. Affronta la noncuranza della similitudine, schiacciata dalla cortina dell'insipido. Frutta pareri e snocciola patemi, riaffermando la salubre incipienza che circonda un frigorifero di parole, paytv e dipiù. ancora di più. Un cavallo corre su un mare in tempesta, circondato da messaggi postsubliminali. Fra la fretta e la grinta. Fra un muro e un solco di pere lamponi e nacchere, umide nel sentiero delle idee. Un idea ce l'avreiiiii...........