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Maurizio Cattelan

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2007 14:34
25/09/2007 14:33
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Una mostra senza limiti di spazio e di tempo. Un'icona eletta a manifesto della Giornata del Contemporaneo. Pubblichiamo un'auto-intervista che è un'opera d'arte

Cattelan non risponde. Reagisce alle domande come noi reagiamo alle sue opere. Si ride se un asino nascosto dietro l'albero è eletto a simbolo e manifesto della nazionale Giornata del Contemporaneo (vedi scheda). Si resta sconcertati dai ragazzini impiccati. Commossi e insieme orripilati dall'Hitler in preghiera. ...
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Al museo con le orecchie dell'asino
L'ironia di Maurizio Cattelan non salva nessuno. Neanche la giornata principe dell'arte: quella dedicata al Contemporaneo che il 6 ottobre aprirà le porte di musei e istituzioni culturali dal nord al sud dell'Italia, suggellata dalle orecchie d'asino del suo manifesto. Lo vedremo ovunque perché l'elenco dei siti che partecipano è tanto vasto che si consiglia di consultare il sito ...
Leggi tutta la schedaHim di M. Cattelan (2001)Lo scoiattolo e altri animali.
"Gli animali sono una costante, un allarme. Ma la cosa più spaventosa è che io ho sempre parlato solo degli esseri umani. La mattina in Africa la gazzella si sveglia e sa che deve correre più veloce del leone oppure sarà uccisa. Il leone sa che dovrà rincorrere la gazzella più lenta altrimenti morirà di fame. Non è importante che tu nasca leone o gazzella, appena sorge il sole è meglio che ti alzi e cominci a correre".

Contemporaneo.
"Si usa spesso la parola contemporaneo in questo periodo. Conoscevo un tizio che diceva di aver fatto la sua prima telefonata quando aveva diciassette anni, di aver visto la prima banana quando ne aveva dodici e il primo film soltanto a undici anni".

La mostra di Francoforte.
"Un giorno mi chiama Slominski (Andreas Slominski geniale artista tedesco provocatorio e situazionista, ndr) che aveva una personale al museo, e mi dice perché non fai un lavoro per la mia mostra? Senza dire niente a nessuno abbiamo messo l'opera con il tavolo, credo fosse marzo. Abbiamo continuato a infiltrare nuove opere nella collezione permanente, prima il cavallo, poi l'Ave Maria. A giugno con i manifesti e l'opera di Portikus forse abbiamo reso un po' più chiaro che ci fossero dei miei lavori, ma per un periodo è stato interessante vedere il pubblico davanti a delle opere senza paternità. Adesso a fine mese andiamo avanti con Punki. È un vero artista e sarà in giro per le sale del museo per due settimane, dal 27 settembre se non sbaglio. Sono un idealista: non so dove sto andando ma credo di essere sulla buona strada".

Interpretazione delle opere di Cattelan a Francoforte secondo Cattelan.
"Non mi piace commentare le mie opere, sarebbe come cercare di dargli una direzione unica. Le interpretazioni sono tutte valide. Comunque ci provo".


Il salto del cavallo con la testa conficcata nel muro.
"Il cavallo è un appuntamento fisso con la morte. Ogni dieci anni. La morte è un soggetto straordinario, l'unico che abbia lo stesso peso della vita. Se vuoi parlare della vita devi pensare prima alla morte"

Le tre braccia e il saluto romano.
"Non si è mai capito chi abbia davvero inventato il saluto romano. Rimane un simbolo misterioso: un'erezione fatta potere"

Il tavolo che sbuca dal fronte del museo.
"Il tavolo è la prima opera che ho fatto dopo la Biennale di Berlino. Torno dall'altra parte della barricata: un salto nel vuoto"

Lo stemma Cattelan con aquila germanica.
"Giravamo per la Germania per la Biennale e vedevamo così tante bandiere che sembrava ci fosse un nuovo nazionalismo nell'aria. Forse una bandiera era quello che cercavano: a ogni domanda c'è una sola risposta possibile, ma infiniti punti di vista".

Hitler, Kennedy, il saluto romano: il Novecento secondo Cattelan.
"Ci sono tre modi per vedere la storia: il tuo modo, il mio modo e la verità. E nessuno sta mentendo".

I lavori più importanti.
"Le mie opere sono tutte uguali, nessuna è più importante di un'altra. L'artista promette un ponte anche dove non c'è un fiume".

Il talento.
"Molte persone che conosco dicono di avere molto talento. Ma come misuri il talento? Puoi essere più veloce, più creativo, più visionario di me, ma io forse ho imparato un po' a lavorare e lavoro sempre. Che sia talento? Forse lo è".

Vivere a New York.
"New York cambia sempre e si trasforma completamente. Ma non te ne preoccupi quando vivi qui: forse è solo parte del fascino caffeinico della città che non dorme mai. Ma io vivo dappertutto. E sempre vicino a lei".

Le superquotazioni e il valore dei soldi.
"Questa storia dell'artista più quotato è un po' da smentire. È un bel po' di tempo ormai che ci sono tantissimi altri che costano molto più di me. Un amico li aveva addirittura contati, mi sembra fossero più di quattrocento. Non che me ne preoccupi anzi mi aiuta a rispondere alla sua domanda. Proviamo a farla a Damien Hirst che ormai è sul mercato con opere da 100 milioni".

Le interviste finte.
"Ma a dirla tutta anche le opere non le ho mai fatte io, eppure non direbbe che sono finte. L'immaginazione è molto più importante della conoscenza".
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