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Atletica - Howe, argento da record

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2007 19:54
30/08/2007 19:54
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OSAKA (Giappone), 30 agosto 2007 – Emozioni. Emozioni allo stato puro quelle vissute sia dagli italiani che da tutti gli appassionati di atletica in questa serata della sesta giornata dei Mondiali di Osaka. Due atleti veri hanno combattuto fino all'ultimo salto nel lungo e due atleti veri si sono giocati i 200 metri sotto i 20 secondi. Hanno vinto i favoriti ma i secondi non sono stati da meno.
HOWE D'ARGENTO – Era una gara quasi addormentata fino all'ultima serie di salti ma i campioni in verità non dormono mai. E come aveva detto Andrew Howe, lui ha fatto il "serpente nelle acque" ed ha colpito quando ha dovuto. Solo che di fronte non ha trovato la preda impotente ma ha trovato una "bestia" con vero carattere. Se Howe è stato grandioso, ancora più grandioso è stato Irving Saladino. Il panamense vince la medaglia d'oro con il suo nuovo primato personale di 8.57, una misura che centra perfettamente la media delle misure che hanno assegnato l'oro nelle 10 precedenti edizioni iridate. Ma è storica, straordinaria, la prestazione di Andrew Howe, che all'ultimo tentativo si era portato in testa con 8.47, nuovo record italiano (precedente Evangelisti 8.43, 6/05/1987). E probabilmente deve anche ringraziare l'ucraino Lukashevych che ha smosso le famose acque dove "dormiva" il serpente Howe. L'ultimo salto a 8,25 dell'ucraino ha fatto reagire l'azzurro: "Ma no! Stavo reagendo per conto mio… ma forse sì, dai, visto che l'ho sempre battuto e non ci stavo che mi avesse tolto il bronzo" dice Howe. E lì ha saputo tirar fuori il carattere che si addice ad un vero campione. Un salto che lo ha fatto sperare di diventare campione del mondo.
SALADINO D'ORO - Una speranza durata qualche minuto in più per la premiazione dei 400 ostacoli femminili che ha fermato Saladino all'ultimo salto. "Sapevo che questo lo avrebbe aiutato a rilassarsi – continua Howe – per poi tirar fuori il salto della vita. E così ha fatto! E' un vero campione". Anche Saladino ammette di non aver sofferto per la pausa: "Del salto di Howe a 8,47 non me l'aspettavo, lo ammetto. Pensavo di aver vinto. So che Howe era pericoloso ma in quel momento pensavo di aver vinto. Poi c'è stato il suo salto e quindi ho dovuto ritrovare forze e concentrazione e sono felice che sia andata alla meglio. Non posso chiedere di più". L'azzurro chiude al 2° posto, miglior prestazione di sempre in campo maschile e consegna all'Italia la prima medaglia di questa spedizione. Un argento che, comunque, consentirà di chiudere questi Mondiali meglio di Helsinki 2005, dove il solo Schwazer arrivò al bronzo.
GAY VINCE I 200 – Altra gara memorabile quella dei 200. Si sapeva che la sfida era Tyson Gay – Usain Bolt e così è stato. Ma per battersi hanno dovuto correre veloce e andare entrambi sotto i 20 secondi. Ha vinto, confermando quindi il titolo mondiale dei 100 diventando il terzo a fare doppietta, dopo Maurice Greene (Siviglia ’99) e Justin Gatlin (Helsinki 2005). Tyson Gay ha quindi salvato lo sprint americano arrivato qui distrutto e quasi senza squadra. Ma sono bastate le sue corse per far dimenticare che le speranze di vedere gli USA vincere la staffetta sono per la prima volta nella storia, davvero minime. Sarà forse la medaglia che riuscirà a rendere la pillola meno amara per la Giamaica. Tyson Gay che si allena per procura con il suo allenatore Lance Barman finito in carcere per truffa e sta finendo di scontare la pena di un anno. A seguirlo in Giappone l’ex velocista Jon Drummond che si occupa anche delle staffette USA. Gay diventa quindi la nuova stella dello sprint mondiale con un crono davvero memorabile sui 200 metri: 19''76 che non è il suo personale (vanta un 19''62 corso a Indianapolis a giugno) ma che migliora il record dei campionati che apperteneva a Michael Johnson (19''79 di Goteborg '95).

Gazzetta
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