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E' morto Ingmar Bergman

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2007 21:10
30/07/2007 18:56
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MEMORIA E ANGOSCIA IN 40 FILM


Insieme a quelli di Chaplin, Ford, Kurosawa, Fellini e pochi altri, il nome di Ingmar Bergman é uno di quelli che si accosta per antonomasia al Cinema con la C maiuscola, anche se da circa dieci anni il maestro svedese aveva abbandonato il grande schermo per il teatro e, in misura minore, la tv.

Dopo "Fanny e Alexander" (1985), cinque ore per la tv ridotte a tre per il cinema e con il quale ha vinto il suo terzo Oscar, Bergman si era ritirato nella sua casa di Karlaplan, in una delle zone più eleganti di Stoccolma, dove leggeva e scriveva per il teatro, con la sola eccezione della sceneggiatura di "Con le migliori intenzioni" diretto da Bille August e vincitore della Palma d' oro a Cannes. L' esordio nel cinema, dopo un' importante esperienza teatrale come regista al Teatro Reale dell' Opera di Stoccolma, avviene con la sceneggiatura di "Spasimo" di Alf Sjoberg (1944). Dell' anno successivo è la sua prima regia, "Crisi".

I film dei primi dieci anni di attività, da "Crisi" a "Sorrisi di una notte d' estate" (1955), benché in parte già anticipatori dei temi che lo renderanno celebre (la memoria famigliare, l' angoscia, la morte, i valori religiosi, i fallimenti esistenziali), sono caratterizzati da una vena malinconica e melodrammatica. Si tratta di "Nave per l' India", "Musica nelle tenebre", entrambi del 1947, "Prigione" (1948),"Estate d' amore" (1950), "Una vampata d' amore" (1953), "Una lezione d' amore" (1954), "Sogni di donna" (1954), fino a "Sorrisi di una notte d' estate".

Il primo capolavoro è "Il settimo sigillo" (1956), cui segue "Il posto delle fragole" (1957, tra i più premiati del regista) e "Il volto" (1958). Dopo "La fontana della vergine" (1959, primo Oscar), inizia la trilogia su uno dei temi a lui più cari, quello dell' incomunicabilità: a "Come in uno specchio" (1961, secondo Oscar) seguono "Luci d' inverno" (1962) e "Il silenzio" (1963).

Dopo film che alternano sperimentalismo e realismo ("Persona", del 1966 o "La vergogna", del 1968) è la volta di un altro capolavoro riconosciuto internazionalmente, "Sussurri e grida" (1972), cui segue "Scene da un matrimonio" (1973), realizzato per la tv e poi adattato per il cinema. Nel 1974 realizza il sogno di adattare per il cinema "Il flauto magico" e, dopo un poco convincente "L' uovo del serpente" (1977), è la volta del riuscito duetto famigliare "Sinfonia d' autunno" (1978).

Prima di "Fanny e Alexander" ha realizzato ancora un film a sfondo psicanalitico: "Un mondo di marionette" (1980). Al Festival di Cannes ha vinto un premio alla regia nel 1958 per "Alle soglie della vita". Ha scritto una discussa autobiografia, "Lanterna magica".

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