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Karolina, l'omicidio è "accidentale" solo se muore una bimba polacca

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2007 00:21
06/05/2007 21:10
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Ieri notte Karolina, una bambina polacca di cinque anni, è stata uccisa da un trentaduenne italiano. Secondo la prima ricostruzione, il killer aveva litigato con due polacchi in un bar. Un testimone l'ha anche sentito pronunciare la frase: "Vengo a spararti fino a casa". Promessa mantenuta. Solo che i due polacchi, dopo la lite, non sono andati a casa loro, ma a casa di amici. L'italiano non lo sapeva. Quando li ha visti entrare, si è avvicinato alla porta e ha sparato. All'errore sulla casa si è aggiunto quello sul bersaglio. Colpita alla fronte, Karolina è morta all'istante. La notizia è stata data sia dall'Ansa, sia dai notiziari radiofonici, con l'avverbio "accidentalmente".

Abbiamo effettuato una ricerca incrociando le parole "ombrello" e "accidentalmente" per verificare se l'avverbio sia mai stato utilizzato nel riferire la notizia dell'omicidio del metrò di Roma. Vicenda orribile che, per la dinamica e per l'arma del delitto, può effettivamente suscitare qualche dubbio sulla 'accidentalità' dell'evento. O, per usare un termine tecnico, sulla 'preterintenzionalità" dell'omicidio. Bene, l'avverbio in questione non compare mai.

Di certo è improprio il suo utilizzo nella vicenda della bambina polacca. I giuristi chiamano casi come questo "aberratio ictus". L'esempio di scuola coincide esattamente col fatto accaduto ieri notte: Tizio spara un colpo di pistola contro Caio ma, per errore di persona, colpisce Sempronio. Se ne occupa il codice penale, all'articolo 82: "Quando, per errore nell'uso dei mezzi di esecuzione del reato, o per un'altra causa, è cagionata offesa a persona diversa da quella alla quale l'offesa era diretta, il colpevole risponde come se avesse commesso il reato in danno della persona che voleva offendere".

In conclusione: l'omicidio, forse accidentale (lo stabiliranno i magistrati) commesso da una rumena su una ragazza italiana, è stato subito presentato come "volontario". Mentre l'omicidio certamente volontario commesso da un italiano su una bambina polacca è subito diventato "accidentale".

E' uno spunto di riflessione in vista della elaborazione del codice etico su stampa e immigrazione.

da REPUBBLICA.IT
06/05/2007 21:15
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Vabè parlare della giustizia italiana è paggio che sparare sulla croce rossa... [SM=g27971]
06/05/2007 21:26
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Io li chiamerei effetti della divulgazione minimalista di notizie reputate non eclatanti dalle agenzie di informazione con la conseguenza che i media si adeguano allo schema e il pubblico potrebbe farsi influenzare. Per quanto riguarda i giornalisti, ce n'è un gran numero che dimostra una conoscenza disordinata della morfo-sintassi e del lessico della lingua italiana, nonostante i diplomi e i master conseguiti, ma la cosa che mi indigna di più è che appioppino a noi lettori/ascoltatori/telespettatori questa tendenza pigra e passiva a bersi la notizia come pappa scodellata. [SM=g27972]
06/05/2007 21:52
In effetti non si può usare un metodo 'tecnico' nell'esame del linguaggio usato dai giornalisti, almeno di solito.
La riflessione suggerita, ovvero: "vittima italiana = omicidio volontario; vittima straniera = omicidio accidentale" ha un indubbio fondamento. Poi conta anche il fatto che a menare ombrellate per i sotterranei della Metro romana siano state due reali o presunte 'prostitute', mentre il colpo di pistola è stato sparato da un onesto omicida dedito ad altra professione, meno antica e quindi meno discutibile.
Però, scusate, le vittime non muoiono allo stesso modo?
06/05/2007 22:06
La legge è frutto di valori condivisi alla rovescia a mio avviso. La norma, nella sua funzione di coesione sociale, pratica il razzismo. Vezzo italiano quello di manifestare l'italianità nei casi meno adatti.
In materia di giustizia non dovrebbe proprio esistere (ma questa è utopia assoluta).
La disparità di trattamento purtroppo è naturale e ingiusta. Omicidio è stato, la vittima è morta, non si può parlare di accidentalità, quando l'intenzione di uccidere c'era comunque.
Non sono uguali le persone di fronte alla legge?

[Modificato da Lorenzo.studente 06/05/2007 22.08]

06/05/2007 22:14
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Secondo me questo è solo uno dei tanti casi che palesa l'ignoranza di molti giornalisti. E' comunque innegabile che quando si parla di stranieri i giornali sono più propensi a fare processi mediatici molto sommari. Non capisco comunque cosa c'entra in questo caso il malfunzionamento della giustizia italiana

[Modificato da virus81 06/05/2007 22.15]

07/05/2007 23:46
Il malfunzionamento della società, nei suoi valori che fanno da specchio alla normative giuriche.
Il trattamento dispari è il termometro dell'italianità nel nostro Paese.
Se si continuerà a veleggiare i propri colori, issando la bandiera del patriottismo, non si riuscirà ad avere una giustizia seria che risponde all'innegabile principio dell'equità.
La giustizia non funziona perchè esistono gli uomini, le loro credenze, le loro ideologie. Per loro natura sono portati a fare dell'iniquità.



14/05/2007 01:25
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c'è paura dell'altro in Italia ed è pericoloso perchè, da noi, quel tipo di timore s'è sempre tramutato in pericolosa reazione ideologica
15/05/2007 12:15
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Re:

Scritto da: t.r.e. 14/05/2007 1.25
c'è paura dell'altro in Italia ed è pericoloso perchè, da noi, quel tipo di timore s'è sempre tramutato in pericolosa reazione ideologica




Credo non sia pertinente farne una questione italiana. La paura dello "straniero", di ciò che non si conosce, è inscritta nel nostro codice genetico di difesa.
C'è molto più razzismo strisciante nei civilissimi paesi del nord Europa che in Italia, solo che lì l'ipocrisia è istituzionalizzata.
Una mia "amica" lavora nell'ufficio recrutamento di una azienda in Irlanda, dove hanno precise indicazioni sulla NON ASSUNZIONE di Nigeriani e africani in genere. Ragazzi cechi vengono insultati a gran voce nei supermercati perchè non capaci di parlare un inglese fluente, (e la cosa bella è che dopo si prendono pure il richiamo dal manager per non aver saputo servire bene il cliente...)

Difficilmente se vai in un paese lontano, e non sei un turista (ovvero un pollo da spennare), sei accolto con grande simpatia, ti guardano con sospetto, per paura.
Ci facciamo mille problemi su come accogliamo gli immigrati in Italia, provate ad andare nei paesi di queste persone, a dire che non siete ricchi turisti italiani ma squattrinati in cerca di lavoro, scoprirete quanto accoglienti sono gli altri paesi...


Ovviamente nulla toglie alla gravità del fatto nel caso specifico della bambina polacca, ma rendiamo il dibattito libero dal piagnisteo post-resistenziale.

[Modificato da RikReed 15/05/2007 12.19]

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Non so se in Irlanda esiste Forza Nuova, quì c'è e ti assicuro che, a Roma, i pestaggi, le violente sigle sui muri, le dimostranze minatorie e certo stato di tensione, sono all'oridine del giorno. Ed è una becera reazione ideologica al multiculturalismo della città.

Ma la discussione è su come viene giudicato e "raccontato", in Italia, il reato di uno "straniero" piuttosto che di un italiano. Probabilmente nella stampa c'è un po' di partigianeria (nel senso più letterale), certamente in quella locale. Le persone con un po' sale in zucca, però, sanno che non scorre molta differenza. Un omicidio è un omicidio, grave in tutti i casi.
15/05/2007 21:50
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Re:

Scritto da: t.r.e. 15/05/2007 13.18


Ma la discussione è su come viene giudicato e "raccontato", in Italia, il reato di uno "straniero" piuttosto che di un italiano. Probabilmente nella stampa c'è un po' di partigianeria (nel senso più letterale), certamente in quella locale. Le persone con un po' sale in zucca, però, sanno che non scorre molta differenza. Un omicidio è un omicidio, grave in tutti i casi.



Appunto, se la discussione è sul come viene raccontato un fatto cosa c'entrano i rigurgiti idealistici-razzisti di forza nuova? o forse era forzanovista anche il giornalista?
IL fatto è sicuramente grave, non dico che sia normale o men che mai giustificabile un tale atteggiamento. Dico solo che succede. Punto. E succede in Italia così come in Germania o in Francia. E' quanto mai lecito e opportuno discuterne, ma farne una questione italiana e per di più ideologica è una visione troppo semplice e troppo riduttiva.

Quanto all'Irlanda... forzanovisti non ne ho visti, posso solo dire che ho visto pestaggi della polizia in pieno centro il sabato sera, solo che qui alla fine invece degli insulti ricevono l'applauso...

[Modificato da RikReed 15/05/2007 22.16]

16/05/2007 00:21
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Re: Re:

Scritto da: RikReed 15/05/2007 21.50


Appunto, se la discussione è sul come viene raccontato un fatto cosa c'entrano i rigurgiti idealistici-razzisti di forza nuova? o forse era forzanovista anche il giornalista?
IL fatto è sicuramente grave, non dico che sia normale o men che mai giustificabile un tale atteggiamento. Dico solo che succede. Punto. E succede in Italia così come in Germania o in Francia. E' quanto mai lecito e opportuno discuterne, ma farne una questione italiana e per di più ideologica è una visione troppo semplice e troppo riduttiva.

Quanto all'Irlanda... forzanovisti non ne ho visti, posso solo dire che ho visto pestaggi della polizia in pieno centro il sabato sera, solo che qui alla fine invece degli insulti ricevono l'applauso...

[Modificato da RikReed 15/05/2007 22.16]




L'esempio di forza nuova era per argomentare il concetto di italica reazione ideologica al 'diverso', argomento che non ho tirato in ballo casualmente: nei giorni dell'incredibile aggressione nella metro di roma (e dell'investimento dei quattro ragazzi marchigiani per mano di un Rom ubriaco), quasi tutti i giornali hanno dedicato spazio alla rischiosa e "pericolosa" reazione dell'opinione pubblica e della politica italiana. Il giornalista? perchè no, magari s'è fatto prendere dall'atmosfera negativa (dimostrando di non essere un buon giornalista)
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